PORTI E APPRODI TURISTICI: LA CEMENTIFICAZIONE DELLE COSTE

Esporremo in queste pagine un breve sunto della mostra itinerante portata in giro lungo il litorale toscano, organizzata e realizzata dalle sezioni costiere del WWF Toscana.

Per ragioni di spazio siamo costretti a lasciar fuori da questa trattazione alcune situazioni non meno importanti di quelle descritte in queste pagine.

"Porto turistico significa essenzialmente trasformare in moli e banchine, insenature, dune e scogliere, inquinare di petrolio gli ultimi angoli intatti, mettere in moto la speculazione edilizia a largo raggio, nelle immediate vicinanze e nell'entroterra, spendere denaro pubblico per le strade e gli altri servizi mentre si privatizzano ancora una volta litorali e specchi di mare…. Ogni comune costiero vuole il suo porto turistico, come ogni comune montano vuole il suo impianto di risalita per gli sport invernali. Deputati e senatori gareggiano in promesse per avere voti e si sono costituiti in gruppo «amici della nautica»". Queste frasi, scritte da Antonio Cederna nel 1985, bastano da sole a descrivere l'assurdità della cementificazione in atto in alcuni dei posti più belli e caratteristici delle nostre coste. All'orizzonte si profilano soprattutto porticcioli, ma anche stabilimenti balneari e inquinamenti più o meno "autorizzati" paiono avere la loro parte in questa sporca faccenda.

POSTI BARCA PREVISTI DAL PIANO REGIONALE

Marina di Massa-Lavello 900. Foce Versilia 600. Viareggio 2.200. Foce Arno 2.500.. Livorno-Darsena 330. Fossi 950. Nazario Sauro 1.100. Ardenza 395. Antignano 290. Quercianella 180. Rosignano 650. Cecina 650. S. Vincenzo 520. Piombino-Centro 300. Fosso Puntone 1000. Punta Ala 900. Arcipelago-Capraia 100. Elba-Marciana Marina 300. Portoferraio 1.050. Cavo 650. Porto Azzurro 150. Cala di Mola 400. Marina di Campo 500. Isola del Giglio 400. Castiglione della Pescaia 1.100. Talamone 600. S. Stefano 1.050. Porto Èrcole 750. Cala Galera 500.

LE EMERGENZE

ELBA.

Totale 3.050 posti-barca. I nuovi porti contribuirebbero ad aggravare una situazione già congestionata, attraendo il turismo della nautica da diporto, necessariamente in prevalenza nei mesi di Luglio e Agosto, contraddicendo tutti i discorsi che si fanno sulla necessità di incrementare il turismo di bassa stagione. I luoghi interessati: Cavo, Le Prade, S. Giovanni, Galenzana, Mola, Po-monte.

Progetti ulteriori: Patresi S. Andrea.

I luoghi più minacciati: Galenzana, una baia ancora miracolósamente intatta.

Mola: situazione gravissima e incresciosa.

"Le proposte"del Comune di Capoliveri che interessano la spiaggia del golfo di Mola, modificano in maniera rilevante la configurazione fisica e ambientale del golfo stesso, con turbativa dell'assetto ecologico. L'esistenza di torrenti che sfociano sulla spiaggia e sul fondale basso e paludoso favorisce la tendenza all'insabbiamento, con conseguenti costanti oneri di dragaggio.

Gli insensibili amministratori non si preoccupano perciò di proteggere quest'ultimo lembo di zona paludosa, essenziale per l'equilibrio idrogeologico, biologico, ornitico, ma anzi hanno addirittura permesso di costruire una sorta di cantiere navale a una ditta che già in altre zone dell'isola ci ha regalato la sua opera devastatrice.

Tutte le infrastrutture portuali proposte si inseriscono in ambienti ricchi di bassi fondali; ciò comporta un duplice danno: quello ambientale, enorme a causa dell'importanza che i bassi fondali rivestono nella biologia marina, e quello economico, derivato dagli altissimi costi che si dovrebbero sostenere per il dragaggio degli specchi d'acqua ove verrebbero posizionati moli e banchine.

Cavo: ovvero amore del paradosso in difetto d'intelligenza.

Chi farà più il bagno nella spiaggia di Cavo se vi verranno gettati 30 mila mc. di cemento per le banchine e 70 mila per i nuovi edifici, come si evince dal progetto già approvato?

Quale turismo si svilupperà in una spiaggia inquinata e rumorosa, frequentata da più di 700 imbarcazioni?

Quali ottusi argomenti hanno convinto della necessità di trasformare questa piccola frazione in un "Luna Park"? (sempre che pacchi di milioni vi sembrino Ottusi...).

S. VINCENZO La direttiva della Regione Toscana 1987 relativa all'uso della fascia costiera dice che "la costruzione a più riprese del porticciolo di S. Vincenzo ha causato l'interruzione del drift litoraneo e l'erosione della spiaggia a esso sottoflutto per un ampio tratto".

