la rassegna stampa del cibo&vino del Garda

Associazione I Ghiottoni


Condotta del Garda Veronese

direttore Angelo Peretti



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Dicono di noi: Slow Food e I Ghiottoni
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Internet Yellow Pages 2002: Ghiottoni.it
Il gusto del Garda

Un piacere Soave
E adesso tocca al tartufo del Baldo
Risotto con la tinca, sfida del gusto
Se t'incanta la tinca
I «marroni» del Baldo prodotti dop
Da grande farò il cuoco
Lezioni di cucina benacense: un’idea «acchiappa turisti»
Editoria: un libro per scoprire i segreti del vino Bardolino
Bardolino: ti odio e ti amo
Grandi chef per l'olio doc
Il sito del mese
Musulmano il cuoco della cucina tipica
Inglesi e tedeschi conquistati da sport e itinerari del gusto

Pensate, c’è un menù soltanto di castagne
In tavola aole, bigoli e balota per gustare la cucina del Garda

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Le news del cibo-vino del Garda
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Bianco di Custoza
Da premio il pollo ai funghi e i gioielli lacustri del Benaco
Vini del Garda bresciano, Lugana
I carpioni perduti del lago di Garda
Bigoli alla tinca, persico e zuppa di pesci di lago


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Internet News
Internet Yellow Pages 2002
Ghiottoni.it

"Un sito ricco e completo con tutto su vini, cucina e gastronomia del lago di Garda". Incomincia così la recensione de ighiottoni.it sull'edizione 2002 di Internet Yellow Pages, il volume di Internet News che rappresenta la vera e propria "bussola" dei navigatori italiani del web. Internet News (edizioni Tecniche Nuove) ha selezionato 3.000 siti, recensendone 1.600. A pochissimi - fra cui appunto ighiottoni.it - ha dedicato anche l'immagine della home page. I voti del nostro sito sono 5/5 per la navigazione, 4/5 per i contenuti e 4/5 per la grafica. Nella categoria "mangiare" della sezione "cucina" siamo secondi solo... a papà Slow Food, ch
e col sito nazionale del movimento (www.slowfood.it) ha ottenuto 5/5 di valutazione in tutt'e tre le caratteristiche. Nella stessa categoria condividiamo la segnalazione con foto solo con www.caffè.it, col sito di Gualtiero Marchesi www.marchesi.it e, appunto, con www.slowfood.it. Ecco comunque cosa dicono di noi le Yellow Pages di Internet News: "Un sito ricco e completo con tutto su vini, cucina e gastronomia del lago di Garda. Da non sottovalutare, dato che qui si trovano prelibatezze come olio, asparagi bianchi di Rivoli, il marrone del monte baldo, kiwi delle colline moreniche, miele, pesche, tartufo nero. Sul sito piatti tipici, ricette, appuntamenti, libri e pesce - il lago ospita una trentina di varietà: carpione, tinca, lavarello, trota, sarda, anguilla - tutti accuratamente descritti, per finire con le dieci fondamentali ricette gardesane, le ricette di acqua, di terra, del tartufo e le dodici del pesce. Possibilità di iscriversi a corsi di cucina e marchio slow food come garanzia: tradizioni, sapori e cultura tutti da scoprire". Non resta che dire una grande "grazie" ai redattori di Internet Yellow Pages 2002.
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Il gusto del Garda
Per gli appassionati di enogastronomia ecco il sito di un'associazione il cui nome è un programma: "I Ghiottoni", nati qualche anno fa sul versante veronese del lago di Garda, propongono infatti un nutrito programma di iniziative legate alla scoperta e alla valorizzazione della cucina e dei vini locali. Troverete schede dedicate ai prodotti gardesani, un ricco calendario di appuntamenti enogastronomici, innumerevoli ricette e molto altro ancora; fra le curiosità, un piccola antologia con estratti di opere, lettere e diari di grandi scrittori (uno su tutti, Goethe, che al suo soggiorno nella zona dedicò numerose pagine del suo Viaggio in Italia) relativi ai sapori del Garda.
da PleinAir.it dicembre 2001
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Un piacere Soave
Appuntamento con il mandorlato e poi "A scuola di vino". Sono i prossimi appuntamenti che il Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave ha messo in calendario per promuovere e far conoscere il pianeta "vino". Domenica 9 dicembre la sala consiliare del Comune di Cologna Veneta ospita il "Viaggio tra gli abbinamenti del mandorlato di Cologna Veneta", manifestazione promossa dal Comune e dall'Ente Fiera che, in otto tappe dei sapori propone i matrimoni gustosi tra la specialità colognese e svariati altri prodotti gastronomici. Quarta tappa di questo gustoso itinerario sarà proprio l'accostamento, introdotto dal giornalista Angelo Peretti, fiduciario SlowFood, e dall'enologo Luigino Bertolazzi tra mandorlato e Recioto di Soave Docg.
da NetCall.it 6 dicembre 2001
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E adesso tocca al tartufo del Baldo

San Zeno di Montagna. E adesso tartufo. Dopo i formaggi e i marroni, l’Autunno gastronomico di San Zeno di Montagna, la lunga rassegna enogastronomica che ha preso il via sul finire di settembre, valorizza per tutto dicembre la produzione tartuficola baldense. San Zeno, del resto, pone la propria candidatura a piccola capitale tartuficola del Baldo: il Comune ha infatti deciso di aderire all’associazione nazionale delle città del tartufo, a fianco di località del calibro di Alba, Norcia e Acqualagna. Archiviata con successo la quarta edizione di «San Zeno castagne & vino», coi menù degustazione a base di marroni di San Zeno e castagne del Baldo, ecco dunque adesso al via «Conosci il tartufo del Baldo»?, pure al quarto appuntamento annuale consecutivo. La manifestazione, organizzata dall’associazione I Ghiottoni e da Slow food del Garda veronese in collaborazione con l’amministrazione comunale di San Zeno di Montagna, vede protagonisti i ristoranti Kus, Giardinetto e La Casa degli Spiriti, che proporranno interi menù a base di tartufo nero, in connubio col Valpolicella Solane della Santi. Ma a San Zeno di Montagna c’è già qualche idea anche per un ulteriore sviluppo delle iniziative di promozione del tartufo baldense.

