Monopattini elettrici
Ho pensato in un primo tempo a quei mono-pattini elettrici che ogni tanto si vedono in giro al mare. Sono carini e costano relativamente poco: attorno ai 250 Euro.
una
monopattino elettrico cinese molto diffuso sul mercato
Ne ho provato uno per un po' di tempo presso un mio parente, ma ci sono due problemi fondamentali: la ridotta autonomia e soprattutto: sono fuorilegge in città! Per l'autonomia il problema è che a piena carica batterie non si percorrono più di 7-8 km, il che in effetti non succede quasi mai, in quanto lo usi così come si trova e rischi di rimanere a piedi durante il percorso. Per l'illegalità mi riferisco al fatto che sono considerati acceleratori di velocità a motore e dunque richiedono l'omologazione per poter circolare su strada. Va da sé che allora ci vuole, il casco, l'assicurazione, il bollo, ecc. I modelli omologati costano oltre 1000 Euro e secondo me, sono insoddisfacenti dal punto di vista del servizio che devono compiere, con scarsa autonomia e scarsa sicurezza: hanno un ingombro insufficiente in strada per farsi vedere ed evitare che ti investano.
Dunque meglio scartare l'ipotesi del monopattino elettrico.
Biciclette elettriche
Successivamente, ho pensato ad una di quelle biciclette a pedalata assistita, dette elettriche, che dovrebbero agevolare il compito del ciclista. Ne ho desiderata una.
Ma quando ho effettuato una ricerca di mercato, mi sono accorto che il prezzo medio di un simile mezzo si aggira attorno ai 950 Euro, incentivo statale di Euro 154 compreso! Una bella cifra!
Ho cercato anche su Internet ed è lì che ho trovato spunti interessanti e soprattutto la soluzione!
una
bicicletta elettrica cinese molto diffusa sul mercato
Innanzitutto ho trovato una varietà sterminata di biciclette elettriche provenienti dal mercato cinese con prezzi che vanno dai 250 ai 1350 Euro.
Ho anche visionato e provato una di queste, e devo dire che, a parte alcuni dettagli, tra cui uno non trascurabile, per il resto sarebbero appetibili. Sono stato tentato!
Riflettendo alcune di esse sono anche belle e robuste devo dire. Tuttavia presentano i seguenti problemi. Sono pesanti, circa 40 Kg. L'elettronica è di scarsa qualità, spesso non c'è garanzia di assistenza da parte del venditore e soprattuto, molte di queste sono fuori legge! Infatti non sono a pedalata assistita, come la legge italiana vuole! Montano un dispositivo acceleratore come quello delle moto e la pedalata potrebbe essere assolutamente indipendente e ininfluente sul motore. Il modello da me provato addirittura disattivava l'acceleratore con un finto interruttore supplementare per luci, utile in caso di controlli da parte dei vigili.
Poiché l'estetica di queste simil-biciclette spesso richiama quella di un ciclomotore, con una carena attorno ai pedali e al telaio centrale, va a finire che davvero mi fermano per un controllo scambiandomi per un motociclista senza casco!
Non ci siamo. Che fare?
Corredi di trasformazione (kit)
Mentre effettuavo queste ricerche, mi sono in battuto in alcune proposte di trasformazione. Cioè, esistono delle ditte che vendono dei componenti da montare su qualsiasi bicicletta regolare esistente, trasformandola in una bicicletta elettrica a pedalata assistita secondo norma.
Dapprima l'idea non mi convinceva, ma poi, considerando diversi fattori ho deciso che era la scelta giusta.
Valutazioni per la scelta del corredo
Ecco gli elementi che mi hanno convinto.
Il prezzo. Il corredo o kit da me scelto costa circa 300 Euro IVA compresa. Tenuto conto anche di alcune ulteriori spese accessorie di cui vi darò conto, mi è sembrato una cifra accettabile.
La possibilità di riutilizzare le biciclette esistenti con la ciclistica già collaudata e conosciuta, mi garbava.
Ecco invece gli elementi negativi di cui ho tenuto conto.
