|
HOME INDICE DISCLAIMER |
Elisabeth Barrett Browning (Moulton 1806-Firenze 1861)
Elisabeth Barrett Browning in un'incisione di T.O Barlow
Poetessa britannica.
Moglie del poeta Robert Browning, visse con lui in Italia, interessandosi alla
causa dell’indipendenza italiana. Tra le sue opere i versi di tema
autobiografico Sonetti dal portoghese (1850), il romanzo-poema in
nove libri Aurora Leigh (1857) e Poesie prima del congresso
(1860), otto poemetti di cui i primi sette ispirati all’amore per l’Italia e
alle speranze per la sua riunificazione.
Stanley
Coren nel saggio “ Cani e Padroni-Come
trovare il cane ideale per la propria personalità” cita
Elisabeth Barrett come esempio di quanto possa essere profondo il legame tra una persona
e un cane: […]
Quando era giovane, la Barrett soffriva spesso di depressione a causa della sua
malattia e della conseguente vita segregata, e la sua amica Mary Russell Mitford
pensò che un cane potesse essere
la sua distrazione. Elisabeth amava gli animali in generale, anche se i suoi
gusti in materia di cani erano molto specifici. I suoi fratelli possedevano
alcuni cani che lei non amava affatto. Per dirla con le sue parole, il cane di
uno di loro era “un odioso segugio”. Poi c’era un mastino,
“un cannibale che gode delle battaglie e del sapore della carne cruda”.
Infine, il fratello minore aveva un terrier ch’essa considerava “il
più brutto cane di tutta la cristianità”. Aveva tuttavia, un certo affetto
per il cocker spaniel di Mary Mitford, che si chiamava Flush.
Flush divenne padre di una cucciolata e la Mitford regalò a Elisabeth un
piccolo maschio di colore dorato a cui venne dato lo stesso nome del padre. Il
cucciolo ebbe un effetto immediato sull’umore di Elisabeth. <<Flush
riesce talvolta a divertirmi anche quando non mi diverte null’altro>>,
diceva a suo fratello George. Il
piccolo cane finì per trascorrere i giorni e le notti a letto con
Elisabeth, <<dove le sue orecchie furono spesso ricettacolo delle mie
lacrime>>. Ogni
ghiribizzo del cane veniva assecondato. Vi fu un periodo in cui non toccava pane
che non fosse imburrato, poi voleva solo focaccine, indi i suoi gusti si
indirizzarono verso il pan di Spagna e gli amaretti. In quanto alla carne, non
toccava quella di pecora, ma soltanto manzo o cacciagione, e anche di quella
solo se era tagliata in pezzettini minuscoli e se lo si imboccava.
<<Dovresti vederlo mangiare pernice con una forchetta d’argento>>,
scriveva la poetessa alla Mitford. Quando Elisabeth bevevo un bicchiere di
latte, ne teneva da parte la metà per Flush, ammettendo poi di essere troppo
indulgente (<<Da settentrione a meridione risuona un grido: “Flush è
viziato!”>>scriveva), ma continuava a tener dietro ai cambiamenti di
gusto del cane, e a viziarlo. <<Naturalmente per questa stagione ha
rinunciato ai gelati, e la cosa che preferisce attualmente a quanto pare è il
caffè: intendimi, caffè non versato nel piattino, ma sorbito dalla mia
tazzina….Vede che io lo bevo dalla tazzina e non dal piattino; e, nonostante
il naso, vuol far lo stesso. Caro Flushie pieno di grazia!>>. Nell’Inghilterra
vittoriana vi erano molte bande di rapitori di cani, che rubavano alle
famiglie delle classi medio-alte per ottenere un riscatto. Era un mercato
lucroso e relativamente poco rischioso, dal momento che la legge inglese era a
quel tempo piuttosto vaga sul fatto che i cani costituissero o meno un bene di
proprietà. Flush fu rapito addirittura tre volte, e ogni volta venne
riscattato per una somma più alta. Nell’ ultimo caso il riscatto preteso era
superiore a ciò che il padre della Browning era disposto a sborsare, e di gran
lunga superiore a ciò di cui disponeva Elisabeth
per conto proprio. La poetessa era fuori di sé per l’ansia e il dolore, non mangiava e non dormiva, e gemeva dicendo a chi le stava intorno, <<Flush non sa che noi lo possiamo liberare, e starà disperandosi, povero amore, con tutte le sue paure, i suoi vizietti, e il suo bisogno di starmi accanto. Tutta la notte urlerà e piangerà, lo so perfettamente: perché ho paura che non riusciremo a farlo liberare stasera>>. La
tensione crebbe a tal punto che Elisabeth decise di andare di persona dai ladri
per trattare il rilascio. Il padre non seppe del suo progetto, ma i fratelli
erano atterriti, e la avvertirono che sarebbe stata derubata e assassinata.
