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Bicicletta elettrica 


Per una mobilità eco-sostenibile: trasformazione di una bicicletta in un veicolo a trazione elettrica

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Il mio Curriculum

 

Il testo che segue è frutto di un'esperienza personale cominciata nell'estate del 2004.

Oggi, gennaio 2009, le cose sono cambiate per quanto riguarda il mercato delle bici elettriche. E dunque alcune indicazioni e riferimenti sono da verificare o addirittura da cancellare.

Per esempio, il Bikit non esiste più in commercio e nessuno è più in grado di procurarvelo, se non usato. Anche il kit ETC non è più reperibile. Mentre quello della ZAP sembra sia disponibile solo in versione SX a singolo motore.

Per il resto i contenuti sono sempre validi e forse possono aiutarvi a valutare la trasformazione della vostra bicicletta, oppure solo intrattenervi.

Se dovessi oggi consigliare qualcuno nella trasformazione di una bicicletta in un veicolo elettrico, darei indicazioni diverse da quelle che troverete nel testo qui sotto.

In particolare ciò che suggerei è sintetizzato nel documento da scaricare quì scritto per un laboratorio in occasione dell'evento Vivere con Stile a cui ho partecipato nel 2008. 

A proposito: in quell'occasione ho trasformato una delle biciclette dei vigili utilizzando proprio i nuovi orientamenti maturati. Ecco l'immagine qui sotto.

 

Buona lettura.

 

 

Se non vuoi leggere tutto, puoi anche scegliere uno o più capitoli facendo click sui titoli qui sotto.

Premessa

Monopattini elettrici

Biciclette elettriche

Corredi di trasformazione (kit)

BIKIT

Come funziona

Documentazione

Difficoltà incontrate

Impressioni di guida

Considerazioni

Un po' di dati

Manutenzione

Considerazioni ulteriori

Riferimenti – Bibliografia

Ricerca di Mercato

Contributi

Immagini della trasformazione

Aggiornamento

Realizzazioni di amici

Altre soluzioni in kit da montare

ETC Kit

ZAP DX Kit

 

Collegamenti preferiti

Interessi

Il Camaleonte

Mobilità Ecologica

Bici Elettrica

Recupero acqua

 

Solare Foto-voltaico

 


Solare Termico

 

Pitture Naturali

 

Cottura ad Induzione

 

Lavapanni Eco

 

Fumo da Legna

 

 

Premessa

E' di nuovo estate (2004), è bel tempo e fa caldo. Ho voglia di vivere e muovermi in libertà. Ho voglia di raggiungere un punto qualsiasi della città senza prendere il mezzo pubblico o l'automobile, costretto in ambiente climatizzato, in mezzo al traffico. 

A volte ci sono motivi per muoversi e a volte no. Comunque, abbiamo sempre qualche commissione da fare, un amico da andare a trovare. E allora cosa c'è di meglio del poter girare in bicicletta? Si risolve anche il problema del parcheggio dell'auto. 

Tale ordine di pensieri mi coglie da ormai qualche anno. In effetti uso volentieri la bicicletta, soprattutto da aprile a novembre, ma non come vorrei. Infatti a volte il percorso è troppo lungo in relazione al tempo a disposizione. Oppure quando è molto caldo si pone il problema di non accaldarsi e dunque di sudare. Salvo poi farsi una doccia a metà giornata. Per evitare tali disagi si deve necessariamente percorrere poca strada a bassa velocità e possibilmente non nelle ore centrali della giornata.

In realtà, ciò è un limite. E' difficile conciliare tutte le situazioni con questi vincoli. Va a finire che tocca prendere l'automobile. Andare a piedi non conviene sempre, specialmente se si abita in periferia, in quanto si è lenti e si suda lo stesso. Va bene se ci si trova già in centro!

In casa, io e mia moglie Sabina, abbiamo due belle biciclette, di cui una vecchia sportiva in alluminio regalatami dal nonno, e una moderna con tutte le comodità, come le sospensioni anteriori, tutti i comandi al manubrio, ecc .... Si usano per utilità o divertimento, ma spesso non si usano per scomodità dovute al tragitto (troppo trafficato da automobili o troppo lunga la strada) o al carico che serve trasportare (vedi la spesa). Si può evitare il traffico percorrendo vie secondarie, allungando, però il percorso.

Ma, come fare? Ci vorrebbe un aiuto semi-tecnologico, non intrusivo e ingombrante come la motoretta, possibilmente ecologico, che permetta di conciliare le esigenze di mobilità locale e l'ambiente circostante. 

