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L’incontro con la cultura rappresenta, nella società contemporanea, uno dei fattori fondamentali per la crescita personla e e comunitaria. La diffusione planetaria di canali di comunicazione unidirezionali – che costringono lo spettatore ad un ruolo inevitabilmente passivo – non aiuta certamente a formare coscienze critiche, ed esige pertanto strumenti nuovi che privilegino e tutelino la persona.
La proposta delle Mostre dell’Associazione Culturale Identità Europea rappresenta un’occasione concreta per riappropriarsi dello spazio di un’agorà, di un incontro personale con alcuni grandi temi della cultura eruopea,, organicamente intesa e colta come veicolo della costruizone dell’identità aperta – sociale, culturale, spirituale – che il nostro continente oggi vuole veicolare in un ampio progetto di integrazione. In questa “piazza” il passato parla direttamente al presente, così come i diversi cimparti del sapere – arbitrariamente separati dalle ideologie della modernità – interloquiscono fra loro in una prospettiva, quella storica e dei valori, che tutti li unifica nel contesto di un progetto e di un’identità comune.

 


viva cristo re, il martirio del messico
- VIVA CRISTO RE: il martirio del Messico 1926-29

Nel corso del suo pontificato Giovanni Paolo II ha più volte ricordato che il XX secolo ha conosciuto il ritorno dei martiri; ciò è il risultato non solo dei diversi totalitarismi, ma soprattutto del clima ideologico e culturale venutosi a determinare dopo duecento anni di sogni della ragione, che ha voluto violentare la natura e l’uomo in forza delle pretese dell’utopia e delle sue realizzazioni pratiche. Tra questi eventi uno appare denso di significati, per i fatti in sé e per l’operazione di rimozione storica a cui è stato sottoposto: il martirio del Messico avvenuto alla fine degli anni ‘20 e conosciuto con il nome di Cristiada, o rivolta dei Cristeros, i contadini cattolici che impugnarono le armi contro i governi militari appoggiati dagli Stati Uniti, in difesa della propria religione e della propria libertà.
Un evento di considerevole importanza e che incredibilmente non è pressoché rilevato in alcun manuale di storia. Eppure si trattò di una grande insurrezione, di una guerra civile che ebbe luogo in un paese importante come il Messico, che durò tre anni e che si trascinò poi per moltissimo tempo, lasciando effetti duraturi sulla struttura politica e sociale del paese e determinando in maniera irreversibile il destino non solo messicano, ma forse dell’intero continente latino-americano.


A cura di Paolo Gulisano - Ricerca iconografica a cura di Adolfo Morganti - 40 pannelli – Catalogo disponibile
Costo noleggio: 7 giorni € 770,00 +IVA


1500 anni di scozia cattolica
- LA FEDE E LA LIBERTA': 1500 anni di Scozia cattolica

Negli ultimi anni è cresciuto sempre più l’interesse per la Scozia: interesse culturale, storico, artistico, turistico, politico, ma poco si conosce della storia di questo paese, che è certamente la storia della lotta per la difesa della propria libertà nei confronti del secolare espansionismo del potente vicino inglese ma che è stata anche lotta per la sopravvivenza della propria fede cattolica, avversata da una persecuzione durata secoli. La Scozia è un paese che ha dato nel Medioevo numerosi monaci evangelizzatori, teologi come Duns Scoto e Riccardo di S. Vittore, cavalieri crociati che partirono dalle brume delle Highlands per morire sulle sabbie torride di Palestina; un paese che ha conosciuto come pochi altri e con largo anticipo la crudezza della persecuzione religiosa, il cui obiettivo fu l’eliminazione della Libertas Ecclesiae, che è lo scopo ultimo di ogni rivoluzione, poiché laddove la Chiesa è libera nell’adempimento della sua missione - ossia andare con Cristo incontro agli uomini - laddove c’è libertà per la Chiesa c’è inevitabilmente libertà per l’uomo: “La Verità vi farà liberi”.
Lo scopo di questa Mostra è ripercorrere le tappe del cammino della Chiesa e del popolo di Scozia, che è storia di Fede e di Libertà, di testimonianza culturale e di martirio.

A cura di Paolo Gulisano e Adolfo Morganti - 20 pannelli – Catalogo Disponibile
Costo noleggio: 7 giorni € 670,00 + IVA

LE IMMAGINI DELLA MEMORIA: l'utopia della libertà e la realtà dell'oppressione nelle Insorgenze antigiacobine italiane
- LE IMMAGINI DELLA MEMORIA: l'utopia della libertà e la realtà dell'oppressione nelle Insorgenze antigiacobine italiane

