Davanti
al muro di Berlino il presidente Kennedy si dichiarò berlinese. Oggi,
io pongo qui formalmente la mia domanda di diventare cittadino austriaco:
e mi aspetto che tutti gli europei liberi facciano altrettanto.
State Allegri: c'è una buona notizia. L'Europa
esiste, la comunità sta vegliando su di voi e lavora per voi.
Vive, e veste panni, come diceva l'altissimo Poeta.
Come sapete, dall'Austria un'ombra nera si stende sul continente.
Vienna ha già bandito leggi eccezionali e si stanno riaprendo i ghetti.
Nugoli di SS-Panzerdivisionen sono acquartierati alle frontiere tra questo
sventurato Paese, ripiombato nelle tenebre naziste, e la felice, colta
civile Europa. Se non ci fossero Chirac e Aznar che vegliano su di noi
saremmo fritti. Perfino il sig. Blair, forse, sarà costretto quest'anno
a rinunziare alle sue vacanze in Chianti a spese del popolo toscano perché
i suoi alti doveri lo obbligheranno a notti londinesi insonni per sventare
dal nostro continente il pericolo della peste bruna che lo sovrasta. Pare
che a Vienna un paio di ministeri e qualche sotto-segretariato siano andati
a una formazione nazionalista.
Dei programmi di questo "partito liberale austriaco" (liberale solo a
parole, naturalmente) per la verità i nostri mass media quelli berlusconiani
non meno di quelli statali, hanno evitato accuratamente di informarci.
Del suo leader, tale Haider, ci si dice che abbia occhi azzurri e cranio
dolicocefalo, un vecchio zio nazista e qualche tenuta in Carinzia. Di
lui si riferiscono con indignazione, per la verità un po' distratta, alcune
battute la cui originalità ricorda la scoperta dell'acqua calda: pare
sia arrivato ad affermare, il mascalzone, che forse negli anni '30 il
nazismo raccolse dei consensi anche perché, in un modo o nell'altro, aveva
conseguito dei successi sul piano socioeconomico, e che in fondo non tutti
i militanti SS erano dei folli criminali. Osservazioni di una certa bizzarra
originalità, ma improponibili: sappiamo tutti che i tedeschi degli anni
'30 erano fino all'ultimo dei pazzi invasati e che per entrare nel corpo
delle SS bisognava dimostrare di essere dei serial Killer.
Allegri tuttavia. I rapporti con il discolo vicino austriaco sono stati
congelati e Zubin Mehta minaccia di non rientrare più in Austria finché
l'onta neonazista non sarà spazzata via. Possiamo stare tranquilli: noi
italiani che abbiamo con tanta dignitosa fermezza reagito allo scandalo
del Cermis, noi che abbiamo così brillantemente risolto i problemi dei
baraccati di Colfiorito, noi gente della mafia e della 'ndrangheta: glielo
faremo vedere noi, dall'alto del nostro intemerato vivere civico, che
cosa vuol dire essere buoni cittadini europei; gliela daremo noi una bella
lezione, all'Austria neonazista. Siamo del resto in splendida compagnia.
Bisogna davvero essere fieri dell'Unione Europea. Abbiamo tutti presente
come tale degno organismo abbia brillantemente imposto il suo punto di
vista durante la recente crisi serbo-cossovara. Ci siamo tutti sentiti
pervadere da un legittimo fremito d'orgoglio dinanzi alle ferme e chiare
prese di posizione dei nostri organi comunitari europei nei confronti
del macello ceceno.
Diciamo la verità. Questa Europa afasica e invertebrata e stata capace
solo di .sfoderare le sue grottesche unghiette buoniste e politically
correct dinanzi al libero risultato democratico delle elezioni tenute
nel Paese di Mozart e di Musil. Un Paese che dovremmo sentirci onorati
di annoverare tra i membri della nostra Unione e che stiamo criminalizzando
per aver esercitato i suoi diritti sovrani; un Paese che ha espresso un
governo al quale, con il sentire profondamente democratico che distingue
i fautori del "pensiero unico", ci siamo rifiutati perfino di concedere
l'ovvio beneficio della prova dei fatti.
Davanti al muro di Berlino il presidente Kennedy si dichiarò berlinese.
Oggi, io pongo qui formalmente la mia domanda di diventare cittadino austriaco:
e mi aspetto che tutti gli europei liberi facciano altrettanto.
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