«L’obiettivo», conferma il sindaco Cipriano Castellani «è quello di proporre una festa del tartufo, che, così come quella del marrone, induca numerosi visitatori a venire a scoprire il nostro territorio e le nostre offerte gastronomiche».
da L'Arena 1 dicembre 2001
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Risotto con la tinca, sfida del gusto
Stasera alle 20.30, alle cantine Lamberti di Lazise, si svolgerà il secondo campionato del risotto con la tinca, organizzato da Slow Food di Arcigola e dai Ghiottoni, guidati da Angelo Peretti. Sei gli chef in gara: Lorenzo Bonato della «Cascina Martelosio Country Club» di Pozzolengo; Adriana Bocconcello, chef free lance di Bardolino; Giulio Azzi dell’Associazione ristoratori di Lazise; Stefano Lorenzi del «Caval» di Torri del Benaco; Claudia Boarotto del «Biffi» e Renato Leoni del «Pila dell’Abate», entrambi di Isola della Scala. Il menu prevede: spumante e fritto di lago, degustazione dei primi tre risotti in gara, insalatina fresca, degustazione degli altri risotti, luccio in salsa gardesana, sorbetto. I vini: Lugana Melibeo (Santi), Soave classico Santepietre (Lamberti), Collio Sauvignon e Chardonnay Torre di Tramontana, entrambi dei Conti Formentini. Alla precedente edizione parteciparono sedici ristoranti della Riviera orientale e dell’entroterra. La giuria tecnica assegnò la vittoria al «Rely» di Brenzone, quella popolare invece premiò «Il Porticciolo» di Lazise e il «Cristane» di Rivoli Veronese. Un riconoscimento speciale per la tipicità andò al «Kambusa» di Lazise. Il risotto con la tinca è uno dei piatti più popolari dell’area del Garda, dov’è diffuso dalla fine del Cinquecento o dagli inizi del Seicento. «A nord - spiega Peretti- c’è il regno dell’olio e dei bìgoi con le àgole, cioè gli spaghetti al torchio conditi col sugo d’alborelle in salamoia. Più sotto, dopo Garda, che fa da «spartiacque», c’è il dominio della vigna e del risotto con la tinca.
Nel suo Benaco del 1927, Floreste Malfer testimonia come questo fosse il piatto forte delle cene dei pescatori che operavano in cooperativa. Rosolato il pesce, come nella preparazione a guazzetto, s’aggiunge poi una conveniente quantità di acqua. Quando il pesce perde l’occhio è cotto e si leva. Allora si mette il riso, che si rimescola fino alla cottura. La festa è corona e premio alle lunghe fatiche estive». Nei secoli passati il riso veniva coltivato sulla Riviera, anche se a sostegno di questa tesi mancano testi antichi. Studiando i registri della corporazione degli antichi originari di Garda, Nereo Maffezzoli ha trovato una nota datata 10 novembre 1686, nella quale si incolpano d'una epidemia di tifo le «risare nel centro di questa valle angusta». È relativo sempre al 1686 il processo relativo ai presunti dannosi effetti della presenza delle risaie a Garda, studiato da Bruno Chiappa sulla scorta dei documenti rintracciati nel fondo «Ufficio di Sanità» dell’archivio di Stato di Verona. Vi si legge, ad esempio, che il consigliere della comunità Vincenzo Pasotto attribuiva alla «mala qualità dell’aria, che resta infetta dal fetore che cagionano alcune risare» quel «color giallizzo e brutto» della sua gente. Ma forse i veri problemi erano altri. Sta di fatto che questi incartamenti del Seicento dimostrano la presenza delle risaie in riva al lago. Alcuni pescatori ricordano l’utilizzo, per il risotto, delle interiora della tinca, e non già delle carni, consumate invece a parte, accompagnate da una salsa piccante. Si tratta di un uso che ha affinità con la minestra di trippe di trota, con l’aggiunta di prezzemolo e menta.
se.za. da BresciaOggi 21 novembre 2001
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Se t'incanta la tinca
Cinque anni fa, nel 1997, i cuochi erano sedici, e il torneo si sviluppava in varie serate. Quest'anno la disfida del risotto con la tinca, il piatto simbolo della cucina del lago, è di nuovo di scena a Lasize, come allora, e si svolge in un'unica tornata. Gli chef coinvolti nella gara sono sei, tutti provenienti dal Garda e dalla Bassa Veronese. L'appuntamento, curato da Slow Food e da i Ghiottoni, è per domani, alle Cantine Lamberti, inorno alle 20,30. Si parte con un aperitivo col fritto di lago, quindi tocca al luccio in salsa degli chef Tagliaferro e Consolini, dopodiché spazio ai risotti in gara, col pubblico chiamato a votare il migliore. I vini in abbinamento sono il Lugana Melibeo, il Soave Sanfederici della Santi, il Sauvignon e lo Chardonnay Torre di Tramontana della Conti Formentini.
da SlowFood.it 20 novembre 2001
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I «marroni» del Baldo prodotti dop