L’identità di un popolo, la sua consa- pevolezza, il suo orgoglio passano attraverso la valorizzazione della sua memoria storica, attraverso il ricono- scimento di una esperienza acquisita dalla conoscenza della storia. L’e sperienza della storia insegna non solo il passato, ma il futuro. È però necessario leggere la storia attenti a non entrare nella spirale dei luoghi comuni, delle interpretazioni forzate che vedono la verità solo dalla parte dei vincitori, dimenticando l’universo di chi è stato vinto ma ha combattuto, ed è morto, in nome della sua religione, della sua tradizione, della sua cultura.
Così è stato in Francia nel 1789, come in Italia dieci anni dopo. I vandeani come i sanfedisti, i toscani come i lucani, hanno intuito il significato irriverente e blasfemo dei simboli portati dalla rivoluzione, di quegli alberi della libertà piantati davanti alle loro chiese. Quella società, fatta di popolo e terra, di casa e di pane che stentava a comprendere le filosoferie su parole lontane come Libertà, uguaglianza, fraternità, ha subito colto la lampante contraddizione di una libertà astratta che veniva a privarla delle piccole libertà di ogni giorno, di una uguaglianza apparente che mutava solo il padrone cui obbedire, di una fraternità illusoria nel cui nome vedeva massacrare ogni giorni i suoi figli. La storiografia ufficiale ricorda gli uomini che spontaneamente si opposero a questa invasione come volgari briganti.
Brigante un intero popolo, che ha scritto con il suo sacrificio un’epica, l’«epica del mondo rurale» e della sua lotta dimenticata. Briganti, o meglio insorgenti, per desiderio di riscatto, di affermazione di un mondo e dei valori che lo hanno guidato da sempre. Contrapposti a loro, i rivoluzionari francesi e l’élite giacobina italiana portatori di una visione del mondo completamente antitetica a quella del Trono e dell’Altare.


A cura di Francesco Mario Agnoli e Adolfo Morganti - 30 pannelli – Catalogo disponibile
Costo noleggio: 7 giorni € 650,00 + IVA

- IL RISORGIMENTO ITALIANO, UN TEMPO DA RISCRIVERE
- IL RISORGIMENTO ITALIANO, UN TEMPO DA RISCRIVERE

Questa mostra non intende negare né la legittimità dell’aspirazione all’unificazione politica dell’Italia (an- che se forse si sarebbe potuto optare per la coesistenza di un Regno del Nord con un Regno del Sud), né la presenza nel Risorgimento di episodi di valore e di protagonisti mossi da generosi ideali, perseguiti fino al sacrificio della vita.
Tuttavia questo aspetto è fin troppo noto e la storiografia ufficiale lo ha propagandato ed esaltato fino ad avvolgere l’intero processo risorgimentale nell’aura del mito. Siamo convinti che per una conoscenza “a tutto tondo” di un fenomeno che ci riguarda da vicino quale evento fondante dello Stato italiano, occorra svelarne anche la faccia nascosta, quella della sopraffazione, della violenza, degli affari e degli scandali, che caratterizza il Risorgimento quanto meno nella stessa misura di quello oleografico delle celebrazioni ufficiali. Non si tratta di ridiscutere il risultato acquisito dell’unità politica italiana, ma di riconoscere gli errori compiuti nella scelta dei mezzi e nel cammino per raggiungerla, primi fra tutti la persecuzione della Chiesa cattolica e l’organizza- zione centralista di stampo giacobino in un paese che tutto, storia, caratteristiche geografiche e vocazione naturale degli abitanti, destinava a forme politiche confederali o federali. Errori da riconoscere non per vari revanscismi, ma per eliminare le conseguenze negative di quella “unità che divise”, tuttora presenti ad impedire che l’Italia divenga un paese finalmente “normale”.


A cura dell’Associazione Culturale Identità Europea
Coordinamento: Francesco Mario Agnoli - Ricerca iconografica: Adolfo Morganti - 34 pannelli – Catalogo disponibile
Costo noleggio: 7 giorni € 700,00 + IVA

- FEDERICO II - STUPOR MUNDI
- FEDERICO II - STUPOR MUNDI

Federico II fu una grande e complessa figura, radicata nel medioevo per la sua concezione universalistica e sacrale dell’Impero, ma già aperto alla modernità per la visione dello Stato monarchico amministrativo, per la sua tolleranza religiosa, per la sua versatilità culturale, che spaziava dalla scienza musulmana al diritto romano ed era non meno sensibile alle tradizioni tedesche che alle innovazioni letterarie provenzali e italiane (compose egli stesso rime d’amore di elegante fattura), per la sua magnificenza di costruttore (si pensi a Castel del Monte) e di mecenate, fondatore dell’Università di Napoli e animatore di quel convegno di poeti, di filosofi e di scienziati che fu la sua corte, la Magna Curia di Palermo. Principe coltissimo (parlava il latino, il volgare, il francese, il tedesco, il greco e l’arabo), egli stesso compose uno dei più celebri trattati di falconeria del medioevo, De arte venandi cum avibus. La sua lotta col Papato accreditò la fama, non comprovata, che fosse eretico, o quanto meno agnostico, e la leggenda che incarnasse nella sua persona l’Anticristo. A questa si oppone quella più accreditata di Stupor Mundi, “meraviglia del mondo”.


