Italia Oggi – 24.10.00

L’Interno sugli effetti del dlgs 267/2000. Soppresso l’invio dei nomi dei revisori

IL T.U. TAGLIA GLI ADEMPIMENTI

Stop alla notifica delle spese per amministratori

 

Primi effetti del Testo unico sull'attività degli enti locali.

Dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, vanno infatti in soffitta due adempimenti: la comunicazione dei nomi dei revisori al ministero dell'interno e al Cnel e la trasmissione, sempre al Viminale, delle spese sostenute per gli amministratori.

A spiegarlo è la circolare FI 19/2000 del ministero dell'interno, datata 20 ottobre 2000.

E intanto sulla Gazzetta Ufficiale n. 247 del 21/10/2000 è apparsa la circolare 11 ottobre 2000, n. 7/2000 U.A.R.A.L., con cui il ministro dell'interno Enzo Bianco illustra alle prefetture i contenuti del T.u. emanato ai sensi della legge 265/99.

Stop agli adempimenti

La circolare FI 19/2000 analizza gli adempimenti a carico delle amministrazioni da ritenere ormai cessati a seguito dell'entrata in vigore del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.

Il Viminale ricorda innanzitutto che in base all'articolo 100 del decreto legislativo n. 77del 25 febbraio1995 (nuovo ordinamento contabile degli enti locali), i comuni, le province, le comunità montane, le città metropolitane e le unioni di comuni devono trasmettere, per il tramite delle prefetture, al ministero dell'interno e al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro i nominativi dei soggetti cui è stato affidato l'incarico di revisione economico-finanziaria dell'ente.

Questo fino al 13 ottobre scorso, data di entrata in vigore del dlgs 267/2000, che ha abrogato l'art. 100 del decreto 77/95, recependone il contenuto all'art. 234, sia pure con alcune modifiche.

"Infatti", spiega la circolare, "il nuovo articolo 234 del testo unico non prevede più l'obbligo dell'invio dei dati relativi ai revisori dei conti.

Di conseguenza", prosegue la nota della direzione per la finanza locale, "sono da ritenersi abrogate anche le disposizioni attuative recate dalla circolare del ministero dell'interno FI 12/1996 del 20 marzo 1996" e pertanto "essendo venuto meno il precedente obbligo di raccolta dei dati, le certificazioni ivi previste non dovranno più essere trasmesse".

Ma le novità non finiscono qui.

Il Testo unico, infatti, all'articolo 274,prevede l'abrogazione, tra l'altro, della legge 27 dicembre 1985, n. 816, disciplinante lo status degli amministratori locali.

Tra le disposizioni contenute nella legge 816 era previsto, all'art. 21, che gli enti locali trasmettessero mediante apposita certificazione i dati occorrenti per la presentazione al parlamento della relazione sulla spesa sostenuta dagli enti locali per i propri amministratori.

La circolare del Viminale evidenzia come "non essendo tale disposizione riprodotta nel nuovo testo, ne deriva che per gli enti locali cessa l'obbligo di tale adempimento, con abrogazione delle disposizioni attuative recate dalla circolare del ministero dell'interno FI 32/91 del 23 ottobre 1991".

La nota di Bianco

La genesi e gli obiettivi del T.u. degli enti locali sono invece al centro della più politica circolare 7/2000, firmata personalmente dal ministro Bianco per illustrare il significato dell'operazione nel contesto del mutamento della pubblica amministrazione italiana.

Bianco parla del T.u. come <di un vero e proprio codice delle autonomie, studiato per semplificare l'attività degli amministratori anche attraverso l'uso di un linguaggio giuridico più accessibile.

Per quanto riguarda le singole problematiche, la circolare motiva il perché di alcune scelte effettuate dalla commissione presieduta da Augusto Barbera, che ha messo a punto il provvedimento.

La normativa, per esempio, non tocca le funzioni degli enti locali perché la norma di delega non fa a esse alcun riferimento e per l'esigenza di costruire un T.u. leggero e non onnicomprensivo; per lo stesso motivo non vi appare alcun riferimento al procedimento elettorale, mentre la normativa sulla finanza locale è stata letteralmente "trasportata", in quanto corpus già di per sé organico e aggiornato, all'interno del dlgs 267.

Un dato numerico, per finire: le abrogazioni effettuate con il dlgs 267 incidono su 44 leggi, alcune delle quali (come il T.u. del 1934 e la legge 142 del '90) sono state interamente soppresse.