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Si racconta che il cardinale Ippolito d'Este, dopo la lettura dell'Orlando
furioso, abbia detto a Ludovico Ariosto: "Messer Ludovico, dove mai
avete trovato tante corbellerie?". giorni del Terrore", "Il decennio pericoloso", "Il
colpo diStato".
Indagini a senso unico, delegittimazione della classe politica liberaldemocratica
(il Caf) a favore del Pci-Pds? "...la destra -scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 24 febbraio 2002- farebbe oggi un grave sbaglio a liquidare la giornata per la legalità al Palavobis come il colpo di coda di una piccola minoranza dstinata a trascinarsi su rancori e rimpianti di sconfitta in sconfitta". [Aggiungerei, sommessamente, che, il 13 maggio 2001, nell'elezione del Senato, la Sinistra (Ulivo + Rifondazione comunista) conseguì 14.965.982 voti (44,3 per cento) e il Centrodestra (Polo + Lega) ne ottenne 14.518.594 (42,9 per cento, perdendo quasi il 5 per cento rispetto all'elezione del 1996), e vinse a causa della mancata coalizione fra Ulivo e Rifondazione. Un'altra leggera erosione sul Centro-destra e una diversa strategia della Sinistra saranno sufficienti per rovesciare il risultato. Anzichè attribuire alle invettive del Palavobis l'esplosione di una bomba rudimentale sotto gli occhi distratti dei custodi del Viminale, il Presidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia farebbero bene a riflettere su di un'altra marcia dei quarantamila, quella di Torino del 14 ottobre 1980, che segnò l'inizio del declino della Sinistra sindacale e politica]. Tutto sommato, il commento politico più equilibrato all'evento del Decennale di Mani pulite è quello di Marcello Veneziani (Il Giornale, 18 febbraio 2002). "(...) Non mi riconosco -annota Veneziani- né in chi celebra l'anniversario di un golpe nè in chi celebra l'anniversario di una resurrezione. Se credessi alla prima ipotesi, dovrei negare l'esistenza di una corruzione larga e diffusa nel Paese, dovrei negare l'entusiasmo che raccolse quell'inchiesta in tutta Italia e nel centrodestra, dovrei negare l'esistenza di magistrati liberi da ogni disegno politico-giudiziario, non di sinistra, che condussero quelle indagini. E dovrei rivalutare la magistratura distratta e connivente del passato, il consociativismo della corruzione, la democrazia bloccata e senza alternanza dei decenni passati. Ma se credessi a Mani pulite come a una sorta di guerra di liberazione, negherei valore alla democrazia che effettua i suoi cambiamenti col voto dei popolo sovrano e non a colpi di toga e di sentenze; negherei dignità al mìo Paese, ritenendo che i suoi mutamenti possano avvenire solo con atti di forza a opera di Illuminati Tutori; e negherei infine che accanimenti unilaterali ci furono in Manipulite insieme a deprecabili protagonismi e tragici errori. (...) Io non credo alla preminenza di un disegno politico dietro Tangentopoli; posso al più pensare all'utilizzazione politica dell'azione giudiziaria e dei suoi effetti. Non escludo che vi fossero disegni politici in quel senso, anzi personalmente credo che esistesse sia a livello intemo sia a livello internazìonale un progetto di quel tipo. Ma non riesco a pensare che l'ondata di inchieste, partite dieci anni fa, avesse in prevalenza alle spalle un disegno politico. Larga parte di quelle inchieste nacquero indipendentemente da un progetto politico; magari c'era in molti magistrati un'ansia di protagonismo e di orgoglio corporativo, la convinzione di essere loro in quel momento i detentori unici del Potere legittimo e legale. Sono invece certo, come è ovvio, che quelle inchieste abbiano prodotto un effetto politico, abbiano concorso ad azzerare un sistema. un equilibrio di poteri, e a delegittimare una classe dirigente. Non solo quella inquisita, signori miei, ma tutta la ragnatela su cui si reggeva l'intero sistema consociativo, che comprendeva il Pci. Altrimenti non si spiegherebbe perché all'indomani di Tangentopoli gli italiani avessero deciso di preferire la novità del centrodestra, il Msi, la Lega e Forza Italia al Pds e dintorni. Allora qual è stato il risultato politico di Mani pulite? In positivo ha contribuito in modo determinante a gettare le basi per far nascere nel nostro Paese una democrazia dell'alternanza. Aiutando a far crollare un blocco di potere, ha liberato forze in chiave bipolare. E questo mi sembra un effetto salutare. In negativo ha contribuito in modo determinante a indebolire la politica rispetto ad altri poteri non solo quello giudiziario, ma quello economico, quello tecnico, quello sovranazionale, quello culturale. (...) Poi sul giudizio storico di Tangentopoli possono permanere tutte le divergenze; io continuerò a ritenere complessivamente giusta e salutare quell'inchiesta, nonostante le deviazioni, le aberrazioni e gli accanimenti che ci sono stati. Ma non si può pensare di affidare la democrazia ai Tutori come se fossimo un Paese di minorenni e di minorati. Vogliamo le chiavi di casa".
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