Gli Stati membri dell’Unione Europea, (elenco degli Stati), a compimento
del percorso storico che, a partire dal Trattato di Roma, ha progressivamente
generato, rafforzato e approfondito i sempre più molteplici vincoli
di collaborazione e solidarietà reciproca che oggi li accomunano,
intendono manifestare solennemente, attraverso l’adozione di una
Carta Costituzionale, il carattere stabile dell’unione raggiunta
e il suo appropriato significato politico.
La promulgazione della Carta Costituzionale, oltre al suo evidente valore
giuridico, possiede anche un imprescindibile valore simbolico nel suo
essere palese e pubblica testimonianza della volontà dei Popoli
e delle Nazioni dell’Unione Europea di dare vita a una Civitas continentale
che occupi, nel consesso mondiale delle Nazioni, il posto e il ruolo che
le competono.
Richiamare il concetto di Civitas quale ideale connotazione che, attraverso
l’adozione della Carta Costituzionale, l’Unione Europea intende
assumere, significa richiamare alla propria coscienza e a quella dell’intera
Comunità internazionale le radici profonde della volontà
d’unione degli Stati europei che la Carta Costituzionale giuridicamente
invera. L’idea di Civitas è, infatti, l’idea di un
corpo politico che prende vita e consistenza dall’iniziativa di
fondazione di molteplici cives che, prima ancora di condividere lo stesso
spazio territoriale, condividono la reciprocità di valori identificativi,
valori intesi sia in senso economico e strategico che in senso ideale
e culturale.
A livello economico e strategico, i valori che gli Stati dell’Unione
Europea condividono sono quelli di una sempre maggiore integrazione delle
loro singole risorse produttive e distributive, quale necessaria premessa
per un costante innalzamento del livello di sviluppo e di benessere sociale
di tutti e di ciascun Stato, e della edificazione di un apparato integrato
di difesa adeguato alle esigenze di tutela della pace e dell’ordine
internazionale nel contesto, ormai raggiunto, della globalizzazione e
dell’integrazione planetarie.
A livello ideale, i valori condivisi riguardano la consapevolezza della
comune identità storico-culturale che, integrando perfettamente
le singole e inespungibili qualificazioni identitarie delle numerose Nazioni
europee, ha consentito e tutt’ora consente all’idea stessa
di Europa di esistere. Questa comune identità, lungi dall’essere
un elemento relegato nel passato, è una realtà del tutto
attuale e, come tale, possiede ancor oggi l’energia per affratellare
in una comunità di vita e di storia ciascun singolo Popolo europeo.
Questa comune identità risiede nella peculiare concezione dell’uomo
come persona che, apparsa già come intuizione originale della civiltà
greco-latina, ha poi trovato la sua definitiva elaborazione all’interno
della civiltà cristiana con le sue radici ebraiche, ed è
infine diventata patrimonio indiscutibile della riflessione razionale
moderna. Il riconoscimento dell’essere umano come di una persona
significa il riconoscimento che la sua più pertinente qualificazione
è quella di essere un soggetto individuale connotato dalla razionalità
e dalla libertà, pertanto pienamente consapevole e responsabile
delle proprie azioni. La persona umana, così concepita, è
titolare di una piena facoltà di autodeterminazione morale e, in
forza di ciò, è portatrice di una primaria dignità
che precede e anzi fonda il riconoscimento e la tutela giuridico-politici
della medesima. Conseguentemente, la persona è anche titolare,
nei confronti della comunità politica cui appartiene, di una piena
facultas agendi giuridico-politica e quindi di fondamentali e inviolabili
diritti e di altrettanto fondamentali e ineludibili doveri.
Dal riconoscimento dell’essere umano come di una persona, e dalle
primarie conseguenze sopra ricordate, deriva anche una precisa idea della
comunità politica, il cui tratto caratterizzante è rappresentato
dal suo statuto democratico. Lungi dall’essere semplicemente una
forma di governo fra le altre, la democrazia è, per la coscienza
europea, la irrinunciabile traduzione politica dell’idea di persona
umana, in quanto organizza il corpo politica in maniera tale che venga
massimamente tutelato quel carattere di autodeterminazione morale di cui
la persona è portatrice.
La democrazia ottiene questo risultato fissando, prima di tutto, come
propria regola fondamentale, quella della garanzia delle libertà
di coscienza, di religione e di libera espressione dei propri convincimenti,
poi, come regola necessariamente derivata, quella della piena titolarità
dei diritti politici e delle conseguenti facoltà d’azione
e di partecipazione di ciascun membro della comunità politica,
infine, come inevitabile espansione sociale delle prime due, la regola
del pieno riconoscimento della libertà d’azione e d’espressione
delle formazioni sociali al cui interno la persona umana realizza la propria
vocazione relazionale, quali la famiglia, le chiese, i sindacati, i partiti
politici e i movimenti d’opinione.
Proposta di Testo del Preambolo
della Costituzione Europea.
