"Ci
sono solo due le possibilità: o l'Amministrazione ha consapevolmente
mentito agli americani e alla comunità internazionale, oppure
ci troviamo di fronte ad un colossale errore della comunità
di intelligence".
Joseph Cirincione della Carnegie Foundation commenta gli attacchi
di New York Times e Washington Post
"Un problema enorme per Bush: le armi introvabili"
"E' chiaro che gli arsenali proibiti non erano così imponenti
come si diceva"
Il tallone d'Achille della vittoria militare colta da George Bush in Iraq
è il fatto che le armi di distruzione di massa per ora non si trovano.
"New York Times" e "Washington Post" sollevano la
spinosa questione e Joseph Cirincione, direttore del Programma anti-proliferazione
della Carnegie Foundation, ne spiega i dettagli, avanzando alcune previsioni.
Perché finora le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein
non sono state trovate?
"Dopo cinque settimane di infruttuose ricerche sembra chiaro
che il programma di armi di distruzione di massa non esisteva nelle dimensioni,
nella quantità descritta dall'Amministrazione. Se fosse stato come
loro dicevano avremmo già visto armamenti in grande quantità.
Le parole del presidente Bush furono: ³La produzione continua, i
programmi di armi chimiche e convenzionali sono ripresi². L'intelligence
americana ha già visitato praticamente tutti i siti che riteneva
sospetti, non è stato trovato nulla".
E' possibile affermarlo in maniera conclusiva?
"No di certo, è troppo presto, abbiamo bisogno ancora
di qualche settimana - ma non di mesi - prima di poter esprimere opinioni
fondate. E' possibile che vengano trovate armi di distruzione di massa,
ma sarebbero comunque in quantità minori rispetto a quanto era
stato detto e annunciato a più riprese, in maniera solenne. Il
presidente Bush e il Segretario di Stato, Colin Powell, parlarono di ³centinata
di tonnellate² di antrace, di tossine, di botulino, di gas nervino.
Una tale quantità di armamenti non può essere distrutta
qualche settimana prima dell'inizio della guerra ed è molto difficile
da nascondere. Le persone coinvolte in un simile programma avrebbero dovuto
essere centinaia, ma nessuno si è fatto avanti. Tutti gli elementi
finora suggeriscono che l'Iraq possedeva un numero assai limitato di armi
proibite".
Nell'intervista data alla Nbc Bush ha difeso la tesi in base alla
quale avrebbero potuto essere distrutte prima...
"Non c'è alcuna prova che sostenga questa affermazione
del Presidente. Questo è ciò che Bush spera, ma non è
una spiegazione ragionevole e motivata di ciò che è avvenuto".
Se il programma di armi di distruzione di massa iracheno non era delle
dimensioni annunciate da Washington perché Bush e Powell difesero
a spada tratta questa tesi?
"Ci sono solo due le possibilità: o l'Amministrazione ha
consapevolmente mentito agli americani e alla comunità internazionale,
oppure ci troviamo di fronte ad un colossale errore della comunità
di intelligence".
Quali potrebbero essere le conseguenze?
"Serve una seria inchiesta per capire che cosa è andato
storto all¹interno dell¹Amministrazione. Non ho mai creduto
che l'intelligence sostenesse le tesi esposte da Colin Powell di fronte
al Consiglio di Sicurezza dell'Onu".
Insomma, il punto debole di Bush è sulle vere dimensioni del
programma iracheno?
"Non c'è mai stato alcun dubbio sulla presenza in Iraq
di qualche centinaio di proiettili armati con gas mostarda o di scorte
di antrace. Ma lo scopo della guerra è stato quello di eliminare
un¹imponente minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti che, in quanto
tale, avrebbe potuto venire solo da un programma di riarmo su larga scala
e da collegamenti operativi con Al Qaeda. Nessuna prova finora ha confermato
che queste due accuse fossero seriamente circostanziate".
Ciò fa venir meno la giustificazione della guerra?
"Personalmente non ho mai pensato che la guerra fosse giustificata
perché ritenevo che un più rigido sistema di ispezioni avrebbe
potuto trovare le armi presenti in Iraq. Il punto è se la posizione
del Presidente era giustificata, se le sue affermazioni avevano una solida
base oppure no: aspettiamo ancora qualche settimana, ma non credo troveremo
gli arsenali di cui lui parlava in ogni occasione".
Se così fosse diventerebbe un problema politico per Bush?
"Diventerebbe un problema molto serio. L'Amministrazione sta
tentando di far passare la questione delle armi in secondo piano, dando
più attenzione al tema della ricostruzione. Ma se le armi proibite
non saranno trovate ciò diventerà una questione enorme per
la Casa Bianca. Nei rapporti internazionali sarebbe uno smacco diplomatico:
l'assenza di armi di distruzione confermerebbe i peggiori timori su quelle
che erano le vere ragioni della guerra di Bush".
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