A San Zeno di Montagna è stato presentato l'autunno gastronomico che, in pratica, durerà tre mesi, sino alla fine di dicembre. I ristoranti della zona propongono una serie di menu a base dei prodotti tipici del territorio: i formaggi, i marroni e i tartufi. Organizzano «Slow Food» e l'Associazione «I ghiottoni», col patrocinio del Comune. Fino al 7 ottobre, in concomitanza con la tradizionale fiera di San Michele, momento di chiusura dell'alpeggio e di vendita del bestiame, la taverna Kus è stata il palcoscenico di «Far San Michel: i formaggi», con menù... caseario, abbinato a un vino rosso siciliano, il Nuhar di Rapitalà.

Venerdì scorso è stato inoltre presentato il nuovo libro del giornalista Angelo Peretti, dedicato alla fiera e alla tradizione casearia del monte Baldo. Un volume finanziato dal comune e dalla Comunità europea, nell'ambito dei programmi di iniziativa comunitaria Leader II.
Dal 18 ottobre al 25 novembre l'attenzione si sposta sul marrone di San Zeno, che è in attesa di ottenere la Dop (denominazione di origine protetta) da Bruxelles, e sulle castagne, protagonisti dei menù proposti dai ristoranti Costabella, Kus e La Casa degli Spiriti, abbinati ai vini gardesani: la Corvina Lamberti sino al 5 novembre, Bardolino novello I Soli dal giorno 6.
Il 3 novembre, in occasione della tradizionale mostra mercato di San Zeno e dell'attribuzione del «Marrone d'oro 2001» al miglior produttore, sarà distribuito un altro libro di Peretti, intitolato «Marroni di San Zeno e castagnari del Baldo», frutto anch'esso della coproduzione Comune - Unione europea.
Dal 1 al 30 dicembre toccherà invece al tartufo nero. Giardinetto, Kus e La Casa degli spiriti prepareranno menu a base del prezioso tubero, affiancato dal Valpolicella Le Solane Santi.
Il sindaco Cipriano Castellani ha illustrato l'iniziativa, spiegando che «come per tutte le aree montane, è indispensabile che sul Baldo rimanga una popolazione permanente, allo scopo di conservare i fragili equilibri ambientali e paesaggistici. Per lanciare i prodotti locali, abbiamo portato avanti numerose iniziative. Aderiamo, ad esempio, alla Alleanza nelle Alpi, una associazione promossa tre anni fa, che elabora progetti ed esperienze su tematiche di interesse unitario.
«Il marrone di San Zeno si appresta poi a diventare il primo frutto del Veneto a ottenere la Dop: il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta della Repubblica italiana, e d entro sei mesi riceverà la consacrazione definitiva da Bruxelles. Siamo inoltre entrati in Tartufo 2000, a fianco di Alba, Norcia e Acqualagna: l'ente mira a promuovere e valorizzare la commercializzazione del tartufo». s.z.
s.z. da Bresciaoggi del 2 ottobre 2001

Da grande farò il cuoco

L'educazione del gusto comincia da giovanissimi. Questo hanno pensato a Torri del Benaco in provincia di Verona e infatti la scuola materna del paese ha deciso di invitare uno dei principali chef della costiera gardesana per insegnare ai bambini a confezionare ravioli, biscottini e dolcetti. Infatti per tre giornate i piccoli allievi si sono cimentati nell'arte della cucina, guidati dal lavoro del cuoco Isidoro Consolini, del ristorante Al Caval di Torri, che tra l'altro in questi giorni è anche protagonista delle serate "Garda-Gourmet", lezioni di gastronomia gardesana organizzate dalla condotta e dal suo efficente fiduciario Angelo Peretti. "Quella coi ragazzini della scuola materna", dice Consolini, "è stata un'esperienza molto interessante: era un piacere vederli impastare". E così i bambini si sono cimentati con la preparazione di paste ripiene, biscotti croccanti confezionati a mo' di lettere dell'alfabeto e alcune torte, mangiate con grande felicità all'ora di merenda. Ma, oltre a tutto ciò, hanno anche visto preparare il pane, sotto l'esperta guida di panettieri professionisti del paese. Insomma un'esperienza che ha unito l'aspetto ludico a quello prettamente educativo e di riscoperta delle tradizioni culinarie di una zona così ricca di storia.
da Sloweb 7 agosto 2001

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Lezioni di cucina benacense: un’idea «acchiappa turisti»

Un breve corso di cucina gardesana, riservato ai turisti. Si tiene ogni mercoledì a Lazise, fino a settembre. E' organizzato dall’associazione «I ghiottoni» e dalla condotta Slow Food, in collaborazione col Gruppo italiano vini e l'Apt della Riviera degli Olivi. Il programma prevede l'arrivo dei partecipanti alle ore 10, alle cantine Lamberti. Dopo la visita guidata tra botti e barrique, alle 10.30 i due cuochi più noti della zona, e non solo (Flavio Tagliaferro della «Gardesana» di Torri e Isidoro Consolini del «Caval» di Torri), spiegheranno il modo migliore per preparare alcune ricette: trota in salsa, sardine in saor, gnocchi di patate con ragù di tinca, carne salada, fogassin sulla gradela. (...) Il turismo enogastronomico è argomento di attualità. E che richiama un numero sempre maggiore di persone. Dopo Trentino, Toscana e altre regioni, adesso anche la riviera orientale del lago passa dalla teoria alla pratica. Le lezioni si tengono in italiano, tedesco o inglese, in modo da avvicinare il numero più ampio possibile di vacanzieri. (...) Tagliaferro, nel corso di una esercitazione riservata ai giornalisti, ha spiegato che persici, cavedani, trote, ecc. costituiscono una risorsa importante per la ristorazione (l'approvvigionamento è assicurato da un centinaio di pescatori). E che speziatura, salagione, essicazione e marinatura influenzano ancora il sapore finale degli ingredienti.
s.z. da Bresciaoggi 28 giugno 2001
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Editoria: un libro per scoprire i segreti del vino Bardolino

