Enrico Gervasoni
Il Venezuela ci riguarda? - Un fatto passato inosservato che in altri tempi avrebbe mobilitato stampa e cortei in difesa della democrazia
 
15 aprile 2002

Nel caso Venezuela si è pensato che il golpe fosse gradito agli USA, come è stato detto chiaramente in TV. Quindi se il golpe è gradito agli USA va bene o, comunque, non si può criticare. Ecco perché i più in Italia, in gran parte posizionati verso il basso nella piramide dei servi , non hanno preso posizione o hanno benedetto i golpisti in doppio petto, Pedro Carmona & Soci.

Hugo CHAVEZ è rientrato dopo 48 ore nel suo palazzo presidenziale.

Fallisce il golpe in Venezuela e Chavez riprende il comando lanciando subito un'appello all'unità. Qna vera e propria sollevazione popolare ha riportato il presidente istituzionale a palazzo Miraflores.

Chavez può piacere o non piacere, ma è il Presidente regolarmente eletto di uno dei tanti Stati Sudamericani continuamente in bilico tra scorciatoie golpiste ed elezioni regolari.
Sicuramente voleva fare le riforme e da vero nazionalista, in senso buono, aveva a cuore gli interessi del suo Paese e del suo Popolo più che quelli delle multinazionali americane del petrolio associate alla Confindustria Venezuelana.

Quale è stato il primo atto del "golpista" Pedro Carmona, Presidente della principale organizzazione padronale del Venezuela?: abolire tutte le riforme di Chavez (fra cui la riforma agraria che prevede la redistribuzione delle terre ai piccoli agricoltori ed ai contadini (oggi sono in mano a pochi latifondisti) ed immediatamente aumentare del 15 % l'esportazione di petrolio verso gli Stati Uniti, penalizzati dalla congiuntura derivante dal blocco unilaterale irakeno e dall'indifferenza dei Paesi Arabi verso un aumento di produzione richiesto dagli USA.

Fatto curioso rispetto al passato che merita una riflessione: normalmente i golpe militari portavano al potere un militare o una giunta militare; ora al potere ci va direttamente chi li manda: cioè i detentori del potere economico-finanziario con i loro rappresentanti in giacca e cravatta.

In America Latina, si sa, ne abbiamo viste di tutti i colori ai tempi dell'Amerika Imperante: dal Cile all'Argentina, dalla Bolivia all'Honduras, al Guatemala, al Nicaragua, al Salvador, etc..: l'alibi dei Kissinger e delle Thatcher era di impedire che al potere ci andassero i comunisti e di conseguenza i sovietici. Ora qual è l'alibi?: perché impedire che al potere ci vadano e rimangano rappresentanti del popolo democraticamente eletti ? Il Perù è appena uscito da una "dittatura mascherata", anche se i suoi guai non sono finiti dato che non ha petrolio. Sembra evidente che la "politica della sovranità limitata" sia in piena espansione e volontà di applicazione. Questa politica che si realizza con la forza del ricatto economico-finanziario o delle armi quando questo non basta, abbisogna di collaboratori e gendarmi dislocati in ogni zona strategica del mondo, soprattutto dove ci sono riserve energetiche come il petrolio. E qui il discorso si fa lungo e complesso.

Facciamo un esempio a caso: nel Medio Oriente, tra il Mediterraneo Orientale ed il Golfo Persico, dato che non c'è più lo scià di Persia e che la Turchia ha un raggio limitato e non è del tutto affidabile, chi è il miglior gendarme? La migliore Arma destabilizzatrice di pericolose coalizioni capaci di rompere la sovranità limitata di ciascuno? Qual è la Potenza Nucleare capace di tenere a bada Stati e Popolazioni più vasti e numerose?…Credo sia intuibile, ma parliamo di Venezuela.

Il golpe in Venezuela (che fortunatamente possiamo ora definire "tentato golpe") è stato tranquillamente assorbito dai politici, da tutte le televisioni ed i giornali italiani come un fatto di ordinaria amministrazione, ai margini delle notizie di cronaca: definendo Chavez populista e poco altro. Nessuno si è ricordato che nel pieno della campagna di riforme promossa da Chavez, il Venezuela ha subìto delle gravi catastrofi naturali che hanno impiegato immense risorse oltre che perdite di vite umane. Che fare riforme in America Latina non è facile e non tutto può filare liscio, che si può sbagliare, ma che è importante cominciare a farle democraticamente.

È bastato far vedere alla televisione la faccia del golpista Pedro Carmona, rassicurante per tutti in quanto Presidente della Confindustria, definito nuovo Presidente e mai golpista, che tutto è sembrato nella norma: d'altronde, anche da noi quanto ci manca che il Presidente della Confindustria sia Presidente del Consiglio o Capo dello Stato? Nessuno si è posto il problema che il Signor Chavez era stato eletto Presidente, mentre Pedro Carmona era l'espressione di un colpo di stato. L'Italia è indifferente alla democrazia ? I medias ed i politici non distinguono più la differenza tra libere elezioni e colpi di stato? Anche in un Paese con tanti Italiani?
A parte l'apatia ed il basso livello della politica e dell'informazione italiana, credo vi sia anche un altro motivo, che fa sì non vi siano più prese di posizione libere o autonome, di fronte ai fatti del mondo.
Il motivo vero è che ogni avvenimento viene valutato in base alla conformità ed al gradimento da parte dell'Impero, cercando a volte per eccesso di servilismo, di interpretarne al peggio le volontà.

Nel caso Venezuela si è pensato che il golpe fosse gradito agli USA, come è stato detto chiaramente in TV. Quindi se il golpe è gradito agli USA va bene o, comunque, non si può criticare. Ecco perché i più in Italia, in gran parte posizionati verso il basso nella piramide dei servi , non hanno preso posizione o hanno benedetto i golpisti in doppio petto, Pedro Carmona & Soci.

La libertà poggia principalmente sulla capacità di ciascun Popolo di mobilitarsi per conservarla e difenderla, augurandoci che nel contempo, oltre a quella poca solidarietà internazionale rimasta, anche negli USA gli Americani democratici e di buon senso, impediscano agli "AmeriKani" di dominare il mondo.

Onore e merito al Popolo Venezuelano che, messo alla prova, ha saputo difendere democrazia e libertà.

 




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