Fin dal 1979 S. Vincenzo è stata inserita nel piano regionale con una previsione di ampliamento delle attuali strutture, fino a 500 posti-barca. Il progetto di massima che è stato "adottato dal Consiglio comunale individua circa 1 km di costa su cui saranno realizzate non solo le infrastrutture portuali ma anche i parcheggi, i servizi, e un complesso sistema viario. Si tratta di un'opera imponente, del costo di circa 300 miliardi, che modificherà profondamente l'assetto urbano di S. Vincenzo e fa temere un'ulteriore erosione del tratto sud della costa.

PUNTA ALA Un paradiso venduto. Punta Ala deve questo nome a Italo Balbo, il quale, sorvolandola con il suo idrovolante, notò la somiglianza del profilo del promontorio con l'ala di un uccello. Il nome originario era Punta Hidalgo, dal nome del proprietario della torre che domina il mare dall'alto del colle omonimo. Intorno agli anni '30, Balbo utilizzò il castello come meta di villeggiatura e fece costruire il primo porto come attracco per il suo idrovolante. Si deve quindi a lui la scoperta di Punta Ala come località turistica, ma solo intorno agli anni '50 vi è stato il grosso sviluppo in tal senso. Fu infatti in quel periodo che l'intero promontorio venne acquistato da una s.p.a. di Milano, che vi iniziò l'opera di urbanizzazione. Il porto, nella sua configurazione attuale, a esclusivo uso turistico, fu costruito nella prima, metà degli anni '70, e ha una ricettività di 900 posti-barca.

BOCCA D'ARNO Progetto Halprin-Motofides. Il progetto prevede due bacini, di cui il primo ricavato nell'area dell'attuale stabilimento, che verrà smantellato, e il secondo a ridosso del canale Camone, per un totale di 800 posti-barca da portare in seguito a 1.000, che si aggiungono ai potenziali 1.500 lungo la riva sinistra dell'Arno. Gli interventi e le modifiche strutturali non si limitano alla costruzione specifica del porticciolo, bensì prevedono l'edificazione di residence, un centro commerciale, una sala per spettacoli, alberghi, ristoranti ecc., oltre naturalmente alla cantieristica.

Solo per la realizzazione del secondo bacino i progettisti si sono posti il problema della Valutazione Impatto Ambientale, affrontando soprattutto quello dell'esproprio delle aree e dello spostamento della viabilità nell'ultimo tratto di viale D'Annunzio.

MARINA DI GROSSETO 1.400 posti-barca per un porto assurdo da pensare, difficile da progettare, impossibile da gestire. Il "porto-canale" di Marina di Grosseto è nato come semplice approdo di piccole imbarcazioni per la pesca sull'emissario artificiale S. Rocco. Tale situazione si è mantenuta pressoché inalterata fino agli anni '60. Con la costruzione del nuovo porto sul canale, dopo che il precedente era stato distrutto dall'alluvione del '66, sono iniziate anche le Opere di banchinamento in cemento dalla parte sinistra dell'emissario.

Il modesto sbocco al mare del Canale ha sempre avuto problemi di accesso sia per la sua limitata portata, sia perché le correnti marine tendono a insabbiarlo. Le previsioni del piano regionale assegnano al porto di Marina di Grosseto ben 1.400 posti-barca, contro i 400 attuali adibiti quasi esclusivamente a ormeggio di barche da diporto. Il progetto prevede la costruzione di una darsena con relative attrezzature di terra quali albergo-ristorante, seconde case, rimessaggio, ecc. La previsione appare oltremodo sovradimensionata rispetto alla reale domanda di mercato, in special modo considerando le caratteristiche prettamente popolari del turismo in questa località. Ma le perplessità maggiori sono di carattere ambientale, in quanto questo progetto di ampliamento e ristrutturazione, come tutti gli altri previsti dal piano regionale, è un'opera che aggrava il già avanzato processo di cementificazione della costa, per favorire la cosiddetta "crescita turistica" tesa solo alla speculazione economica.

Per ultimo vorremmo parlare dello sconsiderato progetto del porto di CREPATURA (Comune di Rosignano Marittimo); la cui localizzazione è in contrasto sia con il vincolo paesaggistico imposto fin dagli anni '30 e confermato con il D. M. 30/4/65, sia con il decreto Galasso del 21/9/84. Questo progetto prevede tra l'altro la costruzione di una diga alta otto metri dal pelo dell'acqua e lunga seicento metri, la cui realizzazione richiederebbe l’apertura di nuove cave e l'intensificazione dei prelievi dai fiumi, oltre al fatto che la sottrazione delle scogliere di Crepatura toglierebbe alla balneazione una delle ultime, e belle, spiagge libere rimaste sul nostro territorio.

Il WWF quindi, considerato Io stato di degrado in cui versano le nostre coste e la pressione a cui sono sottoposte durante il periodo estivo, al fine di scongiurare la loro ulteriore erosione e ce-mentificazione

CHIEDE

una radicale revisione del piano regionale relativo ai porti turistici, il ritiro del suddetto progetto e l'avvio di concrete iniziative che favoriscano il disinquinamento del mare e del territorio, per assicurare un futuro vivibile ai turisti e agli abitanti della nostra regione, sottolineando come l'attuale stato di degrado del pianeta imponga localmente scelte coerenti nel rispetto dell'ambiente e dei suoi delicati equilibri.