Maurizio Blondet
L'intelligence faccia uno scatto
 
«Avvenire» 22 novembre 2003

Abbiamo sicuramente molteplici terrorismi islamici...Accettiamo che al-Qaeda sia riuscita a federare questi gruppi locali, a prestare loro il suo marchio, e i suoi fini strategici. Ma in pratica, diteci, come fa?...

«Al-Qaeda ha rivendicato». «C'è la mano di al-Qaeda». «Perché al-Qaeda ha preso di mira la Turchia». A forza di sentire queste e altre simili frasi nei dibattiti tv, ripetute all'infinito dal giornalista massimo esperto di islamismo, o dal pensatore strategico del centro studi americano invitato, viene voglia di chiedere: signori, cortesemente, potreste essere più precisi? Sono passati oltre due anni dal tragico 11 settembre. Da quel giorno al-Qaeda e i suoi capi sono ricercati, braccati, indagati da tutti i servizi segreti occidentali, dalla Cia al fantastico MI6 britannico al leggendario Mossad. E non solo: partecipano alla caccia anche i servizi turchi, pakistani, egiziani, giordani - e da ultimo anche sauditi - i cui governi hanno tutto l'interesse a stroncare i fondamentalisti ostili. E sono servizi che hanno la mano pesante, pochi limiti legali, e le competenze anche linguistiche per infiltrare, interrogare, corrompere "pentiti". Sono occupati militarmente due Paesi sospettati di offrire santuario ai terroristi. E non parliamo delle inchieste che conducono l'Fbi e le polizie europee, organi riuniti nell'Interpol, che hanno una tradizione consolidata nel cooperare e scambiarsi informazioni. Il risultato è che "al-Qaeda" colpisce sempre più atrocemente, e impunemente, in un'area che va dal Marocco all'Indonesia.

Come faccia, è ancora mistero. La risposta solita, che al-Qaeda è una "rete" e non un'organizzazione, non è più sufficiente, dunque è inaccettabile. Facciamo l'esempio di terrorismi che conosciamo. Brigate Rosse ed Eta basca, Ira e Rote Armee Fraktion hanno a lungo convissuto in Europa; erano, direttamente o no, controllate dall'Est, nutrivano un'ideologia internazionalista. Hanno avuto contatti fra loro. Eppure non hanno mai realizzato una "rete" della micidiale potenza e impunità di a l-Qaeda.

"Terrorismo islamico"? Precisione, per favore. Abbiamo sicuramente molteplici terrorismi islamici (tradizionalmente dediti a colpire i loro stessi regimi). Accettiamo che al-Qaeda sia riuscita a federare questi gruppi locali, a prestare loro il suo marchio, e i suoi fini strategici. Ma in pratica, diteci, come fa? Ossama latitante nel Pashtunistan, come comunica, visto che satellitari, cellulari e Internet sono tutti intercettabili? Come trasferisce i capitali necessari per finanziare i gruppi locali? E quanti ne ha ancora? Dove addestra i suicidi, di cui sembra disporre in quantità illimitata? Come li fanatizza fino a farne dei kamikaze di Allah? Con quali metodi psicologici? E come spedisce le indispensabili tonnellate di esplosivo attraverso vari confini?

Sotto il naso, poniamo, di una polizia come quella turca?
Magari noi comuni cittadini non abbiamo il diritto di saperlo. Speriamo che i leggendari servizi abbiano qualche mappa più particolareggiata, qualche analisi meno generica; speriamo contro ogni evidenza, visti i risultati. Ma da chi non sa, preferiremmo una modesta ammissione di ignoranza. Anche per un motivo pratico: tutto questo additare "al-Qaeda", serve solo a spaventare il vasto pubblico del mondo, a dargli l'impressione di essere minacciato in metrò, in ufficio o in ferie, da un Terrore spettrale e onnipotente, onnipresente e invincibile. Che è proprio l'effetto che "al-Qaeda" vuole.

 

 




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