articoli di identità europea
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Francesco Mario Agnoli
I Folli Pensieri di Erasmo da Rotterdam - 17
dicembre 2003
 
 

IPOCRISIA 1 – Prima dell’attentato nel quale hanno trovato la morte 19 italiani e molti altri sono stati feriti, gran parte dei politici e della stampa parlavano di resistenza irachena contro l’occupazione. Nei talk-shows televisivi seguiti all’attentato tutti si sono trovati d’accordo nel dire che da ora in poi si deve parlare solo di terrorismo. Eppure erano stati uccisi militari americani, inglesi, polacchi, danesi, spagnoli. Cosa hanno di diverso gli italiani e per quale ragione gli iracheni che non vogliono truppe straniere sul loro territorio dovrebbero fare distinzioni? Oltre tutto il contingente italiano è sotto comando britannico e il Regno Unito è una delle potenze belligeranti che hanno condotto l’attacco all’Iraq. Il dolore per la morte a Nassiriya di 19 fratelli italiani e il ferimento di altri è di tutti. L’ipocrisia dei Palazzi del potere e dell’informazione.

IPOCRISIA 2 - Nelle luttuose cerimonie e nei discorsi seguiti alla strage di Nassiriya politici e giornalisti si sono avvicendati per ripeterci fino alla noia che i nostri militari sono in Irak unicamente per una missione di pace. Evidentemente questi signori stentano a comprendere che non debbono convincere noi, ma gli iracheni. Finché questi non se ne persuadono le nostre sono e rimangono truppe di occupazione né più né meno di quelle statunitensi e inglesi.

IPOCRISIA 3 - Di fronte all’infittirsi di attentati che è incapace di contrastare, Washington afferma di volere accelerare al massimo il passaggio dei poteri a un governo iracheno, ottenendo unanimi approvazioni per quella che viene considerata una radicale svolta della linea politica. Peccato ci siano “molti se e molti ma”. Difatti il potere è di chi ha la forza e finché le truppe americane rimarranno sul territorio iracheno a Bagdad siederà un governo-fantoccio e il vero governo iracheno continuerà a risiedere a Washington.

IPOCRISIA 4 – L’immarcescibile colomba statunitense Colin Power confronta l’Irak, dove tutto va male, con l’Afganistan, dove le cose andrebbero al meglio, e si duole che in Irak non si sia trovato un autentico leader come Karzai. Le due situazioni non sono confrontabili. In Afganistan Karzai comanda sì e no su Kabul e (pochi) dintorni, mentre nel rimanente territorio il vero potere è, come da secolare tradizione appena intaccata dal governo talebano, nelle mani dei capitribù e dei signori della guerra delle varie etnie, che, padroni in casa loro, non hanno alcun motivo di prendersela con Karzai. Del resto questi è il primo a rendersi conto della situazione e si affanna a chiedere l’invio di nuove truppe che gli consentano di uscire da Kabul.

IPOCRISIA 5 - L’indagine demoscopica organizzata dalla Commissione Ue ha mostrato come i cittadini europei, collocando al primo posto Israele fra gli Stati che minacciano la pace mondiale (e al secondo gli USA), siano molto più intelligenti e sinceri dei loro rappresentanti politici. Questi ultimi si sono affrettati a negare che le risposte ad un quesito di lineare semplicità rappresentino (chissà perché no) la vera opinione degli intervistati e, alquanto contraddittoriamente, si sono strappati i capelli di fronte al ritorno dell’antisemitismo, fingendo di non sapere che si può essere radicalmente contrari alla politica omicida del governo israeliano di Ariel Sharon (anche molti ebrei lo sono) senza per questi macchiarsi del delitto di antisemitismo. Senza dubbio esiste il rischio che la politica di Israele faccia davvero risorgere uno spettro che si credeva esorcizzato per sempre, ma a doversene preoccupare sono anzitutto il governo israeliano, modificando radicalmente la propria politica, e gli stessi israeliani, che continuano a votare per il partito di Sharon. Si potrebbe aggiungere che l’ipocrisia dei politici europei (questa del tutto gratuita e priva di scusanti) non aiuta Israele a cambiare.

IPOCRISIA 6 – Secondo notizie di stampa Ariel Sharon avrebbe ordinato di individuare e di punire con la massima severità i coloni israeliani che hanno abbattuto interi oliveti di proprietà palestinese. Ci si potrebbe rallegrare se lo sdegnato Sharon non fosse lo stesso uomo pieno di riguardi e di elogi per i militari israeliani che, col pretesto dei raid punitivi, ammazzano vecchi, donne e bambini. Evidentemente per quest’uomo un bambino palestinese non vale un ulivo.

IPOCRISIA 7 - Secondo rilievi effettuati dall’ONU il muro dell’apartheid israeliana, che secondo Ariel Sharon avrebbe esclusivi scopi di difesa, sposta i confini di Israele fino ad incorporare il 15% del territorio cisgiordano e a rinchiudere in ristrette enclaves almeno 600.000 palestinesi.

