Un
fiore nel deserto dell’Eritrea
"Io sono un onesto lavoratore, il mio stipendio
medio mensile è di 1000 Euro, vivo dignitosamente con la mia famiglia. I miei
conti sono in regola e non sono debitore a nessuno."
Questo è il
ragionamento e la coscienza della maggior parte degli italiani: eppure non è
così! Il ragionamento da farsi è invece un altro, più o meno così:
"Con il mio stipendio posso permettermi una vita
dignitosa perchè per me lavorano ogni giorno 30 persone sottopagate! Posso
comprarmi la macchina perchè i minatori del Terzo Mondo, che estraggono il
ferro e i minerali occorrenti per costruirla, sono pagati 30 volte meno di me.
I miei vestiti di cotone costano poco perchè gli operai che lavorano
nelle grandi piantagioni sono sottopagati e vengono sfruttati. I miei bambini
possono mangiare cibi prelibati a
patto che i bambini del Terzo Mondo stiano senza mangiare. "
E' molto più quello che il Terzo mondo
manda a noi di quello che noi mandiamo al Terzo mondo.
A una dittatura coloniale si è sostituita la
dittatura economica, culturale,
che costa la vita dei popoli poveri.
Di fronte a
questa situazione, occorre puntare sulla
formazione di una nuova coscienza personale e collettiva: non siamo proprietari,
ma amministratori.
Dobbiamo restituire il superfluo, valutato su quello
che manca all'altro e non su quello che rimane a noi,
dobbiamo dare all'altro quello che abbiamo noi, cioè dividerlo insieme a lui.
Per tentare di
fare qualche passo in questa direzione abbiamo conosciuto alcune persone eritree
particolarmente sofferenti a causa delle mutilazioni dovute alle mine
disseminate nel territorio eritreo che improvvisamente, ancora oggi,
scoppiano... .
Queste
persone - muovendosi sul territorio per curare il bestiame, far legna, attingere
acqua – schiacciano inavvertitamente una mina nascosta nel terreno rimangono
mutilate e vengono curate presso l’Ospedale
civile di Asmara.
Cappellano
dell’Ospedale di Asmara è Padre
Vittorino Mehanzel, un frate cappuccino eritreo ultrasettantenne, che cerca
di risollevare il morale di tutti questi feriti, spesso ragazzi giovanissimi,
che di fronte alla mutilazione degli arti si
vedono perduti, non esistendo, in Eritrea, alcuna forma di assistenza agli
invalidi. Padre Vittorino li convince a frequentare la scuola, cerca per loro
una sistemazione in città, visto che prima di poter applicare le protesi
occorrono anni di cura.
L’Ass.
“IL BANDOLO” dal giugno del 1995 si impegna a spedire mensilmente una somma
per permettere a P. Vittorino di aiutare queste persone.
Per
capire il motivo per cui il territorio eritreo è disseminato di mine è
utile fare un po’ di storia e di geografia.
·
L’Eritrea si trova nell’Africa
Orientale, è tra i più giovani stati africani: esiste dal 1993, quando un
referendum per l’autodeterminazione ne ha sancito l’indipendenza,
conquistata alla fine di una trentennale guerra con l’Etiopia (1961-1991).
Era
stata colonia italiana tra il 1889 e il 1941 (per una 50ina d’anni), per
essere poi occupata durante la 2° guerra mondiale dalla Gran Bretagna, che vi
rimase 11 anni, fino al 1952. Su decisione dell’ONU venne allora federata
all’impero etiopico.
·
Nel 1958
ci fu un’ondata di scioperi operai e imponenti manifestazioni contro le
continue violazioni dei diritti civili e politici a cui il regime di Haile
Selassie risponde con la violenza; nel
1961 si costituisce, al Cairo, il Fronte di liberazione dell’Eritrea e inizia
la lotta armata. Nel 1962 Haile Selassie annette l’Eritrea all’Etiopia
abrogando la federazione stabilita dall’ONU. Nel 1974 un colpo di stato
militare rovescia Haile Selassie; sale al potere Menghistu, che impone un regime
filosovietico. Nel 1991 l’opposizione etiopica e il Fronte di liberazione eritreo
provocano la fuga di Menghistu. I due
nuovi capi di stato sono amici e forse anche parenti, si accordano e il
passaporto eritreo o etiopico è valido
in entrambi i paesi, viene mantenuta in Eritrea la moneta etiopica: il birr.