C'è poca scelta. L'offerta sul mercato nazionale è scarsa, ho trovato solo altri tre o quattro fornitori di corredi da montare. Sul mercato internazionale è più vasta l'offerta, ma è più difficile e costoso gestire tale operazione. Di questi fornitori, la romana Microbike mi chiedeva di spedire il telaio a Roma per la trasformazione con un costo complessivo che si aggirava attorno ai seicento Euro. In effetti il loro corredo non si può montare da soli, dato che si tratta di una modifica importante alla pedaliera: il motore agisce indirettamente sulla corona dei pedali.
A parte il caso qui sopra, il montaggio è “fai da te” con tutte le incognite del caso. Il fornitore del corredo ti assicura genericamente che si potrà adattare a quasi tutte le biciclette, ma poi bisogna vedere caso per caso. Va da
sé, che sarà necessaria un po' di abilità nel montaggio e per chi non ha dimestichezza con chiavi a
brugola e cacciavite, ci si deve affidare necessariamente ad un meccanico di fiducia.
L'incognita del risultato finale. Come andrà la bicicletta con il corredo? Sarà soddisfacente? Sarà brutta esteticamente?
Infine. Acquistando un corredo non si ha diritto all'incentivo statale di Euro 154, né a quello comunale se esiste (a Portogruaro, il mio comune, da poco è disponibile un contributo di circa Euro 250). Vantaggio invece disponibile per chi compra una bici elettrica più o meno regolare.
BIKIT
Comunque la scelta è caduta sul corredo della israeliana BIKIT, distribuito da una azienda padovana
(4bike) che ora non esiste più.
Dunque ho trasformato la mia vecchia bicicletta in una a pedalata assistita da motore elettrico.
BIKIT
- esempio di installazione
A distanza di tre settimane dall'operazione devo dire che sono soddisfatto sia in termini di servizio reso, sia come risultato complessivo.
Come funziona
Dopo aver montato il corredo secondo istruzioni del costruttore e dopo aver caricato completamente le batterie con il suo caricatore (saranno necessarie diverse ore), il nuovo sistema ha funzionato subito.
Il sistema consiste di una coppia di motori elettrici montati sulla forcella anteriore che attraverso due ruotini in gomma spingono la ruota anteriore lateralmente: uno da destra e uno da sinistra.
L'alimentazione dei motori è data da un pacco batterie, che sono alloggiate in una scatola di plastica sul telaio centrale: praticamente esso rimane in mezzo alle gambe. La scatola bicolore in effetti è il cuore del sistema in quanto ospita anche tutta l'elettronica ed è il punto di arrivo dei tre cavi elettrici presenti nel corredo. Qui ci sono alcune spie che indicano lo stato di carica e l'operatività del sistema.
Elemento fondamentale è il sensore posto sui pedali (sensore di cadenza di pedalata). Esso rileva la pedalata e in base alla cadenza comanda i motori – più si pedala e più spinta si riceve dai motori. Va da se' che in assenza di movimento dei pedali non si riceve alcuna spinta o aiuto. E' anche facile ingannare il sensore. Vedi nelle impressioni di guida.
Utile funzione è quella del Turbo. Attraverso un pulsante posto sul manubrio si può infatti ottenere una spinta decisa per cinque secondi, a patto che si stia pedalando. Ciò è utile per superare incroci o per un avviamento rapido dopo la partenza.
Il gruppo motori è disinseribile meccanicamente mediante una grossa leva posta sul
manubrio (ai più adulti questo sistema ricorderà i famosi Mosquito). Ciò, per motivi di sicurezza, permette lo sgancio e consente il ripristino delle condizioni originali della bicicletta. Serve anche quando non si intende utilizzare il sistema elettrico.
Caratteristica interessante di questo corredo è che una volta montato, esso è ancorato al telaio della bicicletta per mezzo di
ingegniosi lucchetti: uno per il gruppo motori e un altro per il pacco batteria. In effetti è possibile staccarli in pochi secondi e portarli lontano, magari per quando si va in ufficio, così da non lasciarli in strada alla mercé dei curiosi. Il pacco batterie permette la ricarica anche quando è staccato.