IPOCRISIA 8 - Dopo l’assoluzione di Andreotti e le conseguenti accuse politiche a Luciano Violante, sospettato di uso strumentale della giustizia ai danni dell’ex-leader democristiano, i parlamentari diessini ne hanno assunto le difese, denunciando il tentativo di linciaggio del loro capogruppo. Se di linciaggi si tratta, Andreotti ne ha avuto per dieci anni. Violante se l’è cavata in un paio di settimane.

IPOCRISIA 9 – I parlamentari anche dell’opposizione che vogliono la rapida introduzione del mandato di arresto europeo in Italia, ma non sanno cosa ribattere alle evidenti violazioni costituzionali che comporta si trincerano dietro il solenne impegno preso da Berlusconi davanti al parlamento europeo. In altri termini è più importante il rispetto della parola del Berlusca della fedeltà alla Costituzione.

CONFESSIONE FINALE – Il presidente Berlusconi ha rivelato di essere stato contrarissimo all’attacco americano contro l’Irak e di avere cercato in ogni modo di dissuaderne il presidente Bush. Quando si è accorto che era irremovibile l’Italia, da fedele alleato, si è schierata al suo fianco. In realtà, un patto di alleanza può comportare l’obbligo di prendere le parti dell’alleato aggredito senza prima discettare del torto e della ragione, ma chi collabora ad un’aggressione che non condivide e per di più attuata contro il suo parere non è alleato, ma suddito. Un pensiero che raddoppia il dolore per la morte dei nostri fratelli italiani in Irak.

IMPERI – Gli americani amano paragonarsi ai romani, solo che questi nell’edificazione del loro impero applicavano il principio del “divide et impera”. In Irak Bush ha fatto il contrario, spingendo Saddam e i socialisti del Baath nelle braccia di Al Qaida.

VISITE – Gorge W. Bush in visita in Inghilterra; Ariel Sharon in Italia. Attenti a quei due: seminatori di menzogne e odio.

CALI – Secondo un’indagine demoscopia di Datamedia il governo, che nel gennaio 2002 godeva la fiducia di quasi il 52% degli italiani, oggi è al 30%. In meno di due anni un calo di quasi il 40%. Berlusconi ha di che riflettere sui risultati di una politica che ha avuto i suoi punti forti nell’amicizia con Bush e nella guerra ai giudici.

SAMARRA – I mass-media hanno dato grande risalto ad un comunicato del comando americano in Irak, secondo il quale nel corso dell’attacco ad un convoglio militare che trasportava un carico delle nuove monete irachene 54 guerriglieri erano rimasti sul terreno come ha scritto un quotidiano nazionale salvo aggiungere due righe più sotto che sul terreno non era rimasto nessuno perché nessun corpo era stato ritrovato. Due ingenue domande: 1) Come hanno potuto i feddayn fare sparire sotto il fuoco infernale dei carri armati ben 54 cadaveri? 2) Soprattutto, come è stato possibile contare con tanta esattezza gli uccisi in assenza dei corpi? L’unica ragionevole risposta possibile, confortata dalle dichiarazioni di testimoni iracheni, è che gli americani abbiano sparato all’impazzata provocando molti morti, che non si potevano lasciar vedere perché non si scoprisse che si tratta non di assatanati feddayn, ma di innocenti civili.

CONVERSIONI – Al di là degli aspetti penosi del pellegrinaggio di Fini in Israele, che oggi, sotto la guida illuminata di Sharon, è tutto tranne che il campione dell’antirazzismo, nulla da dire sul ripudio dell’antisemitismo. Già il vecchio MSI tentava di prendere le distanze da quella scomoda e dolorosa eredità, ma il passaggio in meno di tre anni di Mussolini da massimo statista del secolo XX a rappresentante del “male assoluto” e il voltafaccia sulla Repubblica Sociale sono stati troppo rapidi perché il pentimento non puzzi di ambizione e opportunismo. Perfino Baget-Bozzo, che lo approva, scrive che il presidente di A.N. ha condotto in porto il progetto di proporsi come il successore di Berlusconi. Probabilmente Fini è ancora più callido di quanto immagini il prete-politologo e intende affrettare il momento della successione, intercettando i voti in libera uscita da Forza Italia, che, nei suoi calcoli, dovrebbero ampiamente compensare quelli perduti nel suo elettorato tradizionale. Tuttavia questi calcoli potrebbero rivelarsi sbagliati. Privata del suo contenuto storico-ideologico di A.N. resta solo un guscio vuoto. Per di più da sempre i rinnegati suscitano diffidenza e antipatia.

IL PENSIERO ALTRUI – “Viene sempre un momento nella storia in cui chi osa dire che due più due fa quattro viene punito con la morte” (Albert Camus).

 




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