·
Etiopia
ed Eritrea appaiono due paesi complementari: uno con grandi risorse agricole,
l’altro con gli sbocchi sul Mar Rosso; e iniziano a vivere con l’animo del
“siamo tutti fratelli”, praticamente non esistono frontiere e così inizia
il contrabbando della principale risorsa etiopica: il caffè. L’Eritrea è tra
i principali esportatori di caffè eppure sul suo territorio non ne viene
coltivata neppure una pianta! Iniziano i litigi con il boicottaggio dei porti
eritrei da parte dell’Etiopia (Gibuti ci guadagna), con l’inimicizia
fomentata dal Sudan tutto contento che i due suoi nemici si dividono,
l’Etiopia inizia ad espellere gli eritrei che vivono anche da generazioni sul
suo territorio, il tutto scatenato dall’introduzione della nuova moneta
eritrea- la Nakfa -che crea inimicizia e continui problemi di ordine economico.
·
L’Eritrea
già nel 1995 è di nuovo in guerra con lo Yemen per due isolette del Mar Rosso.
·
Vi sono
tensioni anche con il Sudan…e nel maggio
1998 inizia un nuovo conflitto tra
l’Eritrea e l’Etiopia apparentemente per questioni di confine e di
territori, in realtà, probabilmente, per tutti i problemi di cui sopra,
soprattutto legati all’introduzione della nuova moneta eritrea e alla
svalutazione di entrambe le monete a livello internazionale.
·
Finalmente
il 12 dicembre del 2000 viene firmato ad Algeri l’accordo di pace. Sulle frontiere fra i
due paesi non si era più combattuto da giugno.
Nessuno
ha vinto questa guerra!
Nessun
segno di vera felicità nelle due capitali. Troppo grave la ferita che si è
aperta nel cuore dei due paesi: 100.000 i ragazzi/e eritrei morti…per niente,
mandati al fronte per una guerra di trincea; chissà quanti quelli etiopi! Le
economie dei due paesi distrutte!
Oggi viviamo in
una cultura di guerra e arriviamo facilmente a pensare, condizionati
dall’informazione e dall’economia dominante, che esistano guerre
“inevitabili”, “giuste”…che si possa fare una guerra “umanitaria”.
Forse dovremmo riflettere di più sul risultato di tutte le guerre della storia, e su ciò che ci dice il Vangelo: non rispondere al male con il male.
Ed ecco l’aggiornamento
annuale dell’iniziativa:
settembre
2001- ottobre 2002
Lettere
di P. Vittorino:
11.8.01
..il conflitto tra Etiopia ed Eritrea non è ancora risolto definitivamente.
Stiamo ancora attraversando tante e tante difficoltà! Attualmente tra i nostri
governanti eritrei vi è molta discordia e divisione..questo ci preoccupa e ci
rattrista molto.
10.10.01
Abbiamo passato bene la festa di San Francesco e della Madonna del Rosario,
festa patronale della nostra Cattedrale di Asmara. Abbiamo pregato tanto per la
concordia e la pace e anche…per un po’ di benessere per il nostro
poverissimo paese e per tutti i paesi che si trovano in gravi e feroci
conflitti.
29.10.01
..i malati aumentano, mancano i medicinali, scarseggia il vitto! La nostra
situazione è ancora molto triste, piena di tante e varie difficoltà..per il
pane quotidiano. Non c’è concordia tra i nostri capi eritrei, siamo molto
preoccupati.
29.1.02
In questi mesi abbiamo tanti bambini malati per il cambiamento continuo del
clima (fa freddo intenso alla mattina e alla sera!) e perché sono denutriti. Si
dice che in febbraio verranno demarcati i confini tra Etiopia ed
Eritrea…speriamo segua la piena pace!
6.5.02
Nel mese di aprile sono stati demarcati i confini tra Eritrea e Etiopia e siamo
molto fiduciosi segua la concordia e la pace!
28.6.02
Abbiamo sentito che in Italia ha fatto forte caldo..spero che tutti godiate di
buona salute! Anche qui da noi fa un caldo tremendo; a causa di colpi di sole e
colpi di calore molte persone sono decedute.
Verso
il 20 giugno di solito iniziavano le grandi piogge, invece sino adesso abbiamo
sole cocente! I contadini sono sfiduciati! Abbiamo scarsità di acqua potabile!
28.8.02
Vi ricordero’ sempre nelle mie preghiere! Anche voi ricordatemi nelle vostre.
La nostra situazione è ancora triste. Preghiamo tanto per la pace interna tra i
nostri governanti politici, la pace con il popolo dell’Etiopia ..e anche per
un po’ di benessere per noi e per tanti altri paesi che sono in gravi
difficoltà!
Abbiamo
sentito che in varie parti del mondo vi sono state alluvioni e distruzioni, qui
da noi c’è grande siccità!! Abbiamo grandi difficoltà a trovare acqua
potabile, ci sono delle autobotti che girano ..ma sono troppo poche! Tanti
saluti da parte di tutti i malati e le famiglie povere e tanti grossi baci dai
bambini malati dell’ospedale!