Il fatto che ci sia il cambio velocità sulla bicicletta ospite è importante in quanto si può così decidere quanto il motore deve contribuire alla pedalata. La mia bicicletta ha un vecchio cambio con cinque rocchetti sulla ruota posteriore.
Ovviamente più aiuto si chiede al sistema elettrico e più si riduce l'autonomia delle batterie. Tuttavia ritengo che quest'ultima sia abbondantemente sopra la media dei percorsi ordinari.
Documentazione
Il manuale è in italiano ed è scaricabile qui
in formato elettronico (da stampare in proprio). Il che è molto utile per una valutazione preliminare all'acquisto: dovrebbe metterla a disposizione così tutti i fornitori. Il manuale è ben realizzato ed esauriente, sia per la parte del montaggio, sia per la parte di utilizzo. Unica imprecisione rilevata è quella della prova da fare da fermo quando si monta il sensore di cadenza: in effetti come suggerito non funziona la prova, bisognerà provare la bicicletta in marcia quando è completamente montato il corredo elettrico.
Difficoltà incontrate
Elemento sensibile è il tipo di copertura anteriore. Se si vuole trasformare una bici tipo Mountain Bike probabilmente si dovrà sostituire il copertone con uno senza tacchetti laterali. Infatti ciò impedirebbe il corretto trascinamento da parte dei motori. Inoltre la larghezza di questa è critica: non dovrebbe scendere sotto i 35 mm.
Unica difficoltà incontrata nel montaggio è quella relativa al gruppo motori quando si è in presenza di biciclette
recenti e specialmente con forcelle ammortizzate. Infatti ho tentato di montare il corredo prima sulla bici di mia moglie, che è più recente e poi ho ripiegato sulla mia più vecchia. La difficoltà sta nel fatto che il grosso freno anteriore a ganascia, come si usano ora, ostacola il corretto posizionamento dei motori sulla ruota.
Credo che avrei potuto risolverlo sostituendo il freno anteriore con uno, sempre a ganascia, ma per mountain bike
vecchi modelli. Tale sistema lascia abbastanza scoperto il pneumatico per consentire l'operazione normale dei rulli motore.
Anche il montaggio
del freno anteriore sulle biciclette più anziane potrebbe risultare meno stabile. Infatti, rimontando il vecchio freno a pinza sul nuovo perno
fornito nel corredo (più lungo), risulta facile lo sgancio della molla che tiene dilatate le pinze del freno poiché esso non ha più il fermo centrale. Ho ovviato, dopo un centinaio di chilometri percorsi, recuperando il vecchio fermo e modificandolo appositamente per essere montato sul nuovo perno.
La
mia bicicletta trasformata con BIKIT
Impressioni di guida
Il sistema elettrico entra in funzione se la leva del gruppo motori è abbassata, quindi se i rulli dei motori poggiano sul pneumatico anteriore e se si sta pedalando, diciamo dopo aver superato la velocità di 5 km/ora.
Subito dopo si sente una lieve spinta che incoraggia l'andatura. Se si aumenta il ritmo di pedalata aumenta anche l'aiuto dei motori. Il tipo di sensore (di cadenza) non rileva lo sforzo sui pedali, per esempio in relazione ad una salita. Perciò conta solo se si pedala, oppure no.
I motori sono molto silenziosi, praticamente non si sente nulla. Inoltre trovo che il sistema sia molto docile nell'erogazione della potenza. Le prime volte non riuscirete a capire subito se l'aiuto ci sia o meno. In effetti basta tenere un'andatura lenta per cogliere la spinta dei motori.
L'uso del pulsante turbo è utile per l'attraversamento di incroci oppure nei momenti in cui serve una decisa spinta, anche in salita. Ma
anche per raggiungere la velocità di crociera in brevissimo
tempo.
Se la strada lo permette, dunque su rettilinei senza incroci e con il fondo stradale buono, è possibile viaggiare ad andatura sostenuta. Posso mantenere senza troppa fatica velocità oltre i 25 Km/h. L'importante è continuare a pedalare.