Nondimeno, una sera, cinque giorni dopo il rapimento, Elisabeth si infilò in
una vettura di piazza insieme con la sua fida, se pur spaventata, cameriera, e
attraverso quelle che essa stessa definirà poi <<strade oscure>>
giunse al malfamato quartiere di Shoreditch. Qui aveva il suo quartier generale
la banda didog banditti, detta << The Fancy>>, e la ragazza
sapeva, dai precedenti rapimenti, che il capo era un certo Taylor. Il vetturino
si fermò a una taverna e chiese la strada, e, quando arrivarono al luogo
indicato, dalla casa uscirono parecchi uomini che invitarono Elisabeth a entrare
e ad attendere il capo, in quel momento assente. La
cameriera, terrorizzata, la supplicò di non farlo e la padrona ascoltò le sue
parole, restando nella carrozza. Fortunatamente, quando era entrato nella
locanda a chiedere dove abitasse Taylor, il vetturino aveva spiegato il motivo
per cui Elisabeth era venuta. Molti
degli avventori ebbero pietà di lei, e seguirono la carrozza. Ora, mentre lei e
la cameriera stavano lì sedute, si trovarono circondate da una folla che
Elisabeth poi descriverà come <<una masnada di uomini e ragazzi benevoli
che non vivevano che per noi>>. Dopo
parecchio tempo, si fece vedere la signora Taylor, <<un’immensa
banditessa>>, e promise di informare al suo ritorno il <<suo caro
marito>> del fatto che la signora era venuta a cercarlo, e che attendeva
per riavere il suo cane. Elisabeth spiegò alla signora Taylor di quale cifra
disponesse come <<ricompensa>> per la restituzione di Flush, e le fu
garantito che un così generoso contributo sarebbe stato considerato
accettabile. La
Barrett tornò a casa ad aspettare l’arrivo di Taylor e mettere a punto con
lui i particolari dello scambio. Finì che Flush fu restituito, e il riscatto
pagato fu quello più ragionevole pattuito da Elisabeth durante l’avventura. Quando
non si preoccupava per la sicurezza del suo cane, Elisabeth pensava alla sua
educazione. Andò convincendosi che lo spaniel avesse un’intelligenza quasi
umana. <<
E’ evidente che il mio Flush capisce le parole della lingua, e si comporta
correttamente e sapientemente quando dico, “cena”, “pasticcini”,
“latte”, “vai al piano di sotto”, “vai fuori”, o perfino quando la
Crow [la governante] gli dice: “Vai a dare un bacio a Miss Barrett”>>.
Dal momento che Flush aveva una tale padronanza della lingua, Elisabeth decise
di insegnargli a leggere. Allorché annunciò la sua decisione ai fratelli,
questi rimasero senza parole e risero fino alle lacrime, ma rimasero sbalorditi
quando la sorella, tenendo alzato in ciascuna mano un cartellino con su scritto
rispettivamente A e B, disse al cane: <<Bacia A, Flush; e ora bacia B>>,
e attese che l’animale premesse il muso sulla giusta lettera. Ogni volta che
indovinava, Flush otteneva un pezzetto di torta. Purtroppo le lezioni di lettura
non ebbero l’esito che la poetessa aveva sperato; la Barrett liquiderà il
proprio fallimento con questa scusa:<<Ho paura che non abbia una gran
passione per la letteratura>>. A
questo punto Elisabeth si dedicò a insegnargli i numeri e l’aritmetica, allo
scopo di renderlo capace di giocare con lei a domino. <<Ho letto che un
signore ci gioca con il suo cane, e ne sono stata gelosa….Non so che
farci.>> Le
lezioni erano divertenti da osservare. Elisabeth teneva in mano un pezzo di
torta e contava lentamente fino a tre. Flush doveva prendere la torta al tre, e
non prima. L’inadeguatezza
matematica dello spaniel fu considerata non tanto una limitazione intellettuale,
ma un fatto di scelta. <<La sua anima ha sensibilità di artista; per
questo trova noiosi e importuni gli aspetti meccanici dell’aritmetica>>. Quando
Elisabeth abbandonò la casa paterna per fuggire con Robert Browning, la donna
portò con sé soltanto due bagagli e, naturalmente, Flush. Gli sposi andarono
in Italia per cominciare la loro nuova vita, e ben presto ci si aspettò da
Robert che fosse sollecito verso Flush come lo era la padrona. Egli se ne occupò
diligentemente per amore della moglie, ma si lamentava che il cane era rumoroso,
arrogante, prepotente e tirannico nei suoi confronti. Dichiarò inoltre che
Flush sembrava considerare che lui, Browning, <<fosse stato creato
appositamente per servirlo>>. Elisabeth non smise mai di amare il suo cane, e non smise nemmeno di credere che fosse abbastanza intelligente da imparare una lingua se avesse voluto. Dalla casa italiana scrisse alla Mitford che Flush era molto contento della nuova sistemazione e dei nuovi compagni di giochi che abitavano nelle vicinanze. Informava l’amica che da allora Flush usciva <<tutti i giorni, e parla[va] italiano con gli altri cagnolini>>.
da Stanley Coren , “ Cani e Padroni-Come trovare il cane ideale per la propria personalità” , traduzione di Anna Zapparoli, Arnoldo Mondatori Editore, 1999 © 1999, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
NOTE
|
|
per commenti, suggerimenti, segnalazioni.
© 2003 I.A.I.A Tutti i diritti riservati
|