La cité industrielle di Tony Garnier

Tony Garnier (1869-1948), figlio di un disegnatore tessile, studia presso l'Accademia di Francia a Roma; qui inizia a stendere i suoi primi progetti per una cité industrielle, che verranno presentati per il concorso Gran Prix de Rome del 1901. La sua città-industriale e la garden city di Howard sono quindi contemporanee, benché la pubblicazione definitiva del progetto Une cité industrielle, étude pour la construction des villes avvenga solamente nel 1917.Veduta della cité industrielle

Con Garnier l'utopia urbanistica si separa definitivamente nelle sue due componenti: progettazione e politica. Da ora in avanti la progettazione sarà neutra, consentendo così uno slancio progettuale che avrà il suo apice nell'attività di Le Corbusier. Spesso la cité industrielle è stata contrapposta alla garden city, ma in realtà essa ha numerosi punti in comune con il piano di Howard, così come con tutta la tradizione utopistica ottocentesca.

Garnier attribuisce autonomia economica e culturale alla sua città; ne riserva metà del suolo a verde pubblico e la pensa per una popolazione di 35.000 persone, lo stesso numero preventivato per Letchworth; la articola in zone diverse, come auspicato dai primi socialisti; immagina una pianta a scacchiera, elemento caratteristico della tradizione utopistica; pone come ossatura della cité industrielle (che sarà larga solo 600 metri) il tram elettrico, analogamente a quanto fatto da Soria y Mata per la sua ciudad lineal. Ma allo stesso tempo non cerca di diluire la città in campagna né si basa sull'industria pesante di piccola dimensione, come aveva fatto Howard.Pianta della cité industrielle

Egli progetta la sua città industriale dal primo all'ultimo edifico, concentrandosi quindi principalmente sugli aspetti tecnici. Presenta due considerevoli innovazioni: adotta per tutti gli edifici il cemento armato, e li adorna con uno stile spoglio «rinunciando ad ogni stravaganza che non sia dettata da precise esigenze di carattere rappresentativo» (M. Tafuri; F. Dal Co, Architettura contemporanea, p. 94). Nel 1904 Garnier completa i suoi elaborati e li presenta in una mostra a Parigi; l'opera verrà pubblicata nel 1917.

Gli studi di architettura che presentiamo qui, in una serie di tavole, riguardano l'organizzazione di una città nuova, la Città industriale, poiché la maggior parte delle città nuove, che saranno fondate d'ora in poi, saranno dovute a motivi di ordine industriale, onde abbiamo considerato il caso più generale. D'altra parte in una città di questo genere tutte le applicazioni dell'architettura possono trovar posto a buon diritto, e vi è la possibilità di esaminarle tutte.
Assegnando alla nostra città un'importanza media (supponendo che abbia circa 35.000 abitanti) abbiamo mirato sempre al medesimo scopo, di condurre ricerche di ordine generale, che non sarebbero state giustificate dallo studio di un villaggio o di una città molto grande. Ancora in questo spirito abbiamo supposto che il terreno ove sorge l'insieme degli edifici comprenda parti montuose e una pianura, traversata da un fiume.

(da: T. Garnier, Une cité industrielle, étude pour la construction des villes, in L. Benevolo, Storia dell'architettura moderna, p. 464)

 

Le officine
Veduta della cité industrielle
Disegno per l' edificio centrale

In pianura è situata l'officina principale, alla confluenza tra un torrente ed il fiume. Al di sopra di essa, su un altipiano si sviluppa la città che è a sua volta sotto agli edifici sanitari: sia la città che gli edifici sanitari sono protetti dai venti ed esposti a sud. Ognuno di questi settori è costruito in modo da essere comunque ampliabile in futuro. Al centro della città si trovano un grande stadio, il campus scolastico ed il centro comunale. Il centro per lo svago si trova invece a sud. Tutte le funzioni sono rigidamente separate. Il tram assicura i trasporti pubblici in città, collegando il centro alla periferia, dove sono collocate le aziende agricole modello. Una strada ferrata scorre anche tra la fabbrica a valle e la città, assicurando i collegamenti con l'esterno; essa termina in una stazione centrale sotterranea.

