Italia Oggi, 23.2.01

Autovelox

Multe valide anche senza contestazione

Niente contestazione immediata se c’è pericolo per i cittadini, ma la contravvenzione, comunque non si estingue.

A una condizione, però, che "sia stata effettuata tempestivamente la notifica".

Lo ha stabilito la sentenza n. 2494/2001 della Corte di Cassazione.

I cittadini sono dunque avvertiti: se sfrecciano sulle strade e I'autovelox li coglie in flagrante, dovranno comunque pagare la multa, anche se il vigile non ha subito contestato loro l'infrazione.

Una mancata contestazione che, come piega la Cassazione, va inquadrata "tenendo conto delle particolari caratteristiche di questo sistema di accertamento che ha inteso ricomprendere tra i casi di impossibilità di contestazione immediata tutti quelli in cui il servizio sia stato organizzato in modo che il fermo del veicolo non sia possibile senza creare pericolo per il cittadino".

In particolare, il caso sottoposto all'esame della prima sezione civile riguarda un cittadino di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, che nel giugno dei '97 si era visto arrivare a casa il verbale in cui gli si contestava di aver superato il limite di velocità "in un tratto di strada sul quale vigeva il limite dei 50 chilometri orari".

La contestazione non era stata immediata perché, si precisava nel verbale, "l'agente addetto al controllo era impossibilitato a raggiungere il veicolo lanciato a decisiva velocità".

II cittadino, però, aveva deciso di opporsi alla multa.

E, inizialmente, il pretore di Correggio gli aveva dato ragione, sostenendo che "Ia norma non esimerebbe gli accertatori dal predisporre il servizio in modo da permettere la contestazione immediata della vioIazione "Nel caso in questione poi", rilevava il pretore, non c'era impossibilità obiettiva di contestazione immediata, in quanto il servizio di controllo poteva essere organizzato meglio>".

In sostanza il pretore, nell'annullare la multa, aveva sentenziato che il comune avrebbe potuto dispiegare più agenti per il controllo sulle strade.

Una decisione contro la quale è insorto il Comune di Correggio, che ha presentato ricorso in Cassazione.

E la Suprema corte, accogliendo la motivazione del comune, ha stabilito che "nessuna norma impone all'amministrazione l'obbligatorio impiego, per l'immediata contestazione delle violazione del codice della strada, del dispiegamento di una pluralità di pattuglie, rendendo particolarmente oneroso e spesso impraticabile e rischioso per la pubblica utilità il valido accertamento di violazioni che pongono in essere situazioni di pericolo per la vita delle persone, legittimamente accertabili con il corretto uso della moderna tecnologia.