30 novembre 2001 |
Lasci stare il "risorgimento", signor Presidente e parliamo insieme di "rivincita" morale, civile, religiosa che la nostra Italia merita e di cui tutti, insieme, vogliamo essere artefici operosi, senza nostalgie per un passato non troppo antico, che ha assai poco da insegnarci"... Il
presidente
della
Repubblica
Carlo
Azelio
Ciampi
si
adopera
molto
per
ristabilire
quei
sentimenti
che
un
tempo
si
chiamavano
"amor
di
patria"
e
"orgoglio
nazionale"
e
che
oggi
si
potrebbero
definire,
con
termini
di
maggiore
"politically
correctness"
sensi
di
identità
e
di
appartenenza
alla
comunità
italiana..
Del
resto,
se
indubbiamente
il
Risorgimento
ha
prodotto
l'unità
politica
del
Paese,
altrettanto
certamente
sia
la
sua
realizzazione
sia
la
sua
celebrazione
sono
contrassegnati
non
dall'unione,
ma
dalla
contrapposizione:
il
Settentrione
contro
il
Meridione,
i
laici
contro
i
cattolici,
il
Re
contro
il
Papa,
l'establishment
politico-culturale,
tutto
o
quasi
di
matrice
massonica,
contro
la
Chiesa
cattolica,
la
borghesia
ricca
contro
il
popolo
e
vano
e
controproducente
è
il
tentativo
di
accantonare
queste
caratteristiche
di
quello
che
fu
comunque
un
fenomeno
"contro".
Merita a questo proposito di essere conosciuta nei suoi passaggi esenziali la lettera aperta indirizzata proprio in questi giorni al presidente Ciampi da mons. Andrea Gemma, vescovo di Isernia. Lettera che, se pur non condivisibile, a mio parere, nella parte in cui sembra auspicare che tutta la storia di quel periodo venga sepolta nell'oblio, mentre per superare l'antica frattura è indispensabile conoscerla nella sua verità (del resto mons. Gemma è il primo ad esserne convinto se invita il presidente Ciampi a leggere il libro di Angela Pellicciari e gli promette l'invio di un altro, opera di un sacerdote della sua diocesi), è significativa dei rischi che si corrono infilandosi nel vicolo cieco del restauro di mediocri miti dai piedi d'argilla, per di più ormai definitivamente screditati grazie al coraggioso lavoro della più recente storiografia (e usiamo pure la terribile parola: "revisionista" ). Ma ecco la lettera. "Signor
Presidente,
Nient'altro
da
aggiungere.
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La restaurazione risorgimentalista del presidente Ciampi |
Francesco Mario Agnoli
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