Mi ha colpito il fatto che non rilevo surriscaldamenti ne' del motore ne' delle batterie. Vuol dire che il sistema funziona bene e non ci sono sforzi particolari nonostante il caldo estivo (32°).
Il sistema prevede comunque un limite di sicurezza di 25 K/h oltre il quale esso smette di spingere.
Se per caso uno dei tre cavi elettrici risulta staccato dalla scatola viene segnalato con un lampeggio della spia sulla scatola. Se non utilizzato, il sistema elettrico si disattiva da solo dopo pochi secondi.
Trovo che la posizione baricentrica della scatola con le batterie e l'elettronica sia ottimale per l'equilibrio del ciclo in marcia. Anche il gruppo motori e ben piantato sullo sterzo e durante la guida non ci sono problemi di stabilità.
Per quanto riguarda l'autonomia delle batterie, direi che è notevole. Ho percorso strada ben oltre i 33 circa km dichiarati sul manuale. Ho visto accendere la spia rossa della carica dopo i 40 km che sono stati percorsi in tre giorni. Ho terminato la carica dopo altri 4 chilometri.
A questo proposito ho notato una discrepanza tra quanto affermato dal costruttore sul manuale e quanto rilevato. Nel manuale si parla di un 50% di carica rimanente con
spia rosso fisso; a spia intermittente rimarrebbe 25 % di carica. Mentre ho rilevato di persona che quando sia accende la spia rossa significa che la carica durerà ancora qualche chilometro.
Se
scaricate la batteria, non c'é problema! Basta sollevare i motori
con la grossa leva sul manubrio e tornare a pedalare. In questo modo
la pur piccola resistenza dei motori non ci sarà più. Il discorso
vale anche se non volete l'aiuto dei motori. Il bello del
sistema è proprio questo: avete sempre una bicicletta per le mani e
non si rimane mai a piedi!!
Per quel che riguarda il cambio marcia della bicicletta ecco quanto da me rilevato in strada.
Viaggiando con il rocchetto centrale (il terzo) si ha una rapporto di assistenza da parte del motore di 45% circa; la rimanente forza deve metterla necessariamente il ciclista. Quando si raggiunge la velocità di 24 km/h i motori spingono bene e si può mantenere con poco sforzo l'andatura. Chiamerò equilibrio di spinta (tra forza uomo e sistema motori) quel momento. Usando il secondo rocchetto grande (il quarto rapporto), si ha circa 55% di aiuto; equilibrio di spinta dopo i 20 Km/h. Mentre impostando il quinto rapporto (rocchetto più grande) si ha il massimo della collaborazione del motore (e dei consumi batteria) diciamo circa 65% di aiuto dai motori; equilibrio di spinta dopo i 16 Km/h. Quest'ultimo rapporto va bene se si procede anche in salita. Gli altri rocchetti più piccoli non li considererei per l'utilizzo con motore in quanto poco significativi per una locomozione collaborativa.
Ho scoperto per caso che è possibile ingannare il sensore per lasciar lavorare di più il motore e pedalare di meno. Infatti se si pedala all'indietro il sensore conta per buono il passaggio dei pedali e dunque .... Ma, vi lascerò scoprire da soli il sistema se ci tenete. Ovviamente, ciò è a spese della batteria che durerà ben meno di quanto sopra
dichiarato (forse 15 Km).
Con
l'aiuto della funzione Turbo, é divenuto per me usuale salire la
rampa dell'autorimessa (al piano semi-interrato) a cavallo della
bici, senza particolare sforzo. Come pure "partire a
razzo": basta cominciare a pedalare e, premuto una volta il
pulsante turbo, dopo alcuni secondi mi ritrovo alla velocità di 25
Km/h! Se la strada é libera, posso mantenere questa andatura a
lungo senza sforzo. Tutto ciò mi consente di muovermi in città in
modo agile e .... divertente.
