Giuliano
Del Borgo
Cardini a Rimini
3 dicembre 1999
 
 

Per iniziativa del Quartiere numero Uno di Rimini e la collaborazione culturale di Identità Europea, Franco Cardini, nella Sala Convegni dell'Albergo Polo, il 3 dicembre 1999 alle 21, ha tenuto una conversazione sul tema

Alle radici dell'Europa, globalizzazione e difesa delle identità.

Erano presenti oltre quaranta persone.
L'introduzione è stata di Claudio Dau, Presidente del Consiglio di Quartiere.
L'oratore è stato presentato dal dott. Adolfo Morganti, Coordinatore nazionale di Identità Europea.

Sia Morganti che Cardini si sono soffermati sulle origini e gli scopi dell'Associazione Identità Europea, sulle sue attività, con particolare riguardo ai Corsi dell'Università d'estate di San Marino.

La conversazione di Cardini, ordinario di storia medievale nell'Università di Firenze e pubblicista illustre, ha preso le mosse prima dal mito di Europa, geografico, etnico e magico della cultura del VII secolo (luogo dell'ampio sguardo, delle ampie distese, del tramonto), poi, molti secoli dopo, dall'esperienza politica, con il Sacro Romano Impero, difensore della Cristianità, autorità sovraordinata ai reguli provinciarum, ossia alle monarchie feudali, espressione anche delle istanze etnico-nazionali. Si direbbe, oggi, l'Europa delle Patrie.

Dalle reciproche rivalse delle Nazioni di Gran Bretagna, di Francia e di Germania sono discesi i nostri mali: "il Finis Europae e l'ascesa inevitabile degli Stati Uniti d'America. Vi è chi contempla il tramonto dell'Europa , al termine di questo XX secolo, che si ripiega su se stesso, riproponendoci il ritorno del capitalismo liberistico su larga e cosmica scala, sotto forma di predominio incontrastato delle multinazionali e di processo di globalizzazione.

Si va verso l'avveramento della profezia di Lenin: uno stipendio da operaio a tutti i cittadini; abolizione della burocrazia; abolizione della polizia; abolizione dell'esercito; infine abolizione dello Stato e avvento del comunismo? Non è così. Con il socialismo reale è crollata l'utopia, grave e sanguinosa, del comunismo. E' risorto, invece, l'ipercapitalismo, costretto però a gettare la maschera progressiva e umanitaria che amava indossare.

Marx predicava l'unione di tutti i lavoratori. Ma sono gli sfruttati a essere divisi; l'unica internazionale che conosciamo è quella del capitale. I governi sono ridotti, come diceva Marx (questa volta buon profeta) a "comitati d'affari" della borghesia. E' il tempo della programmazione informatica dei gestori anonimi del potere finanziario e tecnocratico, della deregulation, delle polizie private, vigilanti su un mondo di inermi, che non potranno più contare sulla socializzazione della difesa individuale e collettiva

"In realtà -ha scritto recentemente Cardini, e lo ha detto anche a Rimini- la storia degli ultimi due secoli ha dimostrato che la sparizione dei corpi intermedi [ossia confraternite, corporazioni ecc.] serviva solo a mettere l'individuo, nudo e indifeso, alla mercè dello Stato. Ma ormai, a sua volta, lo Stato -quello nazionale, ma anche la federazione o la confederazione di Stati che in qualche modo gli si va sostituendo- rappresenta un corpo intermedio che garantisce legalità e trasparenza sottraendo il singolo cittadino al predominio arbitrario, assoluto e anonimo, delle organizzazioni dello sfruttamento globale. Ecco perchè le multinazionali che hanno interesse a liberalizzare definitivamente i mercati in modo da abbassare indefinitamente il costo del lavoro e ad alzare parallelamente i profitti, stanno corrodendo dall'interno gli Stati, ecco perchè le varie forze politiche occidentali, di destra e di sinistra, si stanno tutte omologando e convertendo al primato dell'economia e vanno accettando sempre più il principio che profitti e interessi siano valori intangibili, primari, incontrovertibili: mentre al contrario sappiamo bene che in politica era legittimo scegliere anche strade antieconomiche, ma legittimate da una necessità morale o ideale".

 




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