 

 

Monopattini elettrici

Ho pensato in un primo tempo a quei mono-pattini elettrici che ogni tanto si vedono in giro al mare. Sono carini e costano relativamente poco: attorno ai 250 Euro.

una monopattino elettrico cinese molto diffuso sul mercato


Ne ho provato uno per un po' di tempo presso un mio parente, ma ci sono due problemi fondamentali: la ridotta autonomia e soprattutto: sono fuorilegge in città! Per l'autonomia il problema è che a piena carica batterie non si percorrono più di 7-8 km, il che in effetti non succede quasi mai, in quanto lo usi così come si trova e rischi di rimanere a piedi durante il percorso. Per l'illegalità mi riferisco al fatto che sono considerati acceleratori di velocità a motore e dunque richiedono l'omologazione per poter circolare su strada. Va da sé che allora ci vuole, il casco, l'assicurazione, il bollo, ecc. I modelli omologati costano oltre 1000 Euro e secondo me, sono insoddisfacenti dal punto di vista del servizio che devono compiere, con scarsa autonomia e scarsa sicurezza: hanno un ingombro insufficiente in strada per farsi vedere ed evitare che ti investano. 

Dunque meglio scartare l'ipotesi del monopattino elettrico.


Biciclette elettriche

Successivamente, ho pensato ad una di quelle biciclette a pedalata assistita, dette elettriche, che dovrebbero agevolare il compito del ciclista. Ne ho desiderata una.

Ma quando ho effettuato una ricerca di mercato, mi sono accorto che il prezzo medio di un simile mezzo si aggira attorno ai 950 Euro, incentivo statale di Euro 154 compreso! Una bella cifra! 

Ho cercato anche su Internet ed è lì che ho trovato spunti interessanti e soprattutto la soluzione!


una bicicletta elettrica cinese molto diffusa sul mercato

Innanzitutto ho trovato una varietà sterminata di biciclette elettriche provenienti dal mercato cinese con prezzi che vanno dai 250 ai 1350 Euro.

Ho anche visionato e provato una di queste, e devo dire che, a parte alcuni dettagli, tra cui uno non trascurabile, per il resto sarebbero appetibili. Sono stato tentato!

Riflettendo alcune di esse sono anche belle e robuste devo dire. Tuttavia presentano i seguenti problemi. Sono pesanti, circa 40 Kg. L'elettronica è di scarsa qualità, spesso non c'è garanzia di assistenza da parte del venditore e soprattuto, molte di queste sono fuori legge! Infatti non sono a pedalata assistita, come la legge italiana vuole! Montano un dispositivo acceleratore come quello delle moto e la pedalata potrebbe essere assolutamente indipendente e ininfluente sul motore. Il modello da me provato addirittura disattivava l'acceleratore con un finto interruttore supplementare per luci, utile in caso di controlli da parte dei vigili. Poiché l'estetica di queste simil-biciclette spesso richiama quella di un ciclomotore, con una carena attorno ai pedali e al telaio centrale, va a finire che davvero mi fermano per un controllo scambiandomi per un motociclista senza casco! 

Non ci siamo. Che fare?


Corredi di trasformazione (kit)

Mentre effettuavo queste ricerche, mi sono in battuto in alcune proposte di trasformazione. Cioè, esistono delle ditte che vendono dei componenti da montare su qualsiasi bicicletta regolare esistente, trasformandola in una bicicletta elettrica a pedalata assistita secondo norma.

Dapprima l'idea non mi convinceva, ma poi, considerando diversi fattori ho deciso che era la scelta giusta.

Valutazioni per la scelta del corredo

Ecco gli elementi che mi hanno convinto.

Il prezzo. Il corredo o kit da me scelto costa circa 300 Euro IVA compresa. Tenuto conto anche di alcune ulteriori spese accessorie di cui vi darò conto, mi è sembrato una cifra accettabile.

La possibilità di riutilizzare le biciclette esistenti con la ciclistica già collaudata e conosciuta, mi garbava.

Ecco invece gli elementi negativi di cui ho tenuto conto.

C'è poca scelta. L'offerta sul mercato nazionale è scarsa, ho trovato solo altri tre o quattro fornitori di corredi da montare. Sul mercato internazionale è più vasta l'offerta, ma è più difficile e costoso gestire tale operazione. Di questi fornitori, la romana Microbike mi chiedeva di spedire il telaio a Roma per la trasformazione con un costo complessivo che si aggirava attorno ai seicento Euro. In effetti il loro corredo non si può montare da soli, dato che si tratta di una modifica importante alla pedaliera: il motore agisce indirettamente sulla corona dei pedali.

