CANI & SCRITTORI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Stefano Benni

(1947)

Stefano Benni, giornalista, poeta e soprattutto romanziere è uno fra gli autori italiani più letti e amati. 
Dopo l'esordio con la raccolta di racconti Bar Sport (1976), ha pubblicato con Feltrinelli Prima o poi l'amore arriva (poesie, 1981), Terra! (romanzo, 1983), I meravigliosi animali di Stranalandia (illustrazioni di Pirro Cuniberti, 1984), Comici spaventati guerrieri (romanzo, 1986), Il bar sotto il mare (racconti, 1987), Baol (romanzo, 1990) Ballate (poesie, 1991), La compagnia dei celestini (romanzo, 1992), L'ultima lacrima (racconti, 1994), Elianto (romanzo, 1996), Bar Sport Duemila (racconti, 1997), Blues in Sedici (poesie, 1998), Teatro (1999), Spiriti (romanzo, 2000), Dottor Niù (corsivi, 2001) e Saltatempo (romanzo, 2001), Teatro 2 (2003).
Ha diretto il film Musica per vecchi animali e nel 1999 ha allestito con Paolo Damiani Sconcerto, uno spettacolo di poesia e jazz.

 

 


IL CANTANGO 

FIDO DANCEADOR

 

 

disegno di Pirro Cuniberti

 

Uno degli spettacoli più straordinari di Stranalandia è veder danzare il cantango, il cane ballerino di tango. Agile e fascinoso, con i baffi neri rilucenti di brillantina, il cantango fa sospirare tutte le animalesse dell'isola. Al ritmo di un vecchio giradischi trovato sul relitto di una nave, è capace di danzare il tango intere notti con la partner di turno. Il cantango è molto romantico e si innamora almeno sei volte per notte, ma ahimè, all'apparire dell'alba sparisce, lasciando la ballerina sola come un'oca. Se la ballerina è appunto un'oca, non c'è problema: ma se è l'elefantessa, la notte dopo il cantango si prende una bella proboscidata. Per questo il cantango ha gli occhi un po' blu e pesti: non già, come dice lui, per una naturale espressione languida, ma per le botte delle ballerine gelose. Lupus conobbe il più famoso cantango di Stranalandia, Manolete Guillermo Fido de Codalesta y dos Quatros Ossobucos, in atre Manolo. Da lui apprese i passi fondamentali del "Cantangar" ovvero il caratteristico tango di Stranalandia.

 

I PASSI:

EL CODALETE - I due ballerini procedono a testa alta, tenendo le code intrecciate tra loro

LA PULZA RINEGADA - I due si grattano freneticamente l'un l'altro con la zampa, come a giustiziare una pulce

LA TARTUFERA - Il ballerino prende la ballerina e la tiene a testa in giù, a casqué, oppure ad aspirapolvere, come se dovesse trovare un tartufo. La ballerina sbuffa col naso

EL PASO PISARON - I ballerini avanzano alzando ritmicamente la zampa (destra lui e sinistra lei) come se dovessero fare la pipì contro un albero

EL PASO DEL BASOCHO - I ballerini strisciano per terra, imitando due cani bassotti

ARRIBA EL POSTIN - Passo molto drammatico: i due, guancia a guancia, ringhiano come se vedessero arrivare un postino

EL FREGABISTECA - I due ballerini si alzano in piedi, zampa contro zampa, come a salir su un tavolo e rubare un'immaginaria bistecca

EL DOBLE BAU - Il ballerino lancia in aria la ballerina e fa bau: la ballerina lancia in aria il ballerino e fa bau. Così per sedici volte. Se la ballerina è l'elefantessa, bastano sei volte.