7.9.02
Ecco una buona notizia da comunicarvi: nel mese di luglio ho celebrato il mio
giubileo, 50° anno di vita sacerdotale! La festa è stata solennissima!! Il
nostro Provinciale e il Vescovo di Barentu hanno festeggiato il loro 25° di
sacerdozio: li avevo ricevuti io nel Seminario di Embatkalla che avevano 11- 12
anni! Ho innalzato al Signore il mio gioioso, fervido ringraziamento, ora non mi
rimane che ripetere la preghiera di San Paolo: Signore, ho compiuto la missione
che mi hai affidato, attendo che mi chiami per ricevere la corona, la gioia che
mi hai preparato!
P. Vittorino Mehanzel
P.O.
Box 1263 Asmara Eritrea
Situazione
dell’Eritrea:
Da Volontari per lo sviluppo (novembre 2001)
Il 18 settembre 2001 sono stati
arrestati un gruppo di leaders riformisti che avevano duramente criticato il
presidente Afewerki, erano tutti membri del comitato centrale del partito di
governo ed eroi della lotta di indipendenza, tra cui 4 ex-ministri e un ex capo
di stato maggiore.
Il
gravissimo provvedimento segue di poco l’annuncio della chiusura a tempo
indeterminato di tutti gli 8 giornali privati.
Su
Asmara è sceso improvvisamente il silenzio e gli unici mezzi di informazione
sono quelli di stato. Anche se finora nel paese nessuno ha reagito
pubblicamente, la gente è sconvolta dall’inedita rottura interna alla classe
dirigente e la comunità internazionale s’interroga su questa improvvisa
involuzione autoritaria. Forti proteste e richieste di spiegazioni sono giunte
dagli ambasciatori della UE (e per tutta risposta l’ambasciatore italiano e
tutti gli osservatori UE sono stati espulsi) e da Amnesty International,
Reporter Sans Frontieres e Human Rights Watch, ma il governo ha negato ogni
addebito!
La prima prova di forza del
governo di Afewerki risale ad agosto quando 2000 studenti universitari si sono
rifiutati di svolgere un programma di lavori estivi (un programma che obbliga
ogni estate tutti i ragazzi e le ragazze eritree sopra i 16 anni a una specie di
“servizio civile” temporaneo) per protesta contro l’arresto del loro
leader. Sono stati arrestati, detenuti nello stadio di Asmara in condizioni
proibitive e poi trasferiti per punizione in una località desertica sulla costa
del Mar Rosso (Wia), dove vari studenti sono morti peril caldo e la fatica. Dopo
più di un mese, dopo le ripetute e pressanti proteste delle famiglie, dei
professori universitarie di Amnesty International, il leader degli studenti si
trova ancora in carcere, i 400 studenti sono stati riportati ad asmara e sono
stati costretti a firmare una dichiarazione in cui chiedono scusa per il loro
comportamento.
La vicenda degli studenti si inquadra nel difficile periodo di
transizione che l’Eritrea sta vivendo: da paese in guerra, unito e concentrato
nella lotta quotidiana per la sopravvivenza, a paese dove improvvisamente
emergono divisioni e conflitti mentre è appena iniziata la difficile opera di
ricostruzione.
Per
la prima volta dopo decenni il Partito Unico
(Pfdj) si trova ad affrontare un pesante dissenso. Nel maggio 2001 15
membri del comitato centrale (oggi tutti in carcere!) hanno firmato e diffuso
una dura lettera contro il Presidente accusandolo di accentrare tutto il potere
nelle mani di un ristretto gruppo di suoi fedelissimi, di interferire negli
affari dei vari dicasteri, di mancanza di trasparenza e collegialità, di
mancato rispetto delle regole interne di partito, di marginalizzazione
dell’Assemblea Nazionale, dell’utilizzo di tribunali speciali. La reazione
di Afewerki è stata subito durissima: ministri rimossi, rimozione del giudice
di Alta Corte che aveva dichiarato illegale l’arresto del leader degli
studenti, arresto di alcuni giornalisti.
In
Eritrea sembra esser nata in modo inaspettato quella che nei paesi europei è la
normale “dinamica democratica”…ma essa viene affrontata in maniera
distruttiva: il Governo di fronte all’ipotesi del multipartitismo e delle
elezioni democratiche ha scelto la strada peggiore: la repressione dura.
Per
uno strano destino anche l’Etiopia si trova a fronteggiare ora gravi problemi
interni.