A parte il caso qui sopra, il montaggio è “fai da te” con tutte le incognite del caso. Il fornitore del corredo ti assicura genericamente che si potrà adattare a quasi tutte le biciclette, ma poi bisogna vedere caso per caso. Va da sé, che sarà necessaria un po' di abilità nel montaggio e per chi non ha dimestichezza con chiavi a brugola e cacciavite, ci si deve affidare necessariamente ad un meccanico di fiducia. 

L'incognita del risultato finale. Come andrà la bicicletta con il corredo? Sarà soddisfacente? Sarà brutta esteticamente?

Infine. Acquistando un corredo non si ha diritto all'incentivo statale di Euro 154, né a quello comunale se esiste (a Portogruaro, il mio comune, da poco è disponibile un contributo di circa Euro 250). Vantaggio invece disponibile per chi compra una bici elettrica più o meno regolare.


BIKIT

Comunque la scelta è caduta sul corredo della israeliana BIKIT, distribuito da una azienda padovana (4bike) che ora non esiste più. 

Dunque ho trasformato la mia vecchia bicicletta in una a pedalata assistita da motore elettrico.

BIKIT - esempio di installazione


A distanza di tre settimane dall'operazione devo dire che sono soddisfatto sia in termini di servizio reso, sia come risultato complessivo.


Come funziona

Dopo aver montato il corredo secondo istruzioni del costruttore e dopo aver caricato completamente le batterie con il suo caricatore (saranno necessarie diverse ore), il nuovo sistema ha funzionato subito.

Il sistema consiste di una coppia di motori elettrici montati sulla forcella anteriore che attraverso due ruotini in gomma spingono la ruota anteriore lateralmente: uno da destra e uno da sinistra. 

L'alimentazione dei motori è data da un pacco batterie, che sono alloggiate in una scatola di plastica sul telaio centrale: praticamente esso rimane in mezzo alle gambe. La scatola bicolore in effetti è il cuore del sistema in quanto ospita anche tutta l'elettronica ed è il punto di arrivo dei tre cavi elettrici presenti nel corredo. Qui ci sono alcune spie che indicano lo stato di carica e l'operatività del sistema.

Elemento fondamentale è il sensore posto sui pedali (sensore di cadenza di pedalata). Esso rileva la pedalata e in base alla cadenza comanda i motori – più si pedala e più spinta si riceve dai motori. Va da se' che in assenza di movimento dei pedali non si riceve alcuna spinta o aiuto. E' anche facile ingannare il sensore. Vedi nelle impressioni di guida.

Utile funzione è quella del Turbo. Attraverso un pulsante posto sul manubrio si può infatti ottenere una spinta decisa per cinque secondi, a patto che si stia pedalando. Ciò è utile per superare incroci o per un avviamento rapido dopo la partenza.

Il gruppo motori è disinseribile meccanicamente mediante una grossa leva posta sul manubrio (ai più adulti questo sistema ricorderà i famosi Mosquito). Ciò, per motivi di sicurezza, permette lo sgancio e consente il ripristino delle condizioni originali della bicicletta. Serve anche quando non si intende utilizzare il sistema elettrico.

Caratteristica interessante di questo corredo è che una volta montato, esso è ancorato al telaio della bicicletta per mezzo di ingegniosi lucchetti: uno per il gruppo motori e un altro per il pacco batteria. In effetti è possibile staccarli in pochi secondi e portarli lontano, magari per quando si va in ufficio, così da non lasciarli in strada alla mercé dei curiosi. Il pacco batterie permette la ricarica anche quando è staccato.

Il fatto che ci sia il cambio velocità sulla bicicletta ospite è importante in quanto si può così decidere quanto il motore deve contribuire alla pedalata. La mia bicicletta ha un vecchio cambio con cinque rocchetti sulla ruota posteriore. 

Ovviamente più aiuto si chiede al sistema elettrico e più si riduce l'autonomia delle batterie. Tuttavia ritengo che quest'ultima sia abbondantemente sopra la media dei percorsi ordinari. 


Documentazione

Il manuale è in italiano ed è scaricabile qui  in formato elettronico (da stampare in proprio). Il che è molto utile per una valutazione preliminare all'acquisto: dovrebbe metterla a disposizione così tutti i fornitori. Il manuale è ben realizzato ed esauriente, sia per la parte del montaggio, sia per la parte di utilizzo. Unica imprecisione rilevata è quella della prova da fare da fermo quando si monta il sensore di cadenza: in effetti come suggerito non funziona la prova, bisognerà provare la bicicletta in marcia quando è completamente montato il corredo elettrico.