A cura del Centro Studi Nuovo Medioevo della Repubblica di San Marino
Testi e ricerca iconografica di Maurizio Mecozzi - 16 pannelli – Catalogo disponibile
Costo noleggio: 7 giorni € 500,000 + IVA

-- LA SCIMMIA NUDA - DIMENTICARE DARWIN
- LA SCIMMIA NUDA - DIMENTICARE DARWIN

Da circa due secoli nessuno può mettere in dubbio che la storia della vita non si è svolta in maniera sempre uguale ed uniforme, ma ha continuamente cambiato di configurazione nel corso del tempo: ha subito, cioè, un’evoluzione. Ma come si è realizzata, esattamente, questa evoluzione? Come hanno avuto origine le differenti ed innumerevoli forme di vita succedutesi nel tempo? Ancora oggi - sebbene il vasto pubblico non venga generalmente informato di questo fatto né dagli scienziati né dai divulgatori scientifici - non ne abbiamo la più pallida idea.
Molto spesso l’evoluzionismo viene presentato non quale realmente è, ovvero una parti- colare posizione ideologico-filosofica, ma ad- dirittura come un fatto ormai da tempo acquisito in forma definitiva dai risultati della scienza. Questa, tuttavia, è una mistificazione. Analizzando più a fondo le cose, infatti, ci si rende conto che esso, oltre a non descrivere in modo obbiettivo l’evoluzione dei viventi, frequentemente assume molto più i connotati di una religione che non quelli di una seria ipotesi scientifica: una religione, in ogni caso, prettamente laica, in quanto intesa a sganciare e ad “emancipare” il mondo e l’uomo da ogni dipendenza di carattere metafisico, fornendo nel contempo il principale piedistallo ideologico alla fede nel progresso indefinito.


A Cura dell’Associazione Culturale Identità Europea
Testi e ricerca iconografica di Roberto Fondi - 15 pannelli – Catalogo disponibile
Costo noleggio: 7 giorni € 500,00 + IVA

 
- L'ORO, IL FERRO, IL SANGUE. SIMBOLOGIA E COLORE DELLA CAVALLERIA EUROPEA DA ORLANDO AL COLLEONI.

Il cavaliere non è solamente “l’uomo coperto di ferro e montato a cavallo” delle fonti letterarie dell’Età di Mezzo, figura centrale di un’intera civiltà, quella medievale europea; all’interno dell cultura europea il cavaliere incarna da secoli, al di là e a dispetto di ogni contraddizione storica, un intero universo di valori che riconosciamo distanti dal nostro mondo, di cui razionalmente siamo abituati a dire tutto il male possibile, ma di cui nutriamo nostalgie neanche troppo nascoste: giustizia, sacrificio, amore e fedeltà, onore personale, tutela dei deboli e degli oppressi, fede ed eroismo. Valori difficili e corrosi dall’ipocrisia e dalla menzogna, traditi mille volte da chi avrebbe dovuto incarnarli e promuoverli, ma di cui noi europei non possiamo fare a meno, a pena di cessare di essere noi stessi e di diventare qualcos’altro. La Cavalleria, comunque la si possa giudicare, si rivela parte integrante della nostra identità culturale.


A cura del Centro Studi Nuovo Medioevo della Repubblica di San Marino
Testi di Adolfo Morganti - 15 Pannelli – Catalogo disponibile
costo noleggio: 7 giorni € 500,00 + IVA

 
- QUANDO UCCIDONO UN POPOLO - MOSTRA STORICA SULLA VANDEA

Nel 1793 scoppiava l’insorgenza dell’Ovest della Francia contro il nuovo stato giacobino, una rivolta di popolo “per Dio e per il Re” che sarebbe durata fino alla Restaurazione, che avrebbe provocato lutti e stermini di ampiezza tale da inaugurare una nuova fase della modernità e che provocò una serie di fenomeni paralleli in Italia, in Spagna e nell’area di lingua tedesca. La pagina di storia della Vandea si chiuse nel sangue e restò “dimenticata” per più di 150 anni fino a che studiosi come Reynald Secher non hanno rotto l’incantesimo illuminista fornendo gli strumenti per conoscere quale fu la reale posta in gioco nell’impari conflitto fra la Republique e gli insorti vandeani: lo scontro fra due visioni del mondo irriducibili ed opposte. Ciò che non è ancora adeguatamente conosciuto è lo spessore spirituale e religioso dell’insorgenza vandeana, che non iniziò solo per motivi economici e politici, come riduttivamente si è cercato di far credere: questi aspetti furono il combustibile cui solamente l’oppressione religiosa riuscì a dar fuoco. La dittatura giacobina tentò infatti di sradicare la religione cattolica in Francia, cercando di piegare il clero ai dettami della ragion di stato, obbligando i sacerdoti a giurare fedeltà a uno stato non laico, ma desacralizzato. Di fronte al tentativo di distruggerne l’identità spirituale, la Vandea esplose in armi conoscendo il primo genocidio dell’epoca.


A cura di Reynald Secher
20 pannelli - Costo noleggio: 7 giorni € 450,00 + IVA

 

 

 

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