 

 

IL COCKERUTH

Tobia Golia

 disegno di Pirro Cuniberti

È l'animale più grande di Stranalandia: un cocker gigantesco, con folto pelo e zanne da mammuth (da cui il nome). Pur essendo un animale buonissimo, per la sua mole talvolta combina grossi guai. Anzitutto usa sbattere per terra gli abitanti dell'isola con le sue affettuose leccate. Con le pisciate annaffia completamente palme e capanne, e quando scodinzola per la contentezza può scoperchiare un'intera casa. Kumbertus aveva fatto amicizia con un cockeruth a cui aveva riparato una zanna cariata. Tutto andò bene finché un giorno il professore non gli disse: "Da’ la zampa". Il cockeruth obbedì e il professore ne ebbe due costole fatturate. Ultimo pericolo: quando il cocker sotterra un osso, provoca il cancàn, la tremenda tempesta di sabbia che oscura il sole per un intero pomeriggio.

 

 

IL CANE DI OSVALDO

Fidus Cansvaldo

disegno di Pirro Cuniberti

 

Osvaldo ha un cane assolutamente straordinario, che gli tiene compagnia nelle lunghe sere d'inverno. Il cane si chiama Roger Marcel Malousse Bellinò Joachim Rigolò ma tutti lo chiamano Biro. Notate: 1) la botticella al collo contenente limonata; 2) le orecchie porta pantofole di Osvaldo; 3) la zampa sempre pronta nel caso del classico richiamo "da’ la zampa, Biro"; 4) la coda a ventaglio per rinfrescare Osvaldo nelle notti afose. Notate anche 5) che Biro ha il pelo a fluff. Questo pelo, quando è bagnato, si drizza formando una comoda e fresca tettoia contro i raggi del sole. Su Stranalandia, chi trova un Biro trova un tesoro.

 

 

disegno di Pirro Cuniberti

 

da "Stranalandia" di Stefano Benni, disegni di Pirro Cuniberti, 1996, Feltrinelli 

 

 

 

AI CAGNOLINI 

C'era un cane cosi' bassino
che quando nevicava
cinque orme lasciava
le quattro zampette e il pisellino

C'era un cane cosi' grosso
che il campione russo dei pesi
Anatoli Forzusky di Thiblisi
non riusciva a sollevare il suo osso

C'era un cane cosi' fedele
che quando il padrone mori'
sopra la sua tomba apri'
una bancarella di ex-voto e candele
crisantemi e patate salate
e fece quattrini a palate

C'era un cane cosi' educato
che faceva la cacca in un prato
e poi per non sporcare
prendeva un treno accelerato
e l'andava a buttare in mare

C'era due cani cosi' puzzolenti
che nessuna pulce ci abitava
e anzi il padrone li usava
per pulire vetri e pavimenti

E c'era un cane con una coda nera
ma cosi' lunga, ma lunga cosi'
che se gliela pestavano venerdi'
faceva cai cai la domenica sera

E c'era due cani poliziotti
che davan la caccia ai delinquenti
e ai ladri e ai bugiardi mostravano i denti
un giorno videro Andreotti
e li dovettero tener fermi in venti. 

 

da "Prima o poi l'amore arriva" di Stefano Benni, Feltrinelli

 

FILASTROCCA
IL PRESIDENTE

Quando devo decidere qualcosa di importante, che riguarda la sicurezza dell’America, vado a fare un giro col mio cane, e mi si chiariscono le idee
(da un’intervista di George Bush)

 

George W. Bush con Barney


Il presidente ha un cane
A cui vuole bene
Più che alla moglie o ai figli
Più che ai servi o ai sicari
Più che al mondo o alla gente
Il presidente

Il presidente
Prima di ogni guerra
Spiega al suo cane
Che lui non ha piacere
A bombardar la gente
Ma lo fa in modo
Umano e preventivo
E intelligente
Per la salvezza dell’occidente
Del carburante
Ma soprattutto
Del suo amato cane
L’unico che lo capisce
Il presidente


Ma il cane del presidente
Un giorno si stancò
Di veder ammazzare
Umani come cani
Salutò le sue pulci
Con un addio struggente
Dopodiché si uccise
Con un osso tagliente

E il presidente
Restò coi suoi sicari
Coi tiranni suoi pari
Gli scelti tiratori
Gli agenti traditori
A bombardare il mondo
E ammazzare la gente
In nome del Bene
Senza neanche più un cane
Che gli voleva bene
Il presidente

 


Stefano Benni 

tratto da "Il Manifesto" di martedì 31 dicembre 2002

 

 

 

        

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