Difficoltà incontrate

Elemento sensibile è il tipo di copertura anteriore. Se si vuole trasformare una bici tipo Mountain Bike probabilmente si dovrà sostituire il copertone con uno senza tacchetti laterali. Infatti ciò impedirebbe il corretto trascinamento da parte dei motori. Inoltre la larghezza di questa è critica: non dovrebbe scendere sotto i 35 mm.

Unica difficoltà incontrata nel montaggio è quella relativa al gruppo motori quando si è in presenza di biciclette recenti e specialmente con forcelle ammortizzate. Infatti ho tentato di montare il corredo prima sulla bici di mia moglie, che è più recente e poi ho ripiegato sulla mia più vecchia. La difficoltà sta nel fatto che il grosso freno anteriore a ganascia, come si usano ora, ostacola il corretto posizionamento dei motori sulla ruota. 

Credo che avrei potuto risolverlo sostituendo il freno anteriore con uno, sempre a ganascia, ma per mountain bike vecchi modelli. Tale sistema lascia abbastanza scoperto il pneumatico per consentire l'operazione normale dei rulli motore.

Anche il montaggio del freno anteriore sulle biciclette più anziane potrebbe risultare meno stabile. Infatti, rimontando il vecchio freno a pinza sul nuovo perno fornito nel corredo (più lungo), risulta facile lo sgancio della molla che tiene dilatate le pinze del freno poiché esso non ha più il fermo centrale. Ho ovviato, dopo un centinaio di chilometri percorsi, recuperando il vecchio fermo e modificandolo appositamente per essere montato sul nuovo perno.


La mia bicicletta trasformata con BIKIT


Impressioni di guida

Il sistema elettrico entra in funzione se la leva del gruppo motori è abbassata, quindi se i rulli dei motori poggiano sul pneumatico anteriore e se si sta pedalando, diciamo dopo aver superato la velocità di 5 km/ora. 

Subito dopo si sente una lieve spinta che incoraggia l'andatura. Se si aumenta il ritmo di pedalata aumenta anche l'aiuto dei motori. Il tipo di sensore (di cadenza) non rileva lo sforzo sui pedali, per esempio in relazione ad una salita. Perciò conta solo se si pedala, oppure no.

I motori sono molto silenziosi, praticamente non si sente nulla. Inoltre trovo che il sistema sia molto docile nell'erogazione della potenza. Le prime volte non riuscirete a capire subito se l'aiuto ci sia o meno. In effetti basta tenere un'andatura lenta per cogliere la spinta dei motori.

L'uso del pulsante turbo è utile per l'attraversamento di incroci oppure nei momenti in cui serve una decisa spinta, anche in salita. Ma anche per raggiungere la velocità di crociera in brevissimo tempo. 

Se la strada lo permette, dunque su rettilinei senza incroci e con il fondo stradale buono, è possibile viaggiare ad andatura sostenuta. Posso mantenere senza troppa fatica velocità oltre i 25 Km/h. L'importante è continuare a pedalare. 

Mi ha colpito il fatto che non rilevo surriscaldamenti ne' del motore ne' delle batterie. Vuol dire che il sistema funziona bene e non ci sono sforzi particolari nonostante il caldo estivo (32°). 

Il sistema prevede comunque un limite di sicurezza di 25 K/h oltre il quale esso smette di spingere.

Se per caso uno dei tre cavi elettrici risulta staccato dalla scatola viene segnalato con un lampeggio della spia sulla scatola. Se non utilizzato, il sistema elettrico si disattiva da solo dopo pochi secondi.

Trovo che la posizione baricentrica della scatola con le batterie e l'elettronica sia ottimale per l'equilibrio del ciclo in marcia. Anche il gruppo motori e ben piantato sullo sterzo e durante la guida non ci sono problemi di stabilità.


Per quanto riguarda l'autonomia delle batterie, direi che è notevole. Ho percorso strada ben oltre i 33 circa km dichiarati sul manuale. Ho visto accendere la spia rossa della carica dopo i 40 km che sono stati percorsi in tre giorni. Ho terminato la carica dopo altri 4 chilometri. 

A questo proposito ho notato una discrepanza tra quanto affermato dal costruttore sul manuale e quanto rilevato. Nel manuale si parla di un 50% di carica rimanente con spia rosso fisso; a spia intermittente rimarrebbe 25 % di carica. Mentre ho rilevato di persona che quando sia accende la spia rossa significa che la carica durerà ancora qualche chilometro. 

