Andrea Tornielli
Il Papa critica la UE:
"al vertice di Nizza ha dimenticato Dio"
 
da Il Giornale, domenica 17 dicembre 2000

Giovanni Paolo II è deluso per la Carta europea dei diritti che l'Unione ha recentemente approvato a Nizza: Una costituzione che non fa alcun riferimento a Dio ed è "poco coraggiosa" nella difesa dei diritti della persona e della famiglia.

Dopo le critiche mosse dai vescovi della Conferenza episcopale europea lo scorso settembre, dopo i dubbi manifestati dal cardinale Camillo Ruini, dopo la denuncia per "l'assenza di Dio" lanciata dal cardinale Joseph Ratzinger due settimane fa, ora interviene direttamente il Papa. L'occasione gli è stata offerta ieri da un convegno che per commemorare i milleduecento anni dall'incoronazione di Carlo Magno, compiuta da Papa Leone III nel Natale dell'800.

Con molta forza, Wojtyla rimprovera all'Europa di "enfatizzare con grandi parole la dignità della persona", violando poi nei fatti. L'accusa, insomma, è quella di predicare bene ma di razzolare male, soprattutto con le politiche in favore dell'aborto, con il possibilismo verso l'eutanasia e l'ingegneria genetica. "L'impegno che l'unione Europea si è assunto, di formulare una Carta dei diritti fondamentali - si legge nel messaggio papale - costituisce un tentativo di sintetizzare nuovamente all'inizio del nuovo millennio i valori fondamentali ai quali deve ispirarsi la convivenza dei popoli europei".

Giovanni Paolo II ricorda la "viva attenzione" con cui la Chiesa ha seguito l'elaborazione del testo, quindi arriva alle note dolenti: " Non posso non nascondere la mia delusione per il fatto che non sia stato inserito nel testo della Carta neppure un riferimento a Dio, nel quale peraltro sta la fonte suprema della dignità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali".

"Non si può dimenticare - aggiunge il Pontefice riferendosi a nazionismo e comunismo - che fu al negazione di Dio e dei suoi comandamenti a creare, nel secolo passato la tirannide degli idoli, espressa nella glorificazione di una razzam di una classe, dello Stato, della nazione, del partito, in luogo del Dio vivo e vero". "Nonostate molti nobili sforzi", per Wojtyla il testo partorito "non ha soddisfatto le giuste attese di molti".

In particolare, il Papa si aspettava una "più coraggiosa difesa dei diritti della persona e della famiglia. È infatti più che giustificata la preoccupazione per la tutela di tali diritti, non sempre adeguatamente compresi e rispettati".

"In molti Stati europei - aggiungere ancora il Papa - questi diritti sono minacciati, per esempio, dalla politica favorevole all'aborto, quasi dapertutto legalizzato, dall'atteggiamento sempre più possibilista nei confronti dell'eutanasia e, ultimamente, da certi progetti in materia tecnologica non sufficientement rispettosi della qualità umana dell'embrione". Evidente il riferimento alla clonazione, all'ingegneria genetica, alla recente decisione pro eutanasia dell'Olanda.

"Non basta - spiega Giovanni Paolo II - enfatizzare con grandi parole la dignità della persona, se essa viene poi gravemente violata dalle norme stesse dell'ordinamento giuridico".

Nella conclusione del suo messaggio Wojtyla ricorda che la "grande figura storica dell'imperatore Carlo Magno rievoca le radici cristiane dell'Europa, riportando quanti la studiano ad un'epoca che, nonostante i limiti umani sempre presenti, fu caratterizzata da un'imponente fioritura culturale in quasi tutti i campi dell'esperienza". Ecco perché oggi, "alla ricerca della sua identità, l'Europa non può prescindere da un energico sforzo di recupero del patrimonio culturale lasciato da Carlo Magno e conservato lungo più di un millennio".




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