Vita e opere di Remo Branca

 

 La città può vantare una parte delle preziose opere di Remo Branca che attualmente si possono ammirare nei locali dell’Archivio storico comunale (ex carceri).

La collezione, donata alcuni anni fa dal figlio Francesco Paolo al Liceo Scientifico ”Giorgio Asproni”, comprende molti lavori originali del grande xilografo che per un decennio visse a Iglesias lasciando una notevole impronta culturale.

Oltre alle riproduzioni della celebre stamperia romana di Alinari, si possono apprezzare i disegni e le acqueforti di Branca che stupiscono per l’intensità degli sguardi delle donne e la morbidezza dei costumi. Notevoli alcuni ritratti dipinti negli anni trenta come quelli dedicati alla figlia Giovanna o alla giovane Antonia Mesina che poco tempo dopo verrà brutalmente uccisa e che il papa Giovanni Paolo II volle beatificare.

Cercando fra le opere ci si può imbattere nella Pattuglia sul Carso, una xilografia che nel ’34 gli valse la medaglia d’oro al concorso “Sua Maestà la Regina”. In quel periodo Remo Branca si trovava ancora in città. Vi era giunto nel ’24 cacciato per motivi politici da Sassari, dov’era nato nel 1897.

Iglesias ha dato molto al maestro non solo come arricchimento culturale, ma anche come scuola di vita.  È in questa città che si è formata la sua famiglia ed è qui che sono nati quattro dei  cinque figli.

Nel ’26 al Liceo comincia ad insegnare economia, disegno e storia dell’arte, poi dal ’29 al ’36 diviene preside della scuola proseguendo comunque gli studi fino a conseguire la laurea in Lettere dopo quella in Giurisprudenza. Negli anni trascorsi in città è fra gli artefici del movimento dei xilografi sardi che, a colpi di bulino, lanciano la sfida a quelli italiani.

 

L’Arte non ammette ambiguità

 

Durante il soggiorno in città Remo Branca è già un artista che si è fatto conoscere anche fuori dall’isola: parteciperà, fra le altre, alla prima mostra di Stampa d’Arte tenutasi al British Museum di Londra e, negli anni avvenire, sarà invitato, e molto apprezzato per le sue opere, alle esposizioni della Biennale internazionale di Venezia e della Quadriennale di Roma.

Nella collezione non mancano opere originali con firma autografa, alcune famose come Madonna col bambino, La semina, Venerdì Santo ad Oristano e La quercia.  Ma è anche presente una voluminosa bibliografia fatta di cataloghi, riviste specializzate sulla tecnica incisoria nonché volumi scritti dallo stesso artista sulla storia della xilografia in Sardegna.

Il Liceo ha ormai 83 anni; le lezioni iniziarono nel gennaio del ’24 con 17 studenti.  Sotto la guida di Remo Branca divenne subito scuola di Stato e si può ben dire che l’artista sia stato l’artefice dello sviluppo della cultura in città.

Agli studenti diceva spesso che l’arte non ammette ambiguità e l’artista non sa mentire a se stesso. Un messaggio che gli stessi xilografi iglesienti hanno saputo trasmettere con le loro opere. 

Ma le perle della collezione sono forse le cinque tavolette di legno inciso che riportano soprattutto paesaggi agresti sardi; due di queste sono fra le più preziose. Una è la prima tavola che incise a 17 anni quando, poverissimo, si dedicò all’arte per contribuire al proprio sostentamento. L’altra è invece l’ultima che incise: La quercia a Supramonte. Sul retro invece la superficie, iniziata  nel febbraio del 1987, non riuscì a terminarla per motivi di salute.  Non gli restò che dedicarsi soltanto alla pittura e ai disegni. E gli ultimi, quelli dell’aprile ’88, si trovano raccolti nelle loro cartelle, con i loro segreti e in attesa di avere una degna esposizione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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