Paolo Gulisano
Cattolici e federalismo, una collaborazione necessaria
 
17 maggio 2000

I cattolici e lo stato unitario italiano, i cattolici e il federalismo sono i temi che sono stati affrontati in un convegno proposto dall'Associazione Culturale Identità Europea e la rivista "Forum Autonomista" dal titolo: " I cattolici lombardi del '900 dall'opposizione all'integrazione nello stato centralista", che si è tenuto Mercoledì 17 maggio 2000 presso il Circolo della Stampa di Milano.

L'incontro si è incentrato sul ruolo della presenza dei cattolici lombardi nella società e nella politica nel '900, con l'evoluzione progressiva dall'intransigenza con cui si apre il secolo, con Don Davide Albertario e il suo "Osservatore cattolico", fino alla svolta "patriottica" della Prima Guerra Mondiale, alla partecipazione al governo dell'Onorevole Meda, alla nascita dell'Università cattolica, all'eclisse durante il fascismo e alla rinascita della presenza dei cattolici con la lunga stagione democristiana.

Il '900 si chiude peraltro con l'emergere di nuovi soggetti politici come la Lega Lombarda-Lega Nord che costringono i cattolici lombardi a confrontarsi non solo con una questione istituzionale (stato centralista o federalista) ma anche con un problema di identità culturale.

In anni recenti l'episcopato italiano aveva assunto una posizione estremamente rigida ed apparentemente compatta di fronte alle "minacce all'unitarietà dello Stato italiano". La Cei, attraverso i suoi portavoce, era giunta a bacchettare i politici che, a suo dire, non avrebbero difeso con sufficiente determinazione lo Stato unitario. Questa difesa dello Stato uscito dal cosiddetto Risorgimento, ovvero dalla Rivoluzione italiana che sovvertì le antiche istituzioni politiche della Penisola e che si accanì violentemente contro i cattolici e la Chiesa dichiarando, al grido di "Roma o morte", una guerra senza quartiere al Santo Padre e alla libertà della Chiesa, considerato un "valore" assoluto, presuppone da parte cattolica una amnesia storica incredibile e giustificabile solo con fortissimi interessi politici.

Per decenni, dalla nascita dello Stato unitario fino al fascismo, i cattolici sono stati oggetto di una vera e propria persecuzione. Il grande pensatore Augusto Del Noce anni fa fece sentire la sua voce di studioso autorevole quanto purtroppo isolato denunciando il processo risorgimentale come fase della politica estera imperialista britannica. Le modalità con cui l'Italia come entità statale si è formata pesano dunque come macigni, ed è merito del vescovo di Como, S.E. Monsignor Maggiolini, avere ricordato pochi anni orsono che tale unitarietà politica non è dogma di fede per un cristiano. Per la prima volta questi temi sono stati affrontati in un dibattito da interventi autorevolissimi: il Professor Giorgio Rumi, Docente di Storia contemporanea, Università Statale di Milano; uno dei maggiori studiosi della storia della presenza cristiana nel nostro paese negli ultimi due secoli; il Professor Roberto Chiarini, Docente di Storia dei partiti politici presso l'Università Statale di Milano; il Professor Don Luigi Negri, Docente di Introduzione alla Teologia e di Storia della Filosofia presso l'Università Cattolica di Milano, nonché autore di alcuni volumi come "False accuse alla Chiesa" e il recente "Controstoria"; Luciano Moia, giornalista del quotidiano Avvenire e autore del volume "Federalisti di Dio", studio sui rapporti tra cattolicesimo e federalismo, con particolare attenzione al fenomeno Lega Nord. Moderatore della Tavola rotonda è stato Achille Lega, giornalista e saggista, anima storica del federalismo lombardo. Si è trattato di un'occasione storica per riflettere e utilizzare proficuamente la lezione del passato.

Paolo Gulisano




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