Se scaricate la batteria, non c'é problema! Basta sollevare i motori con la grossa leva sul manubrio e tornare a pedalare. In questo modo la pur piccola resistenza dei motori non ci sarà più. Il discorso vale anche se non volete l'aiuto dei motori.  Il bello del sistema è proprio questo: avete sempre una bicicletta per le mani e non si rimane mai a piedi!!


Per quel che riguarda il cambio marcia della bicicletta ecco quanto da me rilevato in strada. 

Viaggiando con il rocchetto centrale (il terzo) si ha una rapporto di assistenza da parte del motore di 45% circa; la rimanente forza deve metterla necessariamente il ciclista. Quando si raggiunge la velocità di 24 km/h i motori spingono bene e si può mantenere con poco sforzo l'andatura. Chiamerò equilibrio di spinta (tra forza uomo e sistema motori) quel momento. Usando il secondo rocchetto grande (il quarto rapporto), si ha circa 55% di aiuto; equilibrio di spinta dopo i 20 Km/h. Mentre impostando il quinto rapporto (rocchetto più grande) si ha il massimo della collaborazione del motore (e dei consumi batteria) diciamo circa 65% di aiuto dai motori; equilibrio di spinta dopo i 16 Km/h. Quest'ultimo rapporto va bene se si procede anche in salita. Gli altri rocchetti più piccoli non li considererei per l'utilizzo con motore in quanto poco significativi per una locomozione collaborativa.

Ho scoperto per caso che è possibile ingannare il sensore per lasciar lavorare di più il motore e pedalare di meno. Infatti se si pedala all'indietro il sensore conta per buono il passaggio dei pedali e dunque .... Ma, vi lascerò scoprire da soli il sistema se ci tenete. Ovviamente, ciò è a spese della batteria che durerà ben meno di quanto sopra dichiarato (forse 15 Km).

 

Con l'aiuto della funzione Turbo, é divenuto per me usuale salire la rampa dell'autorimessa (al piano semi-interrato) a cavallo della bici, senza particolare sforzo. Come pure  "partire a razzo": basta cominciare a pedalare e, premuto una volta il pulsante turbo, dopo alcuni secondi mi ritrovo alla velocità di 25 Km/h! Se la strada é libera, posso mantenere questa andatura a lungo senza sforzo. Tutto ciò mi consente di muovermi in città in modo agile e .... divertente.

A proposito delle salite: ecco quanto da me rilevato in città. Le uniche salite a mia disposizione qui sono i cavalcavia, i sottopassi ciclabili e le rampe delle autorimesse. Per superare i cavalcavia (uno è quello ferroviario) in Portogruaro trovo che sia molto utile l'aiuto dei motori. Infatti usando il rocchetto del cambio più grande sulla ruota posteriore, sarà sufficiente pedalare normalmente. La bici dotata del Bikit vi porterà su per la salita  senza particolare sforzo, il che è un prodigio! Tuttavia, il sottopasso vicino alla stazione ferroviaria mi ha dato la certezza che senza aiuto dei motori, con partenza da fermo alla base della salita, non sarei potuto riuscire. Infatti è impossibile uscire a cavallo della bici da li, senza alzarsi dalla sella, pedalando normalmente. Cosa che invece riesce con il motore attivato. L'importante è non rallentare al di sotto dei 6-7 km/h, altrimenti il motore non vi assisterà più. Per la rampa dell'autorimessa vale quanto appena detto per il sottopasso, solo con l'accortezza di procedere a zig-zag data l'elevata pendenza. 

Nota: ho effettuato le prove di queste salite con e senza l'ausilio dei motori.


Altra vista della mia bicicletta trasformata


Considerazioni

Vi assicuro che è un piacere muoversi per la città e fuori. Verrebbe voglia di vagare per ore senza metà (e chi lo impedisce?). Trovo questa soluzione di aiuto elettrico sulla bicicletta un connubio perfetto per ottenere un valido mezzo di trasporto personale ecologico e a basso costo. Il fatto interessante è che non viene meno il piacere di pedalare, anche perché uno può scegliere quanto. Qualcuno mi diceva che con le bici elettriche è come andare in discesa. Posso dire che è vero: vi sembrerà di pedalare in lieve discesa. Va da sé che la soluzione è particolarmente indicata per gli anziani e per chi ha qualche problema in genere a pedalare, categorie che ne troveranno giovamento.