Storia, tradizioni, ricette, profili aziendali: e' il contenuto della nuova guida dedicata al Bardolino che l'editore veronese Morganti ha realizzato per la collana ''Il teatro dei sapori''. Scritto dal giornalista enogastronomico Angelo Peretti, il volume raccoglie in oltre trecento pagine le testimonianze della cultura della terra in cui nasce questo vino. Percorrendo il territorio di produzione del Bardolino, che raccoglie undici Comuni della sponda veronese del lago di Garda e dell'entroterra del basso lago, l'autore ricostruisce la storia di uno dei vini rossi veronesi piu' amati e conosciuti. Il libro, oltre al profilo dei paesi in cui il prodotto fiorisce, propone abbinamenti gastronomici e entra nelle cucine di numerosi ristoranti per carpire le ricette che impiegano il Bardolino. Oltre al vino parlato la guida propone quindi un percorso tra le cantine e tra i produttori per affidare al lettore la scelta del vino da assaggiare direttamente.
da ANSA 21 giugno 2001 11:33
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Bardolino: ti odio e ti amo
È dedicato ad un vino, il "suo" vino, il nuovo libro di Angelo Peretti, giornalista, presidente dell'associazione I Ghiottoni nonché autore di guide, volumi e libri dedicati ai sapori della cucina italiana, veneta in particolare. (...) Un libro interessante, ricco di immagini, notizie e curiosità che appagano la lettura. Risultato garantito anche dallo stile dell'autore che, anche se dichiara di odiare un po' il Bardolino perché, civettuolo, vuol piacere a tutti, fa capire che l'amore provato verso l'amico fedele è indissolubile.
N.B. da Dipende - Giornale del Garda giugno 2001
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Grandi chef per l'olio doc
Sta per concludersi, a Marone, la settimana dedicata all'olivicoltura sebina. (…) Giovedì scorso, l'appuntamento "clou" della manifestazione: un convegno curato dall'Aipol e la consegna dei premi "Ercole de Ela" (il riferimento è ai resti di una statua di Ercole rinvenuta, insieme a pietre da frantoio e a uno scolatoio per l'olio, fra i ruderi della villa romana scoperta in località "Cò de Ela", a Marone). Assai apprezzate le "riflessioni ad alta voce" proposte dal giornalista Angelo Peretti. I marchi di qualità, secondo lui, sono solo un pre-requisito: risulta che il 10% dei consumatori è disposto a pagare un prodotto anche il 50% in più, ma vuol saperne di più, lo vuole unico, raro, frutto del "genius loci" di un territorio, un vero bene culturale certificato dall'intera filiera produttiva, ma anche dalla filiera di enti e associazioni senza scopo di lucro che quel territorio animano. Il settore agroalimentare deve diventare il cuore dell'offerta turistica, non restarne ai margini o fare da riempitivo. Non è vero, infatti, a sentire il giornalista, che sia Montisola a dare valore aggiunto al suo olio: è l'olio, piuttosto, che dà valore aggiunto a Montisola. Alla fine, la consegna dei riconoscimenti. Sono stati premiati Giovanni Bedinelli (alla memoria), di Angolo Terme, cui si deve "l'oliveto più a nord d'Europa", il maronese Emanuele Ghirardelli, responsabile della Coldiretti di Sondrio, don Redento Tignonsini, per l'impegno nel sociale, Vittorio Fusari, notissimo chef dell'osteria "Il volto" di Iseo, e Gualtiero Marchesi, "sacerdote della gastonomia mondiale".
g.z. da BresciaOggi 3 giugno 2001
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Il sito del mese
Se anche voi, come me, di fronte a questo sublime verso di Johann Wolfgang Goethe "Kennst du das Land wo die citronnen blühn" (Conosci tu la terra dove fioriscono i limoni) siete presi da un sublime incantamento, se considerate il Lago di Garda non solo il più grande e affascinante dei laghi italiani, ma un luogo eletto, quasi una categoria dello spirito, dove sognare una qualità della vita diversa e ritmi più umani, oltre che gustare in ogni momento dell’anno squisite prelibatezze www.ighiottoni.it è un sito assolutamente da non perdere. Sì, lo so, queste pagine web molto lineari e un po’ spoglie nella grafica, ma piene di notizie e approfondimenti su tutte le meravigliose cose buone del Benaco, ospitano, oltre alle mirabili gesta dell’associazione I Ghiottoni di Torri del Benaco anche la Condotta del Garda Veronese di una nota associazione che sicuramente "nel cor non mi sta proprio", ma poiché nessuno è perfetto e tutti noi abbiamo le nostre contraddizioni e i nostri angoli bui, possiamo "perdonare" Angelo Peretti, che del sito e dell’associazione è uno dei maggiori animatori, oltre che bravo scrittore di cose enogastronomiche, di portare ben in mostra la "chiocciolina" sulla giacca. (...) La cucina ha ovviamente larghissimo spazio in questo sito, con un vasto ricettario che va dai dieci piatti classici della cucina gardesana, (ovvero risotto con la tinca, bigoi con le aole, minestrone di castagne, sardéne en saor, sisàm, carpione ai ferri, luccio in salsa, polenta carbonèra, anara col pién, carne salàda), a ricette di terra, e da piatti a base di tartufo del Monte Baldo, a piatti doc proposti da alcuni dei migliori cuochi del lago. (...)
Franco Ziliani da "Wine Report" aprile 2001
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Musulmano il cuoco della cucina tipica
