perché  Solov’ёv

 

perché il nostro centro ecumenico  ha assunto il nome di V. S. Solov’ёv

 

V. S. Solov’ёv (1853-1900) è da molti considerato il più grande filosofo russo, ed esercitò la sua influenza non solo sui successivi pensatori e teologi, ma anche sui maggiori poeti, letterati e artisti russi fino all’epoca della rivoluzione sovietica.

Avvicinandosi al suo pensiero filosofico si ha un’impressione di grande ambizione speculativa, vastità di cultura storica e mitologica, virtuosismo logico, complessità e ricchezza di suggestioni e spunti di approfondimento, mentre sembra sfuggire a ogni tentativo di inquadramento e sistematicità. Questo aspetto può sembrare il riflesso del tipico spirito russo: emozionale, appassionato, intuitivo, più vicino allo slancio del mistico che alla paziente e rigorosa coerenza del filosofo sistematico di stampo occidentale.

Conosciuto e studiato in Occidente soprattutto a causa del suo avvicinamento al cattolicesimo, la sua opera ricevette giudizi contrastanti e contraddittori. Lo esalta il teologo cattolico von Balthasar, mentre nel campo della teologia ortodossa russa è visto con sospetto (Evdokimov) o energicamente attaccato (Florovskij).

Le sue vicende biografiche, pur facilmente ricostruibili, conoscono avvenimenti oscuri e misteriosi. In particolare il mistero riguarda i suoi “Tre incontri” con la Sophia, visioni che ebbe in momenti diversi della sua vita, e a cui egli stesso attribuì un ruolo fondamentale per la propria esistenza e per i propri orientamenti di pensiero, che potremmo forse definire gnostico-cristiano.

A parte un breve periodo adolescenziale in cui si dichiarò ateo, la sua vita fu pervasa da profondo spirito religioso e condotta in totale atteggiamento ascetico, dedicata alla trasformazione e al rinnovamento della vita morale, politica, sociale e religiosa in conformità ai principi sostenuti dal punto di vista filosofico. Egli sosteneva che un’unica radice originaria, che è la radice del genere umano, è il fondamento di tutte le fedi, e chi dialoga e ricerca con verità, si incontra nella verità.

L’immagine più appropriata è sicuramente quella del profeta, destinato a suscitare atteggiamenti contrastanti, e  spesso non capito.

L’opera in cui egli più efficacemente espone le sue intuizioni profetiche è “I tre dialoghi e il breve racconto dell’Anticristo”,  suo testamento spirituale, in quanto dato alle stampe l’anno stesso della sua morte (1900).

Nel  “Breve racconto”, in particolare, il suo sguardo si spinge fino al XXI secolo: in uno scenario socio-politico che presenta impressionanti analogie con la nostra attualità, Solov’ёv colloca il regno dell’anticristo, e la grande apostasia che precedono la fine dei tempi.

Questo è anche l’ambiente che vede la sospirata unificazione dell’unica Chiesa di Cristo, mentre il Messia, nella sua seconda venuta, è riconosciuto, per primo, dal popolo ebraico.

Questo pensatore e profeta del dialogo ecumenico è il riferimento ideale del Centro ecumenico italo-russo  V.  Solov’ёv che da più di vent’anni opera a Padova, in collaborazione con la Diocesi. Esso si propone di far conoscere l’anima religiosa russa, attraverso la sua cultura, la sua arte iconografica, la sua spiritualità, nella convinzione che esse abbiano qualcosa da dire al nostro cristianesimo occidentale. 


 

 

vai alla pagina iniziale del sito degli iconografi