Quando la gente mi incrocia non si accorge di nulla e, a parte qualche sguardo curioso, si viaggia indisturbati e senza disturbare. A chi mi chiede spiego volentieri che si tratta di una bicicletta elettrica e perciò rilevo reazioni di curiosità positive: molti sembrano stupiti, ma sempre favorevolmente.

Per il parcheggio conviene sempre proteggere la bicicletta con una catena e lucchetto ancorando il telaio ai pali della luce o alle strutture metalliche del parcheggio stesso. Per il pacco batterie e il gruppo motori non c'è problema in quanto hanno una loro protezione con lucchetto piuttosto efficace direi.



Un po' di dati

Il corredo é composto da:
- due motori elettrici da 120 W ciascuno
- due batterie al piombo gel da 12 V - 9 Ah (il manuale porta 7,2 Ah)
- sensore di cadenza al pedale
- ricarica batteria in 3-6 ore
- funzione Turbo
- peso complessivo corredo 11 Kg

L'aumento di peso che il corredo elettrico ha provocato è stato di 11 chili. Ora la bicicletta intera pesa: 28,2 Kg.
Inoltre ho dovuto attuare delle piccole modifiche e delle migliorie per ottenere una maggiore stabilità, sicurezza e comodità di marcia. In particolare esso sono state:

- sostituzione del pneumatico anteriore con uno più largo (ora è di 35 mm circa); *
- potenziato i freni con delle nuove leve al manubrio - con l'occasione ho  fatto un po' di manutenzione sostituendo le guaine e le corde di acciaio, i pattini posteriori e reso meno liscio il cerchio posteriore sulla battuta dei pattini;
- aggiunto un cavalletto più robusto montato sulla forcella posteriore.
- sostituito la sella con una più morbida e ammortizzata - a velocità sostenuta era diventata rigida sullo sconnesso;
- spostato la dinamo dell'impianto luci dalla vecchia posizione e portata sull'altro lato della forcella anteriore.
- acquistato una pompa a pedale con manometro per mantenere gonfi al punto giusto le ruote (devono essere ora attorno ai 40-45 P.S.I.).
- acquistato un buon lucchetto con corda d'acciaio per proteggere l'aumentato valore del mezzo.
- suggerisco il montaggio di un tachimetro elettronico (detti ciclo-computer) per osservare le velocità e le distanza percorse.

* Operazione necessaria in quanto il vecchio copertone è troppo stretto per essere trascinato dai motori. In realtà è possibile montare dei rulli di gomma maggiorati di 5 mm di diametro sui motori, ma questi vanno acquistati a parte al prezzo di Euro 25. 


Manutenzione

La durata dei rulli che trascinano il copertone è di 3000 km. Tenuto conto che la percorrenza media delle uscite in bicicletta al 90% sono inferiori ai 10 km (da una statistica mondiale), potremo ipotizzare una lunga durata di tali componenti.

Batterie. Si tratta di comuni batterie al piombo-gel senza manutenzione, molto diffuse sul mercato dell'elettronica (sono come quelle degli allarmi). Se si caricano sempre dopo l'uso con l'apposito caricatore, secondo il manuale potrebbero durare molto a lungo. In caso di lungo inutilizzo del sistema elettrico, conviene staccare il terminale della batteria internamente alla scatola. Insomma: è ciò dovremmo fare anche con la nostra automobile.

Ogni tanto conviene verificare il serraggio delle viti. 

Prima escursione fuori città con la mia bicicletta trasformata


Considerazioni ulteriori

Il corredo elettrico Bikit è un buon prodotto, ben realizzato, esteticamente gradevole. 

Mi sembra, comunque, che si realizzi un ottimo compromesso adottando tale soluzione. Credo che il corredo elettrico si possa montare adattandolo un po' anche su altri veicoli. 

Per chi abita in collina penso che sia impagabile l'aiuto del corredo elettrico: esso supera le pendenze senza problemi.  

Tra l'altro, la trasformazione consentirebbe di recuperare le biciclette esistenti, senza spreco: oggi è abbastanza facile comprare una nuova bici al supermercato o riceverla in regalo. Tuttavia, tenuto conto del lavoro che comporta e delle piccole modifiche richieste (freni, cavalletto rinforzato, probabile sostituzione copertura anteriore, ecc.) lo consiglieri a chi non vuole cambiare il proprio ciclo per validi motivi. Per esempio: perché vi è legato affettivamente, come nel mio caso la bicicletta me l'ha regalata il nonno e mi seccava darla via; oppure perché la bicicletta è di per se buona. Potreste trovare una bicicletta elettrica a buon prezzo che con i contributi statali e comunali sommati vi verrebbe a costare poco più (almeno duecento in più) di quanto speso da me per l'operazione di trasformazione.