Il maestro Flavio Tagliaferro e l’allievo Mohamed Harmachi: l’incontro tra i fornelli di due diverse culture culinarie e una promessa sfida all’insegna della cucina araba. Tagliaferro chef affermato, consulente gastronomico tra i più contesi tanto da fare la spola dal Giappone agli Stati Uniti per dimostrazioni e lezioni (...). Harmachi, una vita da extracomunitario, improvvisato pizzaiolo stagionale approdato sul Garda una decina d’anni or sono. Anni di sacrifici ma anche di soddisfazioni, con la passione e la scoperta della cucina locale tanto da riuscire a piazzarsi al secondo posto nel recente campionato dei risotti al tastasal svoltosi al centro La Meridiana delle cantine Lamberti su iniziativa della condotta del Garda veronese di Slow Food e dell’associazione i Ghiottoni di Torri. «La mia fortuna», dice il maghrebino di 29 anni, sposato, con un bambino di due mesi dal nome Hamza in onore del cugino di Maometto, «è stata quella di aver incontrato Flavio, chef di prestigio. Questo mi ha consentito di avviarmi alla professione di cuoco e l’aspirazione è quella di potermi inserire nell’ambiente, acquisire sempre più professionalità e puntare a migliorare le mie conoscenze culinarie». È una passione che ha nel sangue, considerato che non è certo facile per un musulmano praticante conciliare l’attività di cuoco con la fede che impone l’osservanza di regole ben precise: non assaggiare cibo alcuno durante il giorno nel periodo del Ramadam e di astenersi dal mangiare carne di maiale. «Un problema non di poco conto», ammette Harmachi, «ma che di volta in volta riesco a superare facendo assaggiare quello che preparo a chi mi segue in cucina». (...)
Alvaro Joppi da L'Arena 4 marzo 2001
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Inglesi e tedeschi conquistati da sport e itinerari del gusto
Se i turisti, soprattutto stranieri, che arrivano sulla sponda veronese del Garda si trattengono ogni anno che passa qualche giorno in più probabilmente è anche per avere il tempo di scoprire le risorse enogastronomiche dell'area, asso nella manica in cui il Lago, a ragione, ha scelto di investire. I circa 500 alberghi della Riviera degli Olivi - cui vanno aggiunti una sessantina di campeggi e varie altre strutture ricetti ve - registrano da tempo il tutto esaurito per oltre cinque mesi l'anno, impiegano tutto il personale del posto oltre a duemila addetti che arrivano da tutta Italia ed hanno contato nei primi 11 mesi del 2000 quasi 8,7 milioni di presenze (+6,5%, con una permanenza media di quasi 6 giorni) certamente grazie ai numerosi stimoli di carattere culturale - con fortificazioni, eremi e castelli - e sportivo, con percorsi cicloturistici e tutto quanto occorre per le discipline aquatiche. Il palato, però, sembra l'elemento a cui si guarda ultimamente con maggior attenzione e lo confermano iniziative come la nascita dell'Associazione delle strade del vino e dell'olio o le rassegne organizzate dalla Apt in collaborazione con Slow Food, momenti per scoprire, ad esempio, il marrone tipico di San Zeno di Montagna, tra ottobre e novembre, oppure incontrare gli aromi del tartufo nero del Baldo e gli oli extravergini del Garda. Un altro segmento verso il quale l'Apt ha profuso grande impegno, negli ultimi anni è quello del turismo sportivo. Sono stati potenziati i servizi per gli appassionati di mountain bike, intensificando il trasporto con autobus dei ciclisti sulle pendici del Monte Baldo, da dove si dipartono suggestivi itinerari, ed istituendo un servizio di funivia che trasferisce i cicloamatori con i loro mezzi alla Colma di Malcesine, a 1.760 metri di quota, punto in cui si può scegliere tra una grande varietà di percorsi di discesa. Quella sul Garda è una vacanza che, a fronte di un calo italiano, sembra sedurre sempre di più i visitatori tedeschi (3.370.000 presenze da gennaio a novembre,+ 13,2%), quelli dal Regno Unito (+19,3%) e dai Paesi Bassi (+12,3%).
G.Fa. da Il Sole 24 Ore 12 febbraio 2001
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Pensate, c’è un menù soltanto di castagne
Un itinerario gastronomico alla scoperta del marrone tipico di San Zeno e dei vini della riviera gardesana. L’iniziativa, «San Zeno, vini e castagne» è stata promossa dall’Azienda di promozione turistica della Riviera degli Ulivi, dal Comune di San Zeno di Montagna, dallo Slow Food del Garda e dall’associazione i Ghiottoni di Torri del Benaco. (...) E proprio sul connubio fra prodotti tipici, turismo e agricoltura hanno posto l’accento gli amministratori, che sono intervenuti ieri mattina al caffè Dante a Verona. «Turismo ed economia sono un binomio vincente», ha spiegato Aleardo Merlin, presidente della Provincia. «Facendo conoscere i prodotti tipici aiutiamo lo sviluppo dell’economia della zona». Per Davide Bendinelli, assessore provinciale al turismo «l’enogastronomia, insieme alla cultura e allo sport, svolge un ruolo fondamentale nell’incentivare il turismo». (...) «Quella di quest’anno è la terza edizione della manifestazione», ha spiegato Angelo Peretti, organizzatore dell’iniziativa. «Tutto è nato quasi per caso tre anni fa, una specie di scommessa, ma che ha riscosso un immediato favore da parte del pubblico». (...) «Turismo oggi vuole dire mettere in evidenza la propria identità» ha dichiarato Giuseppe Lorenzini, presidente dell’Unione gardesana albergatori, durante la conferenza stampa. «La gente quando si muove cerca cultura, conoscenza, vuole scoprire la civiltà del posto dove si reca. La promozione dei prodotti locali diventa a questo punto un servizio indispensabile da offrire a chi visita il nostro territorio». Per Albino Pezzini, assessore provinciale all’agricoltura il ruolo dei ristoratori è indispensabile. «Introdurre i prodotti tipici nel menù dei vari ristoranti è la miglior forma di pubblicità che si possa fare per far conoscere l’intero territorio». Claudio Valente, rappresentante della Camera di Commercio di Verona, ha posto l’accento sulle tradizioni produttive millenarie che caratterizzano l’area del Baldo Garda.
a.t. da L'Arena 18 ottobre 2000

