Dal quotidiano "Il Tirreno" del 5 Giugno 2001

Viale Trieste in completo degrado fra cantieri, sporco ed erba alta

E ai cancelli delle case tanti cartelli <<Affittasi>>

ROSIGNANO È stata una domenica ventosa, quella appena trascorsa. Il forte vento di libeccio ha alzato le furiose onde del mare che finiscono per sbattere sugli scogli e per allagare gli arenili. Quasi impossibile per i turisti percorrere la passeggiata a mare che da Caletta porta a Castiglioncello: "Ci si devono mettere i sassi in tasca per non volare", dice un anziano signore alla consorte.

Ed allora i tanti turisti che si sono riversati sulla costa invertono il percorso decidendo, di passeggiare lungo il più riparato viale Trieste. Ad accoglierli, però, un degrado ambientale difficile da nascondere.

Dà il benvenuto il cantiere del costruendo porto con i suoi cumuli di terra e sassi, i box in metallo, le strisciate di fango lasciate dai pneumatici dei camion, la terra e la polvere che si alza con le folate del vento. Anche il retrostante piccolo parco, nonostante mostri qualche segno di ripulitura, non se la passa meglio: resti di cibo, fogli e sacchetti di carta sparsi, ancora qualche corpo di tortora morta e mai seppellita. Lungo il viale Trieste l'erba arriva a mezza gamba: spighe, arbusti e rovi fanno da contorno alle mazze di San Giuseppe che, seguendo il loro ritmo naturale, sono tutte in fiore. Dai tronchi delle tamerici, quelli che in gergo si chiamano i "buttoni" a testimonianza di potature mai avvenute. L'erba alta incornicia i cassonetti d'immondizia ed i piccoli cestini, un tempo rossi, e che nessuno ha pensato a riverniciare visto il loro stato, in un angolo, un gruppo di neonati gatti randagi; uno, piccolo bianco e nero, con gli occhi serrati e pieni di pus, tremante e impaurito, richiama l'attenzione di tutti i passanti compresi i bambini. "Ma che non sì può far niente?" domanda una signora. "Ci sarà pure un servizio per gli animali randagi fa pena vedere una bestiola soffrire così. A Firenze...". Una mano impietosita ha lasciato del latte in un piatto di plastica; un'altra ha messo il piccolo gatto ammalato all'interno di un cancello prima che un'auto lo faccia fuori.

La passeggiata continua, ma la situazione non migliora. Molti cancelli delle case lungo il viale Trieste e nelle vie parallele, hanno appeso i cartelli "Affittasi" a testimonianza di ciò che molte agenzie immobiliari cercano di tacere. "Con il porto non si affitta - dice un'anziana donna - speriamo in qualche settimana di agosto per riprendere i soldi della manutenzione delle case e per pagare l'ICI". La passeggiata termina all'imbocco del lungomare Colombo, dove i proprietari degli stabilimenti balneari lavorano per sistemare gli arenili Intanto le onde di libeccio si infrangono contro le pietre dell'abbozzo di diga, il mare, ora, è più lontano e la vista è riparata dai massicci acropodi di cemento. Non resta che tornare indietro. Qualcuno si sofferma sul ponte del botro Crepatura e scatta qualche foto: sullo sfondo il promontorio di Castiglioncello e le alte onde di libeccio. (al. be.)