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HEINRICH BÖLL (1917-1985)
Scrittore
tedesco. La guerra e il dopoguerra sono i temi ispiratori dei primi racconti (Il
treno era in orario 1949, Il pane dei verdi anni 1955)
e romanzi (Dov’eri Adamo? 1951, E non disse nemmeno una
parola 1953, Casa senza custode 1954).
CONFESSIONE DI UN ACCALAPPIACANI
Francis Bacon Uomo
con cane (Man with Dog,) 1953
Dichiaro, esitante, la mia professione che mi nutre, sì, ma mi costringe ad azioni che non posso sempre compiere con la coscienza pulita. Sono impiegato all’ufficio delle tasse sui cani e passeggio per le contrade della nostra città alla ricerca di compagni che abbaino senza medaglia. Camuffato
da tranquillo cittadino a passeggio, piccolo e rotondo, un sigaro di medio
prezzo in bocca, mi aggiro per i parchi e le strade silenziose, attacco discorso
con la gente che porta a passeggio i cani, mi noto i nomi e gli indirizzi,
solletico amichevolmente il collo del cane, sapendo che questo procurerà
cinquanta marchi. Conosco
i cani che pagano le tasse; lo annuso, lo sento quando è un animale con la
coscienza tranquilla che sotto un albero alza la gamba! Il mio interesse
particolare va alle cagne incinte che attendono la nascita felice di futuri
esemplari che pagheranno le tasse: le osservo, mi noto esattamente il giorno del
parto e controllo dove vengono portati i cuccioli, li lascio crescere senza
ombra di sospetto, fin in quello stadio in cui nessuno ha più il coraggio di
affogarli, e li consegno poi alla legge. Forse
avrei dovuto scegliere un’altra professione, perché i cani mi piacciono e così
mi ritrovo sempre pieno di rimorsi: amore e dovere lottano nel mio petto e
confesso apertamente che qualche volta vince l’amore. Ci sono cani che
semplicemente non posso tradire alle tasse, per i quali – come si suol dire
–chiudo tutti e due gli occhi. Ora
poi sono in uno stato di mitezza perché nemmeno il mio cane paga le tasse: un
bastardo che mia moglie nutre con affetto, il giocattolo preferito dei miei
bambini che non hanno l’idea a quale creatura fuori legge essi diano il loro
affetto. La
vita è davvero piena di rischi: forse dovrei essere più prudente, ma il fatto
che fino a un certo punto sono custode della legge, mi rafforza nella certezza
di poterla infrangere in continuazione. Il
mio servizio è duro: per ore me ne sto fra i cespugli spinosi della periferia,
aspetto di sentire abbaiare da una casa popolare o furiosamente ringhiare da una
baracca in cui ho l’impressione che
si nasconda un cane sospetto. Oppure sto rannicchiato dietro resti di mura e
spio un fox di cui so che non è in possesso di una scheda, né di un numero di
conto corrente. Sporco e stanco torno a casa, fumo il mio sigaro vicino alla
stufa e faccio il solletico fra il pelo al nostro Pluto che scodinzola e mi
ricorda il paradosso della mia esistenza. E’ compresibile che la domenica io
sappia godere una lunga passeggiata con moglie, figli e Pluto, una passeggiata
durante la quale mi posso interessare di cani platonicamente perché la domenica
anche i cani non tassati non sono sottoposti a osservazione. In futuro dovrò
scegliere però un’altra strada per le nostre passeggiate, perché già due
domeniche di seguito ho incontrato il mio principale che ogni volta si ferma,
saluta mia moglie, i bambini e fa il solletico al nostro Pluto: a Pluto non
piace, ringhia, si prepara a saltargli addosso, cosa che mi preoccupa al massimo
e mi costringe a congedarci repentinamente. E’ una cosa che comincia a
suscitare la diffidenza del mio principale che, con la fronte aggrottata,
osserva le goccioline di sudore che si raccolgono sulla mia fronte. Forse
avrei potuto fare la dichiarazione per le tasse di Pluto, ma le mie entrate sono
modeste – forse avrei dovuto scegliere un altro mestiere – ma ho
cinquant’anni e alla mia età non si cambia più volentieri; ad ogni modo il
rischio della mia vita diventa troppo permanente e vorrei denunciare Pluto, se
la cosa fosse ancora possibile. Ma
non è più possibile: in leggero tono di conversazione mia moglie ha raccontato
al principale che abbiamo l’animale già da tre anni, che è cresciuto con la
famiglia, indivisibile dai bambini, e cosette simili che mi rendono ora
impossibile denunciare Pluto. Intanto
cerco di dominare i miei rimorsi raddoppiando lo zelo professionale: non serve a
niente. Mi sono messo in una
situazione in cui non mi sembra ci sia una possibile via d’uscita. Al bue che
trebbia non si deve legare il muso, ma io non so se il mio principale abbia lo
spirito elastico abbastanza per far valere i testi biblici. Sono
perduto, e alcuni mi considereranno un cinico, ma come posso non
diventarlo, se ho sempre a che fare con i cani? da
“Racconti umoristici e satirici” di HEINRICH BÖLL traduzione
di Lea Ritter Santini, Bompiani, Milano, 1973
* un ringraziamento speciale a Toni per aver valorizzato l'immagine del quadro di F.Bacon :)
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