Gli Stati membri dell’Unione Europea, (elenco degli Stati), a compimento
del percorso storico che, a partire dal Trattato di Roma, ha progressivamente
generato, rafforzato e approfondito i sempre più molteplici vincoli
di collaborazione e solidarietà reciproca che oggi li accomunano,
intendono manifestare solennemente, attraverso l’adozione di una
Carta Costituzionale, il carattere stabile dell’unione raggiunta
e il suo appropriato significato politico.
La promulgazione della Carta Costituzionale, oltre al suo evidente valore
giuridico, possiede anche un imprescindibile valore simbolico nel suo
essere palese e pubblica testimonianza della volontà dei Popoli
e delle Nazioni dell’Unione Europea di dare vita a una Civitas continentale
che occupi, nel consesso mondiale delle Nazioni, il posto e il ruolo che
le competono.
Richiamare il concetto di Civitas quale ideale connotazione che, attraverso
l’adozione della Carta Costituzionale, l’Unione Europea intende
assumere, significa richiamare alla propria coscienza e a quella dell’intera
Comunità internazionale le radici profonde della volontà
d’unione degli Stati europei che la Carta Costituzionale giuridicamente
invera. L’idea di Civitas è, infatti, l’idea di un
corpo politico che prende vita e consistenza dall’iniziativa di
fondazione di molteplici cives che, prima ancora di condividere lo stesso
spazio territoriale, condividono la reciprocità di valori identificativi,
valori intesi sia in senso economico e strategico che in senso ideale
e culturale.
A livello economico e strategico, i valori che gli Stati dell’Unione
Europea condividono sono quelli di una sempre maggiore integrazione delle
loro singole risorse produttive e distributive, quale necessaria premessa
per un costante innalzamento del livello di sviluppo e di benessere sociale
di tutti e di ciascun Stato, e della edificazione di un apparato integrato
di difesa adeguato alle esigenze di tutela della pace e dell’ordine
internazionale nel contesto, ormai raggiunto, della globalizzazione e
dell’integrazione planetarie.
A livello ideale, i valori condivisi riguardano la consapevolezza della
comune identità storico-culturale che, integrando perfettamente
le singole e inespungibili qualificazioni identitarie delle numerose Nazioni
europee, ha consentito e tutt’ora consente all’idea stessa
di Europa di esistere. Questa comune identità, lungi dall’essere
un elemento relegato nel passato, è una realtà del tutto
attuale e, come tale, possiede ancor oggi l’energia per affratellare
in una comunità di vita e di storia ciascun singolo Popolo europeo.
Questa comune identità risiede nella peculiare concezione dell’uomo
come persona che, apparsa già come intuizione originale della civiltà
greco-latina, ha poi trovato la sua definitiva elaborazione all’interno
della civiltà cristiana con le sue radici ebraiche, ed è
infine diventata patrimonio indiscutibile della riflessione razionale
moderna. Il riconoscimento dell’essere umano come di una persona
significa il riconoscimento che la sua più pertinente qualificazione
è quella di essere un soggetto individuale connotato dalla razionalità
e dalla libertà, pertanto pienamente consapevole e responsabile
delle proprie azioni. La persona umana, così concepita, è
titolare di una piena facoltà di autodeterminazione morale e, in
forza di ciò, è portatrice di una primaria dignità
che precede e anzi fonda il riconoscimento e la tutela giuridico-politici
della medesima. Conseguentemente, la persona è anche titolare,
nei confronti della comunità politica cui appartiene, di una piena
facultas agendi giuridico-politica e quindi di fondamentali e inviolabili
diritti e di altrettanto fondamentali e ineludibili doveri.
Dal riconoscimento dell’essere umano come di una persona, e dalle
primarie conseguenze sopra ricordate, deriva anche una precisa idea della
comunità politica, il cui tratto caratterizzante è rappresentato
dal suo statuto democratico. Lungi dall’essere semplicemente una
forma di governo fra le altre, la democrazia è, per la coscienza
europea, la irrinunciabile traduzione politica dell’idea di persona
umana, in quanto organizza il corpo politica in maniera tale che venga
massimamente tutelato quel carattere di autodeterminazione morale di cui
la persona è portatrice.
La democrazia ottiene questo risultato fissando, prima di tutto, come
propria regola fondamentale, quella della garanzia delle libertà
di coscienza, di religione e di libera espressione dei propri convincimenti,
poi, come regola necessariamente derivata, quella della piena titolarità
dei diritti politici e delle conseguenti facoltà d’azione
e di partecipazione di ciascun membro della comunità politica,
infine, come inevitabile espansione sociale delle prime due, la regola
del pieno riconoscimento della libertà d’azione e d’espressione
delle formazioni sociali al cui interno la persona umana realizza la propria
vocazione relazionale, quali la famiglia, le chiese, i sindacati, i partiti
politici e i movimenti d’opinione.
Roma, 15 aprile 2003
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