Garnier predispone anche dei regolamenti, uno per ogni specifico settore (edilizia, sanità...); essi danno già per scontato che siano avvenuti determinati mutamenti di ordine sociale senza i quali non sarebbero applicabili: l'amministrazione ha la libera disponibilità del suolo e provvede all'approvvigionamento del pane, dell'acqua, della carne, del latte e dei medicinali. Non sono previste né caserme, né chiese, né un tribunale, né una prigione e nemmeno una stazione di polizia: secondo Garnier tutto ciò non aveva ragione di esistere in una società socialista.

I quartieri residenziali sono costituiti da villette allineate in un reticolo uniforme di strade. Il terreno è diviso in isolati di 150 metri nel senso est-ovest, e di 30 metri nel senso nord-sud. Questi isolati sono a loro volta suddivisi in lotti quadrati di 15 metri di lato, che si affacciano quindi sempre con una parte sulla strada. Un edificio può occupare anche più di un lotto, ma la superficie costruita deve essere inferiore alla metà della superficie totale: il resto è destinato a giardino pubblico, transitabile ai pedoni.

Questa disposizione permette di traversare la città in qualsiasi senso, indipendentemente dalle strade che non occorre più seguire, e il suolo della città, preso nel suo insieme, è come un grande parco, senza recinzioni per limitare i terreni.

(da: T. Garnier, Une cité industrielle, étude pour la construction des villes, in L. Benevolo, Storia dell'architettura moderna, p. 469)

Il mercato bestiame della Mouche
La hall del mercato bestiame della Mouche
La hall del mercato bestiame della Mouche nel 1909
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Lo stadio comunale

Lo spazio tra le abitazioni nel senso nord-sud è al minimo uguale all'altezza della costruzione situata al sud. Gli edifici residenziali devono rispettare determinati requisiti: ogni camera da letto deve avere almeno una finestra di adeguate dimensioni aperta verso il sud ed ogni locale deve essere illuminato dall'esterno; non sono ammesse corti e chiostrini.

Garnier non cercò mai di realizzare la sua cité industrielle, che rimase solo un piano sulla carta; ebbe però l'occasione di applicarne i principi ad una grande città, Lione, dove egli andò a vivere nel 1904. Questo fu reso possibile dall'incontro di Garnier con Édouard Herriot, sindaco della città ed importante uomo politico della terza repubblica.

Tra il 1906 e il 1914 progetta e realizza il macello e il mercato bestiame della Mouche, «una tranche della Cité, capolavoro di organizzazione funzionale» (M. Tafuri; F. Dal Co, Architettura contemporanea, p. 94); la hall centrale è costituita da una sala di acciaio di 210,8 metri intorno a cui si sviluppa il resto del complesso. Nel 1909 dovendo progettare l'ospedale municipale, visita le più moderne strutture sanitarie in Germania e Danimarca; al suo ritorno «concepisce una specie di città-giardino per malati, con padiglioni sparsi nel verde e collegati fra loro da un sistema di comunicazione sotterranea» (M. Ragon, Storia dell'architettura e dell'urbanistica moderne, vol. II, p. 51). Infine, sempre a Lione, Garnier progetta e costruisce lo stadio olimpico (1914) ed il quartiere États Unis (1924-35).

Garnier avrà una notevole influenza sul pensiero architettonico e urbanistico del Novecento. Scrive Michel Ragon:

Con vent'anni di anticipo Tony Garnier definì quello che sarebbe stato lo "stile internazionale" e con quarant'anni di anticipo stabilì quei princìpi di urbanistica che contraddistingueranno la Carta di Atene (1943).

(da: M. Ragon, Storia dell'architettura e dell'urbanistica moderne, vol. II, p. 51)

Anche Le Corbusier, che nel 1908 era stato a Lione proprio per incontrarsi con Garnier, resterà profondamente influenza dalle sue teorie, che sono alla base della ville radieuse.

 

Robert Owen
Claude-Henri de Saint-Simon
Charles Fourier
Il familisterio di J.B. Godin
Icaria di E. Cabet
Victoria di J. Buckingham
E. Howard e la garden city
La ciudad lineal di A. Soria
La cité industrielle di T. Garnier SECOLO XX
Bibliografia
Links
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