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In tavola aole, bigoli e balota per gustare la cucina del Garda
(...) A Sirmione, Maria Callas, quando soggiornava a villa Meneghini, fra una tornata operistica e l'altra, prendeva cura della sua voce con il miele "catulliano", colto nell'agro dei colli morenici gardesani. Uno dei migliori si trovava nei pressi dell'Abbazia di Maguzzano, dove sorgeva ai tempi la mitica fattoria "Macarona", dalla quale trasse origine la definizione data alle sue poesie da Merlin Cocai, appunto le "maccheroniche". Il geniale ma turbolento frate, ospite maldesiderato nel convento di Maguzzano, era un fine intenditore di ghiottonerie. Questo il suo commento: "Si mangia sempre del buon pesce da quelle parti: sardéne, anguille, carpione, tinca, trote". La lode viene da un personaggio che certo non le mandava a dire: davvero un severo critico gastronomico ante litteram, come Ortensio Lando. L'inciso di cui sopra è riportato, a ragion veduta, sul frontespizio del piccolo ma interessante volumetto "La cucina tradizionale del lago di Garda - parte prima", redatto da Isidoro Consolini, Angelo Peretti e Flavio Tagliaferro. Due cuochi e un giornalista (Peretti) molto esperti in materia e capaci di investigare, con proprietà di intenti e di linguaggio, nel patrimonio dell'area gardesana, proponendo le specialità ritrovate con precise modalità di cottura. (...)
Luciano Imbriani da "Civiltà del Bere" aprile 1998
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Bianco di Custoza
La denominazione Bianco di Custoza è stata istituita nel 1971 e prevede le tipologie Bianco e Spumante. La zona di produzione comprende, in tutto o in parte, i territori dei Comuni di Peschiera, Lazise, Valeggio sul Mincio, Pastrengo, Castelnuovo Veronese, Bussolengo, Villafranca e Custoza.
I vitigni utilizzati per la produzione di questo bianco sono quelli classici della parte meridionale del lago di Garda: trebbiano toscano, garganega, tocai friulano, cortese e malvasia toscana, con aggiunte di riesling italico, pinot bianco e chardonnay.
Il vino ottenuto ha caratteristiche particolari e ben si abbina alla cucina di lago, con le sue preparazioni a base di pesce.
La produzione migliore prevede anche vini affinati in legno, che risultano corposi e complessi. Tra questi si segnala l’ottimo Bianco di Custoza Sampietro (20 mila lire in enoteca) dell’azienda Vigne di San Pietro (Sommacampagna, tel. 045 510016). Buono anche l’Amedeo della Cavalchina (Custoza, tel. 045 516002, 18 mila lire), mentre tra quelli meno impegnativi è piacevole il Vigneto Monte Fiera dell’azienda Montresor di Verona (tel. 045 913399, 19 mila lire).
Gigi Piumatti - da "La Stampa ttl" 29 settembre 2001
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Da premio il pollo ai funghi e i gioielli lacustri del Benaco
ANTICA TRATTORIA ALLE ROSE - Salò (Brescia)
Sono ristoranti come questo che salveranno l’Italia della gastronomia; sono ristoratori e cuochi come quelli che trovate in questo angolino di lago di Garda che ci risparmieranno la delusione della omologazione gastronomica; sono chef e piatti come quelli che mangerete in questo pezzetto di provincia di Brescia che testimonieranno per sempre il nostro passato, regalandoci un futuro fatto di felicità gastronomica. Occhio, i gastrogonzi sono sempre in agguato: l’Italia, i suoi giornali e le sue guide ai ristoranti sono pieni di gente che dice che la cucina basata su Terra Tradizione e Territorio non vale granché: bene, mandateli al diavolo e chiedete loro se sono mai venuti qua, sulla trafficata strada provinciale che taglia in due e sconvolge la tranquillità di questa pulita, elegante, ordinata, fiorita piccola città.
(...) Eccovi un lucente immacolato piacevolissimo raccolto ristorante, rinnovato, con arredi moderni scelti con cura ed attenzione e che mettono in rilievo gli ambienti antichi di questo posto: avrete a disposizione una micro saletta, una sala allungata su una veranda coperta e, se la stagione lo consente ancora, qualche posto sul cortile, affacciato sulla commovente datata insegna.
Ecco tutta per voi la cucina dell’amore, accompagnata dalle bottiglie di una carta di brutta presentazione ma ricca dei vini "Delle nostre terre". Bevendo un Garda Classico Groppello Costaripa 1998 (50.000 lire), ho seguito i piatti di un menu guidato (ed elencato, ahimè, a voce). Dopo la flûte di Prosecco (ma sarebbe stato meglio un Franciacorta!), strepitosa polentina con funghi, tortino di porri e finferli, porcini arrosto, fiore di zucchina farcito e fritto in maniera straordinaria, carpaccio con funghi conditi da quell’indimenticabile olio del Garda che è prodotto da Alex Nember (piatti accompagnati da inarrivabili zucchine in carpione).
Al primo piatto non perdete altre delizie, tre: i tortelli di ricotta e spinaci che, quasi, nemmeno a Parma, quelli "bresciani", cioè farciti in magistrale equilibrio di "bagoss", il celebre raro formaggio di Bagolino, le pappardelle al ragù di anitra. Si sta sempre su Terra Tradizione e Territorio con i secondi piatti; i 40 pescatori di Garda, i Dominicis (detti "I Franz") di Gargnano, i due ultimi di Salò, strappano al Benaco i gioielli lacustri: il raro pesce carpione semplicemente lessato è un assaggio di paradiso (così come l’altro olio di condimento: il D.O.P. Garda Bresciano Studio Natura di Polpenazze). Da premio anche il pollo (e chi lo fa più?) ai funghi e la soave torta di mele in salsa vaniglia. 80-90.000 lire di felicità.
Edoardo Raspelli - da "La Stampa ttl" 29 settembre 2001
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Vini del Garda bresciano, Lugana
