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Siamo estremamente preoccupati per il crescente impiego di organismi transgenici in agricoltura e, conseguentemente, nei prodotti alimentari e nei mangimi, sebbene la necessità e i benefici dell'ingegneria genetica applicata all'agricoltura non siano stati ancora provati e nonostante manchino evidenze scientifiche sull'effettivo impatto degli stessi organismi transgenici sull'ambiente e sull'uomo e, in particolare, sulla biodiversità, sulla sicurezza alimentare e sulla salute umana e animale. Siamo altresì molto preoccupati riguardo alle implicazioni economiche e politiche derivanti dalla brevettazione delle invenzioni genetiche e, in particolare, sugli effetti che potranno prodursi sui modelli di sviluppo agricolo e sulle possibilità che il controllo di un settore di indubbia rilevanza strategica quale è l'agricoltura si trasferisca dagli Stati e dai governi e, quindi dai popoli che vi risiedono, ai soggetti privati detentori dei brevetti. Sotto il profilo scientifico, sono stati rilevati alcuni dati ai quali dovrebbe essere riservata maggiore attenzione: 1. tra piante transgeniche e le specie selvatiche loro affini,
si sono verificati casi di ibridazione naturale, con il rischio che i
geni modificati, conferenti resistenza agli erbicidi, introdotti attraverso
l'impollinazione incrociata nelle piante selvatiche, possano dare luogo
a nuove specie potenzialmente super-infestanti; Le rilevanti incertezze che ancora oggi permangono riguardo alle possibilità di impiego degli organismi transgenici non devono essere un freno, ma uno stimolo alla ricerca scientifica che sempre più deve essere finalizzata alla verifica dei costi e dei benefici conseguenti l'utilizzo degli organismi transgenici in campo agroalimentare. Riteniamo inoltre che: 1. la brevettazione di organismi viventi, linee cellulari e geni, così come è stata prevista dagli accordi sul Trattato relativo ai diritti di proprietà intellettuale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, rischi di avere pesanti conseguenze economiche, politiche e sociali sul futuro sviluppo dell'agricoltura che, su scala mondiale, sarebbe sempre più assoggettata alle logiche di approvvigionamento delle imprese multinazionali; 2. la brevettazione delle invenzioni genetiche sia unicamente funzionale agli obiettivi di profitto di un ristretto numero di soggetti privati che, già adesso, si pongono in una posizione oligopolista sul mercato dei fattori produttivi agricoli a livello mondiale. 3. la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo di oligopoli sui mercati dei fattori produttivi e dei prodotti agricoli su scala mondiale, oltre a risultare pesantemente condizionante per il futuro sviluppo dell'agricoltura in genere, lo è in particolare per quella dei Paesi meno sviluppati, che rischiano non solo di vedere gravemente impoverite le loro risorse endogene, ma anche di non riuscire ad arginare il fenomeno della malnutrizione che, come noto, non dipende dalla carenza di prodotti, bensì dall'impossibilità da parte delle popolazioni più povere di disporre delle risorse economiche necessarie per soddisfare la loro domanda; Riteniamo quindi indispensabile che le applicazioni dell'ingegneria genetica in campo agricolo e alimentare siano accuratamente vagliate e, in questo senso, chiediamo ai nostri governi ed alla Commissione della Unione europea di: - garantire che l'eventuale utilizzo degli organismi transgenici in campo agricolo e alimentare non comprometta, in alcun modo, il mantenimento delle forme di agricoltura convenzionale e biologica, assicurando, conseguentemente, la tutela del diritto di impresa degli agricoltori e di scelta del consumatore; - sostenere lo svolgimento di un grande programma di ricerca pubblica sul futuro dell'agricoltura e sulla sicurezza alimentare, che parta dal vasto corpus di scoperte scientifiche più recenti e che tenga accuratamente conto delle implicazioni economiche, politiche, sociali ed etiche connesse all'impiego agricolo ed alimentare degli organismi transgenici; - assicurarsi che ogni organismo transgenico, prima di essere comunque autorizzato al rilascio nell'ambiente, sia sottoposto all'accurato esame da parte di organismi pubblici competenti, nel cui ambito sia sempre e in ogni caso garantita la maggioritaria rappresentanza di scienziati indipendenti, in nessun modo legati al sistema della ricerca privata.
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