Giannozzo Pucci
Raccolta di firme
 
febbraio 2003

Le firme si possono inviare a destinazione anche autonomamente...

 

Al Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azelio Ciampi
Al Presidente del Consiglio dei Ministri on. Silvio Berlusconi
Al Presidente del Senato sen. Marcello Pera
Al Presidente della Camera dei Deputati on. Ferdinando Casini
Ai membri del Parlamento italiano

Abbiamo seguito sugli organi d'informazione il profilarsi di una guerra all'Irak e vorremmo far presente quanto segue:

l'Italia è uscita da due guerre mondiali gravemente menomata nella sua identità e autostima, per non parlare degli infiniti lutti e divisioni fratricide di cui portiamo ancora profonde cicatrici.

Consapevole di ciò, l'Assemblea Costituente, col contributo di tutte le ispirazioni ideologiche presenti, scrisse l'articolo 11 della nostra Costituzione, contenente non una semplice formulazione teorica ma la profonda vocazione politica del nostro paese nel consesso degli altri popoli e nazioni, ereditata dai momenti più alti della sua storia, dall'ara pacis di Augusto e attraverso i secoli dell'era cristiana.

Fu questa ritrovata vocazione che spinse l'allora presidente del consiglio on. De Gasperi insieme al cancelliere tedesco Adenauer e al primo ministro francese Schumann, a mettere le fondamenta della casa comune europea, della quale i nostri tre paesi rappresentano ancora il centro.

La fine dei blocchi ha aperto una nuova epoca.

Prima la reciproca minaccia atomica obbligava a una pace armata, oggi il nuovo terrorismo, senza confronti con quello precedente all'11 settembre 2001, obbliga a contrapporre alla violenza dei più deboli la civiltà dei più forti.

Il Papa e i vescovi italiani hanno condannato come ingiusta, per la coscienza morale, la guerra preventiva, anche in presenza di un'approvazione da parte delle Nazioni Unite.

L'amministrazione americana ha contemplato l'eventualità che, in questo attacco preventivo, gli Stati Uniti potrebbero far ricorso all'arsenale nucleare con una decisione senza precedenti che sarebbe la più fatale per i destini dell'umanità dai tempi dell'attacco nucleare di Hiroshima. Il fatto stesso di non escludere l'uso delle armi nucleari, nelle attuali circostanze e contro una nazione non nucleare, cancella pericolosamente la cruciale e storica distinzione fra armi nucleari e convenzionali. Ciò aumenta i rischi di proliferazione nucleare, anche terroristica, affermando che l'arma atomica è necessaria e che tutti gli stati che la possiedono possono usarla, con la cancellazione di mezzo secolo di accordi internazionali in materia, sostenuti dalla coscienza profonda di tutti i popoli.

"C'è un momento della storia in cui tutto è pronto per la morte della terra (Ap. 7,Iss) e tutto è pronto per la prosecuzione millenaria della storia cosmica ed umana (Ap 20, Iss)…la storia è al suo punto limite; al suo punto di svolta, alla sua alternativa massima: essere o non essere." (Giorgio La Pira)

Questo è il momento del bivio.

Occorre coprire il vuoto di responsabilità, che sta emergendo, con una guida politica che sappia affermare con l'autorevolezza di un'antica tradizione civile le ragioni della coscienza morale, pronta ad anteporre ai propri interessi particolari l'impegno nella soluzione dei principali problemi dei popoli nel rispetto delle loro identità.

La Germania e la Francia hanno dato un importante segnale di candidare l'Europa a questa guida, dimostrando che le tragedie delle ultime guerre mondiali non sono passate invano. Vi chiediamo di adoperarvi con ogni mezzo affinché anche l'Italia possa occupare a pieno titolo il suo posto accanto a loro nel cuore dell'Europa politica che si sta formando, rinnovando la propria vocazione storica di ponte fra i popoli nel cammino di unità.

Ve lo chiediamo consapevoli che la scelta di Isaia è quella di essere, mentre in queste circostanze qualsiasi collaborazione alla guerra sarebbe scelta di non essere, calpestando l'identità profonda e la missione storica del nostro paese.

Giannozzo Pucci e Giovanna Carocci per l'Associazione Fioretta Mazzei, Pino Arpioni (Opera Villaggi per la Gioventù Giorgio La Pira), Alfredo Bardazzi (Opera di San Procolo), Mario Primicerio (Fondazione La Pira),

seguono le firme di
Franco Cardini, Giuseppe Sermonti, Fabrizio Fabbrini, Ettore Bernabei, Gianni Giovannoni, mons. Giordano Frosini,

 




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