Il tratto meridionale che si estende leggermente ondulato fra Desenzano e Peschiera prendeva il nome di Lucana, dal latino "lucus" e quindi bosco, volgarizzato in Lugana. Le ondulazione del terreno altro non sono se non formazioni moreniche con sottosuolo argilloso, dove attecchisce bene la vite. Il bosco fu fatto recidere da Gian Galeazzo Visconti, intorno agli anni 1350-1400, il quale usò i tronchi degli alberi per deviare il corso del fiume Mincio nel vano tentativo di prendere Mantova. Veneziani, Francesi e Tedeschi fecero poi altrettanto, continuando quella bonifica che tuttora è in corso.
La vite si conferma essere la regina della zona, tanto che Ottavio Rossi ebbe a scrivere: "...qui a dispetto quasi della natura di questi gessi e di questi fanghi, vi si generano viti generose che abbondano di vino gagliardo e grosso se nero, ma gagliardo e soave se bianco e fatto con artificio...". La storia vinicola in questa zona si perde nella notte dei tempi. Ne hanno parlato Catullo, che aveva proprie terre in Lugana, Andrea Bacci e più recentemente il prof. Cosmo, che dopo profondi studi, giunse a dire che l'unico vitigno di questa zona è il "trebbiano di Lugana", conosciuto come Turbiana o Turviana.
Da queste uve si ottiene il Lugana, divenuta Doc nel lontano 1967 e successivamente modificata nel 1998, e che ora può fregiarsi anche dell'appellazione "Superiore". È un vino che può maturare in legno e può continuare ad essere prodotto anche nella versione spumante. Quindi il Lugana diventa vino da antipasti, da aperitivi, da piatti delicati con pesci di lago, ma nella versione, importante, quella "Superiore", quella da "invecchiamento", accompagna pesci salsati, vitello tonnato, carni bianche e ogni qualsiasi pietanza venga arrostita alle braci, qui rigorosamente con legna di olivi o tralci di vite.
Un vino dunque, non necessariamente beverino, ma anche strutturato e longevo, che sfata il mito di berlo giovane, entro l'anno di produzione. Basta provare i nuovi vini dei produttori del Lugana per rendersene conto. Per numerosi increduli e poco convinti non è ancora troppo tardi. Il nuovo millennio consente loro di ravvedersi e fare atto di pentimento come lo ha fatto il grande maestro Luigi Veronelli che afferma "la mia impressione è quella di essere in ritardo. Avevo visitato e camminato le terre di Lugana, almeno una ventina di anni fa molto bene, tant'è vero che segno nei miei libri alcuni vigneti ancora oggi famosi. Non mi sono accorto che con la capacità imprenditoriale di nuovi viticoltori sono andati moltiplicandosi, con l'acquisizione, nuovi cru che vanno naturalmente seguiti, soprattutto camminati e assaggiati nei nuovi vini... I Lugana, cosa rara nei vini, hanno una straordinaria capacità di farsi riconoscere. Tu assaggi un Lugana e se sei un buon assaggiatore, non puoi dimenticarlo... Nel vino sono molto presenti la limoncella, la rosa canina, la rosa spina e anche un po' di mandorla, che l'avverti sì, ma molto leggera... Bevi il tuo Lugana giovane, giovanissimo e godrai della sua freschezza. Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto dalla completa autorevolezza".
Rocco Lettieri - da "Cucina & Vini" maggio 2001
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I carpioni perduti del lago di Garda
A ci magna 'l carpiô ghe vé i piòci! Nel gustoso libello di Angelo Peretti dedicato al carpione rintracciamo questa massima, in voga sulle rive venete del lago di Garda, già Benaco, che minacciava i pidocchi a quanti si nutrissero del pregiato salmonide. (...) Era un pesce da ricchi, per secoli appannaggio dei banchetti nobiliari e dei cuochi che se ne prendevano cura, dal Platina a Bartolomeo Stefani, chef dei Gonzaga. Se invece di venderlo i pescatori se lo portavano in tavola, rinunciavano ai cospicui proventi e rischiavano i pidocchi, araldi della miseria. Oggi (...) occorre piantonare le banchine al ritorno delle imbarcazioni per sperare di accaparrarsene un esemplare, pescato con i tradizionali ferri del mestiere: la rete da fondo, detta volantino, e la dirlindàna, un lungo filo zavorrato al traino della barca da cui si ramificano le esche. Una speranza spesso disillusa. Perché parlarne allora? Perché magnificare le qualità del lussurioso pesce - l'unico dalla doppia fregola - se poi non è possibile gustarlo? Sarà per memoria storica delle semplici ricette che non si potranno più sperimentare (...). Oppure il carpione è un pretesto, per affrontare la sponda orientale del lago con un occhio di riguardo per la gastronomia di queste terre, e per un patrimonio ittico che, nonostante l'eutanasia del carpione e una crisi analoga per le alborelle (àole nel dialetto locale, ideali per condire i bìgoi) continua a garantire ai pescatori di Garda un pescato qualitativamente ineccepibile, e piatti tipici di conseguenza. Il reddito dei soci della Cooperativa, attiva dalla prima metà del '900, poggia oggi sul coregone-lavarello, altro salmonide immesso nel lago negli anni Venti. Meno importanti le sarde, già fonte di reddito per l'intero paese; i filetti salati si conservano sott'olio extravergine e nei nuovi locali della Cooperativa, nell'ex macello, ogni tanto se ne trovano. Talvolta si pesca ancora qualche trota spettacolare, di vari chili, mentre la tinca è tuttora la base del classico risotto, risalente all'epoca in cui, prima della bonifica del 1630, a Garda si coltivava il riso. Fra le specie maggiormente commercializzate il persico, l'anguilla e il luccio, che si lessa e si condisce con cannella, olio e un soffritto di acciuga. Completano il quadro carpe, cavedani, barbi e altre specie minori. Da provare in quelle poche osterie di Garda, Torri del Benaco, Lazise e Brenzone che non si sono genuflesse alle sciatterie del turismo "mordi e fuggi" o ai salamelecchi di quello d'alto bordo.
Alessandro Monchiero - da "Specchio - La Stampa" 14 aprile 20