A
proposito delle salite: ecco quanto da me rilevato in città. Le
uniche salite a mia disposizione qui sono i cavalcavia, i sottopassi
ciclabili e le rampe delle autorimesse. Per superare i cavalcavia
(uno è quello ferroviario) in Portogruaro trovo che sia molto utile
l'aiuto dei motori. Infatti usando il rocchetto del cambio più
grande sulla ruota posteriore, sarà sufficiente pedalare
normalmente. La bici dotata del Bikit vi porterà su per la
salita senza particolare sforzo, il che è un prodigio!
Tuttavia, il sottopasso vicino alla stazione ferroviaria mi ha dato
la certezza che senza aiuto dei motori, con partenza da fermo alla
base della salita, non sarei potuto riuscire. Infatti è impossibile
uscire a cavallo della bici da li, senza alzarsi dalla sella,
pedalando normalmente. Cosa che invece riesce con il motore
attivato. L'importante è non rallentare al di sotto dei 6-7 km/h,
altrimenti il motore non vi assisterà più. Per la rampa
dell'autorimessa vale quanto appena detto per il sottopasso, solo
con l'accortezza di procedere a zig-zag data l'elevata pendenza.
Nota:
ho effettuato le prove di queste salite con e senza l'ausilio dei
motori.
Altra
vista della mia bicicletta trasformata
Considerazioni
Vi assicuro che è un piacere muoversi per la città e fuori. Verrebbe voglia di vagare per ore senza metà (e chi lo impedisce?). Trovo questa soluzione di aiuto elettrico sulla bicicletta un connubio perfetto per ottenere un valido mezzo di trasporto personale ecologico e a basso costo. Il fatto interessante è che non viene meno il piacere di pedalare, anche perché uno può scegliere quanto. Qualcuno mi diceva che con le bici elettriche è come andare in discesa. Posso dire che è vero: vi sembrerà di pedalare in lieve discesa. Va da
sé che la soluzione è particolarmente indicata per gli anziani e per chi ha qualche problema in genere a pedalare, categorie che ne troveranno giovamento.
Quando la gente mi incrocia non si accorge di nulla e, a parte qualche sguardo curioso, si viaggia indisturbati e senza disturbare. A chi mi chiede spiego volentieri che si tratta di una bicicletta elettrica e perciò rilevo reazioni di curiosità positive: molti sembrano stupiti, ma sempre favorevolmente.
Per il parcheggio conviene sempre proteggere la bicicletta con una catena e lucchetto ancorando il telaio ai pali della luce o alle strutture metalliche del parcheggio stesso. Per il pacco batterie e il gruppo motori non c'è problema in quanto hanno una loro protezione con lucchetto piuttosto efficace direi.
Un po' di dati
Il corredo é composto da:
- due motori elettrici da 120 W ciascuno
- due batterie al piombo gel da 12 V - 9 Ah (il manuale porta 7,2 Ah)
- sensore di cadenza al pedale
- ricarica batteria in 3-6 ore
- funzione Turbo
- peso complessivo corredo 11 Kg
L'aumento di peso che il corredo elettrico ha provocato è stato di 11 chili. Ora la bicicletta intera pesa: 28,2 Kg.
Inoltre ho dovuto attuare delle piccole modifiche e delle migliorie per ottenere una maggiore stabilità, sicurezza e comodità di marcia. In particolare esso sono state:
- sostituzione del pneumatico anteriore con uno più largo (ora è di 35 mm circa); *
- potenziato i freni con delle nuove leve al manubrio - con l'occasione ho
fatto un po' di manutenzione sostituendo le guaine e le corde di acciaio, i
pattini posteriori e reso meno liscio il cerchio posteriore sulla battuta dei pattini;
- aggiunto un cavalletto più robusto montato sulla forcella posteriore.
- sostituito la sella con una più morbida e ammortizzata - a velocità sostenuta era diventata rigida sullo sconnesso;
- spostato la dinamo dell'impianto luci dalla vecchia posizione e portata sull'altro lato della forcella anteriore.
- acquistato una pompa a pedale con manometro per mantenere gonfi al punto giusto le ruote (devono essere ora attorno ai 40-45 P.S.I.).
