CANI & SCRITTORI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PLUTARCO

  (Cheronea 46/48 d.C- 125/130 d.C ca)

 

Scrittore greco. Plutarco nacque a Cheronea, cittadina della Beozia, circa l’anno 46 d.C., durante l’impero di Claudio.Visse in Grecia, in Egitto e a Roma e ricoprì la carica di sacerdote del santuario di Apollo in Delfi, dall’anno 95 alla morte (avvenuta tra il 125 e il 130 d.C.). 

OP: delle 277 opere di Plutarco citate nel cosiddetto catalogo di Lampria (ma alcune sono spurie e la lista è incompleta), possediamo una ottantina di volumi. Le composizioni minori, di carattere religioso, etico, archeologico, letterario, politico e scientifico sono radunate sotto la denominazione generica di Opere Morali. La sua opera più celebre sono le Vite Parallele, 23 coppie di biografie, più quattro isolate: accostando un personaggio greco e uno romano, l'autore traccia biografie in forma anedottica, mettendo in rapporto caratteri e azioni e mirando a fini pedagogici e moralistici. L’opera riscosse un duraturo successo e fu fonte di ispirazione fino al romanticismo.

 

 

Piatto raffigurante cane da seguito (600-575 a.C. circa, provenienza Rodi), 

conservato al Louvre, dipartimento delle antichità greche, etrusche e romane.

 

 

Santippo e il suo cane

 

[...] Noi invece sappiamo che la bontà si estende più in là della giustizia, perchè naturalmente usiamo la legge e la giustizia nei rapporti con i nostri simili, mentre arriviamo a usare benignità e carità persino verso gli animali bruti. La dolcezza riversa queste due virtù come fontana copiosa; la bontà ci fa dar da mangiare ancora a un cavallo sfiancato dall'età, e ad un cane non solo quando, cucciolo, ruzza, ma pure quando è vecchio e ha bisogno di cure. [...] molte persone hanno fatto seppellire cani allevati e cresciuti con loro; ad esempio Santippo il Vecchio rese onori funebri al cane che nuotò a lato della sua trireme fino a Salamina, quando gli Ateniesi abbandonarono la città, sul promontorio chiamato tuttora Tumulo del Cane.

Vita di Marco Catone, capitolo V

 

 

Quando Serse invase l'Ellade (anno 480) gli Ateniesi guidati da Temistocle abbandonarono la loro città al nemico e si trasferirono sull'isola di Salamina per continuare la resistenza. Lo stesso episodio del cane di Santippo viene ricordato nel capitolo X della vita di Temistocle.

 

 

[...] Fu allora che Temistocle...propose un decreto per cui tutta la città era messa sotto la protezione di Atena, patrona di Atene, e tutti gli uomini validi dovevano montare sulle triremi, dopo aver posto in salvo ciascuno come meglio poteva i bambini, le donne e gli schiavi. [...] Lo spettacolo della città, che, imbarcata sulle navi, lasciava la sponda, suscitava in alcuni pietà, in altri meraviglia per l'ardire di quegli uomini....Pure la vista di molti cittadini, lasciati a terra per la tarda età, stringeva il cuore; e un poco intenerivano l'animo di compassione anche gli animali domestici, che durante l'imbarco correvano qua e là dietro i loro padroni con guaiti affannosi. Tra queste bestiole è diventato celebre un cane di Santippo, padre di Pericle, il quale, non potendo darsi pace che il padrone l'abbandonasse, si gettò in mare e nuoto a lato della sua trireme fino a Salamina; ma appena toccata terra, svenne e morì. Ancor oggi a Salamina vi fanno vedere un luogo, chiamato Tumulo del Cane, ove dicono sia sepolto.

 

 

Vita di Temistocle, capitolo X

Plutarco, Vite Parallele, traduzione di Carlo Carena,  Giulio Einaudi Editore, 1982

 

 

 

 

        

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