Trovo ingiusto però, che il contributo statale e comunale sia concesso solo agli acquirenti di nuove biciclette elettriche. Dovrebbe essere concesso proporzionalmente anche a chi trasforma una bicicletta normale. Lo scopo che si raggiunge è sempre lo stesso: incentivare la mobilità locale con le bici rendendo meno necessario il ricorso all'uso dell'automobile. In definitiva, si potrebbe ottenere un ambiente meno inquinato in tempi minori.

Penso che una tal soluzione si potrebbe adottare anche al livello di servizi cittadini. Immaginate quale utilità potrebbe avere per la consegna della posta: i portalettere non hanno bisogno di velocità, ma di autonomia. Oppure per il controllo del territorio da parte dei Vigili Urbani, e poi per i messi comunali, ecc.. 

Certamente le vie ciclabili sono scarse o mal realizzate; così pure le infrastrutture adatte a fornire servizio in città e in periferia. Pensiamo alle custodie che mancano presso le stazioni.

Soprattutto, direi, manca la cultura del mezzo ecologico. 


Riferimenti – Bibliografia

Ho trovato alcune fonti interessanti ed utili per una valutazione preliminare all'acquisto. Dunque li riporto qui di seguito.

Ho trovato in parte utile anche le informazioni sui siti americani qui di seguito:

http://www.internet-electric-scooters.com/electric-cycle-kits.html

http://www.electric-bikes.com/bikes/index.html



Ricerca di Mercato

Per arrivare fin qui, ho cercato per un po', ed ecco quanto ho trovato (ricerca effettuata nell'estate 2004). Non è detto che sia tutto: ci potrebbe essere altro sul mercato. Nel caso fatemelo sapere: pubblicherò volentieri la lista aggiornata.


Freebike 200
http://www.freebike.it
http://www.zanettemoto.it
Da Euro 450 a 510 IVA inclusa
Sistema a frizione sulla ruota


 

Freebike 300
Http://www.freebike.it
Euro 990 IVA inclusa
Motore interno al mozzo della ruota posteriore
(Hub motor)


 

Kit Fittipaldi
http://www.dinamotor.it
Euro 924 IVA inclusa + Euro 50 per il montaggio
Sistema a frizione sulla ruota posteriore con recupero energia (autoricarica)


 

Bikit
http://www.4bike.it
 Euro 299 IVA inclusa
Sistema a frizione sulla ruota anteriore.


 

Microbike
http://www.microbike.it/Kit.htm
Euro 550 IVA inclusa
Trazione centrale alla pedaliera. Bici da spedire a Roma.


 

Contributi

Sono ben accetti contributi per tenere aggiornata la lista dei prodotti.

Potrà essere utile a qualcun'altro

 


Immagini della trasformazione

 

 

Aggiornamento

 

Primavera 2012 - Ripreso in mano la bici col Bikit, mi accorgo che non va, nonostante le batterie cariche. Dopo svariati controlli e prove, concludo che la controller ha smesso di funzionare. Che fare? 

Ricambi non se ne trovano più né nuovi, né usati. Dunque? 

I motori, la scatola e poco altro sono ancora buoni. Allora ho pensato: e se trovassi una controller e la adattassi al sistema?

Questo è quel che ho fatto: ho trovato sul mercato cinese una controller con funzione di pedalata assistita della stessa potenza (250W) e l'ho comprata assieme agli accessori (manovelle freno con contatti, nuovo sensore al pedale, ecc..).

Dopo un certo lavoro meccanico ed elettrico di adattamento sono riuscito solo quest'anno (estate 2013) a metterla in strada.

Il sistema funziona meno fluidamente del Bikit, anzi direi che è piuttosto rude nell'erogazione dell'energia ai due motori. Ma almeno ho dato una seconda vita a questo kit.

 

Realizzazioni di amici

Altre persone hanno realizzato la trasformazione della loro bicicletta con il BIKIT, leggendo le informazioni in questa pagina, oppure per mezzo di altre fonti.

Comunque, con l'intenzione di promuovere l'operazione di trasformazione e raccogliere altre esperienze, pubblicherò con il loro consenso le foto che mi perverranno.

 

Qui sotto ecco la bici di Emmanuel della provincia di Salerno trasformata con il BIKIT

 

Qui sotto ecco la bici di Furio da Firenze trasformata con il BIKIT dopo un abile recupero!

 


Provate altre soluzioni in kit da montare

 

Poiché il mercato è sempre in movimento, ho cercato delle alternative al Bikit sopra presentato. 