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Bigoli alla tinca, persico e zuppa di pesci di lago
RISTORANTE GARDESANA Torri del Benaco (Verona)
Sarà uno splendore, una meraviglia, da queste parti, in questo grande arco di Lago di Garda, la primavera inoltrata, ma sapeste che fascino, già dieci giorni fa, quando ancora il tempo era tra l'incerto ed il cupo, questa sponda veronese, forse meno celebre, meno nota di quella lombarda ma ricca di dolce, malinconica bellezza. Ci si arriva da Peschiera costeggiando la riva orientale, oppure, come ho fatto io, salendo da Verona verso Trento in autostrada ed uscendo al casello di Affi. Da lì, tra rotonde che slargano sui consueti falansteri della grande distribuzione, oppure inoltrandosi nel verde chissà come salvato, eccovi scavalcare la collina e, curva dopo curva (per pochi, facili chilometri), arrivare a Garda e, da qui, proseguire di nuovo a Nord verso la vicina Torri del Benàco. Lungo la sponda, un cartello vi farà deviare verso il centro della cittadina mollemente quietamente allungata sull'acqua. Vi farà da faro l'antico castello che sovrasta di poco le case e che segnala l'inizio dell'isola pedonale. Se da queste parti venite a dormire od a mangiare, la potrete passare senza che nessuno vi dica niente ma, mi raccomando, veniteci subito, ancora ai limiti dell'inizio della stagione. L'altra sera, un venerdì, l'unico movimento fuori, nella soave bellezza della piccola piazza del municipio, l'unico rumore era lo sciabordio del lago sulla riva e il traccheggiare delle barche, da quelle da pesca a quella dei carabinieri. Siete davanti a mura che hanno 550 anni di storia; sulla lunga bassa sobria facciata dell'Hôtel Gardesana si apre il porticato sotto il quale sarà una meraviglia attardarsi. Sopra, i lampioncini della terrazza da pranzo forano dolci il verde dei rampicanti. (...) Si cena al primo piano, in un ambiente piacevolmente datato: un ampio ingresso con tavolone ed i mobili della nonna, qualche antica suppellettile, poi la sala da pranzo vera e propria, un poco "d'antan" ma di grande calore, dove arrivano i rintocchi di una pendola che sembra e suona come il Big Ben. Di taglio antico anche l'inizio del pranzo, con il pan carrè con sopra una mousse di salmone affumicato (banale), con del burro presentato in riccioli come l'hôtellerie d'un tempo. Poi si passa ai ghiotti pesci di lago in molti modi: carpaccio di trota, insalata di anguilla, bigoli alla tinca, una meravigliosa corroborante zuppa di pesci di lago, il persico gratinato alle erbe (troppe). Interessanti anche i sette assaggi di classici ma ben stagionati formaggi italiani; al dolce, semifreddo croccante alle mandorle. 90-100.000 lire che non rimpiangerete.
Edoardo Raspelli - da "La Stampa ttl" 17 marzo 2001
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