Da
Famiglia Cristiana –ottobre 2001- di Luciano Scalettari
Se non fosse che dall’11
settembre l’informazione è monopolizzata dagli attentati terroristici negli
Stati Uniti, l’allontanamento del’Ambasciatore Italiano Antonio Baldini
dall’Eritrea avrebbe certamente fatto notizia; anche perché Bandini, al
momento dell’espulsione (28 settembre) rappresentava in Eritrea anche
l’Unione Europea.
Che
cosa è successo? L’eritrea da poco più di un anno è uscita da un conflitto
disastroso con l’Etiopia che ha portato decine di migliaia di vittime e di
mutilati, nonché l’azzeramento di 10 anni di sviluppo economica. Nel 1997
l’85% della popolazione aveva raggiunto l’autosufficienza alimentare; oggi,
in questo drammatico dopoguerra, aggravato anche da una siccità che dura da 3
anni, l’80% degli eritrei (che sono 3,5 milioni in tutto) è tornata a
dipendere dagli aiuti internazionali.
La
crisi diplomatica è esplosa perché il 28 settembre Bandini si era recato, con
altri diplomatici UE, dal Governo
Eritreo per consegnare una lettera di protesta per l’arresto di 11 dissidenti
e per la negazione della libertà di stampa …5 ore dopo è stato espulso
dall’Eritrea per “interferenza grave con gli affari interni del paese”!
Le
conseguenze della crisi diplomatica sono ancora in corso: l’UE ha minacciato
di congelare gli aiuti di cooperazione, tutti gli altri ambasciatori di paesi UE
sono stati richiamati in patria, tutti i progetti per finanziare la
ricostruzione sospesi!
Il
paese è giunto ad un bivio: nel 1997 si era giunti alla stesura della nuova
costituzione e della legge sul multipartitismo; la guerra ha congelato tutto; ma
la guerra ha anche complicato tutto: di nuovo la fame, la miseria, tante
infrastrutture distrutte e per di più il conflitto è stato perso e un quarto
del territorio eritreo è stato occupato per mesi dalle forze etiopiche; tutto
questo ha portato alla “resa dei conti” con il gruppo vicino al Presidente
che ha portato il paese in guerra e ha governato la guerra. Lo scontro ora è
durissimo e non si scorgono vie di uscita e il paese è in ginocchio.
Da
Nigrizia (sett.2002)
Il 15 giugno 2002, dopo nove mesi,
Italia ed Eritrea riprendono le relazioni diplomatiche. Decisivo un incontro, ai
margini della conferenza Fao di Roma, tra Berlusconi e Afewerki.
Il punto dell’iniziativa:
Di
fronte a questa drammatica situazione, abbiamo cercato anche quest’anno di
garantire a P. Vittorino 10.850
Euro all’anno (21.000.000 £)
Così,
dal giugno del 1995, siamo riusciti a mandare a P. Vittorino circa
67.900 Euro (131.500.000 £)
per aiutare soprattutto gli ammalati dell’Ospedale di Asmara e, ultimamente, i
deportati dall’Etiopia e le famiglie ridotte alla fame dalla guerra.
Al
momento un gruppo di noi si autotassa mensilmente (si è aggiunta anche la 1D
del Liceo Scientifico di Olgiate). Con l’attuale autotassazione
raccogliamo 350
Euro mensili.
Abbiamo
però sempre spedito a P. Vittorino 904 Euro mensili perché alcuni gruppi e
privati ci fanno pervenire (e speriamo che continuino!) la differenza (un
particolare ringraziamento agli “amici
di Mirco” di Rodero - e a Roberto
e Alessandra )
In
questa situazione molto difficile e triste, ci auguriamo che
singoli e gruppi continuino a sostenere questa iniziativa, magari
coinvolgendo anche altri amici.
Per
chi volesse sono a disposizione le foto di alcune delle persone aiutate, le
lettere di P. Vittorino, la documentazione sulla situazione dell’Eritrea (e
una videocassetta sulla visita in Eritrea nel
dicembre del 1995).
Se
sarà possibile nell’estate 2003 mi
recherò ad Asmara per una decina di giorni
a trovare P. Vittorino, i ragazzi colpiti dalle mine e le varie famiglie
che stiamo sostenendo in questi anni, accompagnata da Fiorella, (una ragazza
eritrea che ora vive a Milano che ho conosciuto ad Asmara con tutta la sua
famiglia nel 1995).
Chi
volesse partecipare a questo viaggio è benvenuto: occorre però prenotarsi in
anticipo per l’aereo, il visto e le vaccinazioni
(entro gennaio 2003).
Ringrazio
tutti anche a nome di P. Vittorino (la parte iniziale delle sue lettere è
sempre un grande e prolungato
ringraziamento a noi!)
Anna
Como, novembre 2002
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