Infatti il Bikit non è più disponibile per la chiusura della fabbrica principale.

Dunque ecco altri possibili soluzioni in kit per elettrificare la propria bicicletta. 

 

ETC Kit

Qualche tempo fa l'ho montato sulla bici di Sabina (mia moglie) in via sperimentale.

Si tratta del kit della americana ETC. 

Andrebbe montato sulla ruota posteriore, ma ho voluto modificare leggermente l'impostazione e quindi è stato montato sulla ruota anteriore per provarlo. 

Si tratta di un kit monoblocco di facile e rapido montaggio (un'ora di lavoro).

Ci sono naturalmente pro e contro rispetto al Bikit.

Descrizione sintetica della soluzione ETC.

 

Ecco alcune immagini in sequenza, anche per capire come si accoppia alla bicicletta.

seguono immagini di montaggio kit su altra bicicletta in posizione posteriore

seguono immagini dei particolari del blocco motore-batteria

 

 

Descrizione sintetica della soluzione ETC con impressioni

Il peso del kit montato è di 12,7 Kg.

In effetti devo dire che è il montaggio sulla ruota anteriore è scomoda in quanto il telaio diviene troppo sbilanciato nelle manovre e nelle soste o parcheggio. Dunque il primo montaggio é stato sperimentale. Quello successivo é stato effettuato come da manuale, cioè sulla ruota posteriore come potete vedere nelle foto con la bicicletta grigia. Devo dire che il bilanciamento é decisamente migliore e dunque consigliabile.

L'autonomia delle batterie, che sono due da 12 V 12 Ah al piombo gel, è di circa 12-15 Km collaborando sui pedali. Altrimenti se ci si lascia trascinare dal motore non si arriva a 8 Km. 

Ma ciò dipende anche dall'età delle batterie perché il kit è stato sicuramente immagazzinato (quindi inattivo) per molti mesi, forse anni. Probabilmente sostituendo quelle originali con altrettante fresche di fabbrica otterrei un incremento di autonomia di almeno un terzo rispetto l'attuale. 

La velocità è buona: 23 Km (con conduttore di 85 Kg)

 

ETC Express KIT

Ricordo che anche questo kit è a pedalata assistita e dunque si otterrà una spinta del motore (piuttosto decisa per la verità) solo dopo aver raggiunto la velocità di 6 km/h, se si agisce sull'apposito comando a leva (instabile) posta sul manubrio.

Alcuni pregi di questa soluzione sono:

  • facile da montare la prima volta: un'ora

  • molto robusto: il guscio è in ABS e non ha fili volanti che girano attorno ed é praticamente impermeabile, non ci sono cavi da attaccare o staccare.

  • semplice da rimuovere per il trasporto in caso o in ufficio.

  • é facile assicurare il bauletto con un lucchetto al suo telaio per evitare il furto (ammesso che il ladro capisca come sfilarlo!)

Alcuni difetti di questa soluzione sono:

  • Si deve tagliare un tratto di alcuni centimetri di parafango durante il primo montaggio, pertanto se il kit viene tolto e piove, durante la marcia c'è il rischio di bagnarsi un pochino sul di dietro! In tal caso conviene montare un piccolo tratto di parafango sostitutivo di plastica che non é presente nel corredo.

  •  Se non serve il kit oppure le batterie sono completamente scariche, conviene toglierlo dal proprio alloggiamento e lasciarlo a casa o in ufficio. Il motivo é che, altrimenti, esso preme costantemente sulla ruota portando una certa inerzia alla spinta dei pedali.  Comunque sto già pensando di  attuare una piccola modifica per allentare la pressione in questi casi e marciare con il kit montato, anche se inattivo.

  • Leggermente rumoroso durante la marcia: il Bikit è più silenzioso.

 

ZAP DX kit

 

In occasione di un acquisto negli USA, ho "approfittato" di un pacco da riempire e così ho voluto provare un "motorullo"  della ZAP. Si tratta del DX kit.

L'ho montato da poco e mi riservo di scrivere una prova completa su questo modello.

Posso solo anticipare, che si tratta di un motorullo a doppio motore, che è molto potente, quindi molto veloce. Tant'è vero che la polizia californiana usa questa soluzione per la sorveglianza sulle spiagge. Come sono accorti da quelle parti .... 

Tra l'altro ricarica le batterie quando l'andatura supera i 18 Km/h e si è per esempio in discesa o ..... in frenata!

Intanto anticipo qui alcune immagini.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento 10 settembre 2013