- acquistato un buon lucchetto con corda d'acciaio per proteggere l'aumentato valore del mezzo.
- suggerisco il montaggio di un tachimetro elettronico (detti ciclo-computer) per osservare le velocità e le distanza
percorse.
* Operazione necessaria in quanto il vecchio copertone è troppo stretto per essere trascinato dai motori. In realtà è possibile montare dei rulli di gomma maggiorati di 5 mm di diametro sui motori, ma questi vanno acquistati a parte al prezzo di Euro 25.
Manutenzione
La durata dei rulli che trascinano il copertone è di 3000 km. Tenuto conto che la percorrenza media delle uscite in bicicletta al 90% sono inferiori ai 10 km (da una statistica mondiale), potremo ipotizzare una lunga durata di tali componenti.
Batterie. Si tratta di comuni batterie al piombo-gel senza manutenzione, molto diffuse sul mercato dell'elettronica (sono come quelle degli allarmi). Se si caricano sempre dopo l'uso con l'apposito caricatore, secondo il manuale potrebbero durare molto a lungo. In caso di
lungo inutilizzo del sistema elettrico, conviene staccare il terminale della batteria internamente alla scatola. Insomma: è ciò dovremmo fare anche con la nostra automobile.
Ogni tanto conviene verificare il serraggio delle viti.
Prima
escursione fuori città con la mia bicicletta trasformata
Considerazioni ulteriori
Il corredo elettrico Bikit è un buon prodotto, ben realizzato, esteticamente gradevole.
Mi sembra, comunque, che si realizzi un ottimo compromesso adottando tale soluzione. Credo che il corredo elettrico si possa montare adattandolo un po' anche su altri
veicoli.
Per
chi abita in collina penso che sia impagabile l'aiuto del corredo
elettrico: esso supera le pendenze senza problemi.
Tra l'altro, la trasformazione consentirebbe di recuperare le biciclette esistenti, senza spreco: oggi è abbastanza facile comprare una nuova bici al supermercato o riceverla in regalo. Tuttavia, tenuto conto del lavoro che comporta e delle piccole modifiche richieste (freni, cavalletto rinforzato, probabile sostituzione copertura anteriore, ecc.) lo consiglieri a chi non vuole cambiare il proprio ciclo per validi motivi. Per esempio: perché vi è legato affettivamente, come nel mio caso la bicicletta me l'ha regalata il nonno e mi seccava darla via; oppure perché la bicicletta è di per se buona. Potreste trovare una bicicletta elettrica a buon prezzo che con i contributi statali e comunali sommati vi verrebbe a costare poco più (almeno duecento in più) di quanto speso da me per l'operazione di trasformazione.
Trovo ingiusto però, che il contributo statale e comunale sia concesso solo agli acquirenti di nuove biciclette elettriche. Dovrebbe essere concesso proporzionalmente anche a chi trasforma una bicicletta normale. Lo scopo che si raggiunge è sempre lo stesso: incentivare la mobilità locale con le bici rendendo meno necessario il ricorso all'uso dell'automobile. In definitiva, si potrebbe ottenere un ambiente meno inquinato in tempi minori.
Penso che una tal soluzione si potrebbe adottare anche al livello di servizi cittadini. Immaginate quale utilità potrebbe avere per la consegna della posta: i portalettere non hanno bisogno di velocità, ma di autonomia. Oppure per il controllo del territorio da parte dei Vigili Urbani, e poi per i messi comunali, ecc..
Certamente le vie ciclabili sono scarse o mal realizzate; così pure
le infrastrutture adatte a fornire servizio in città e in periferia. Pensiamo alle custodie che mancano presso le stazioni.
Soprattutto, direi, manca la cultura del mezzo ecologico.
Riferimenti – Bibliografia
Ho trovato alcune fonti interessanti ed utili per una valutazione preliminare all'acquisto. Dunque li riporto qui di seguito.
Ho
trovato in parte utile anche le informazioni sui siti americani qui
di seguito:
http://www.internet-electric-scooters.com/electric-cycle-kits.html
http://www.electric-bikes.com/bikes/index.html
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