Victoria di James Buckingham

James Silk Buckingham (1786-1855) in National Evils and Pratical Remedies, with a Plan of a Model Town, pubblicato a Londra nel 1849, propone un nuovo modello di città da ripetere in serie per combattere la disoccupazione. Victoria, la prima di queste nuove città, chiamata così in onore della regina d'Inghilterra, è un quadrato di un miglio di lato ed è destinata ad ospitare 10.000 persone.

Pianta di Victoria

Nella città è prevista un'esplicita divisione di classi sociali e di ruoli, che si rispecchia anche nel modello urbanistico. Le abitazioni sono infatti disposte in sette schiere concentriche: nel centro della città ci saranno le spaziose abitazioni delle classi ricche, mentre gli operai di rango inferiore vivranno nel cerchio più esterno, in prossimità delle fabbriche (situate in spazi esterni alla città). Anche le scelte stilistiche per gli edifici ricalcheranno la differenza tra classi. Nella città è previsto ogni genere di servizio sociale, e per la sua realizzazione si utilizzeranno le tecniche più avanzate: una torre di trecento piedi illuminerà tutta la città dalla piazza centrale.

Buckingham dà grande importanza agli aspetti igienici della città. Victoria infatti, come le città ideali del Rinascimento, nasce dal desiderio di ordine, che si contrappone al disordine circostante, al caos della città industriale:

I principali obiettivi sono stati di unire il massimo grado di ordine, spaziosità e igiene, nella massima abbondanza di aria e luce e nel più perfetto sistema di fognature, col comfort e la convenienza di tutte le classi.

(da: J. S. Buckingham, National Evils and Pratical Remedies, in L. Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna, p. 171)

Questo fatto è esemplificativo di come, dopo il 1848, nella elaborazione di nuovi modelli ideali di città si ponga l'attenzione principalmente agli aspetti urbanistici, a discapito di quelli politico-sociali che infatti nella Victoria di Buckingham e nella Hygeia di Richardson (che era medico e studioso di problemi sociali della medicina) quasi non compaiono.

 

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E. Howard e la garden city
La ciudad lineal di A. Soria
La cité industrielle di T. Garnier SECOLO XX
Bibliografia
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