LA NAZIONE – ECONOMIA E FINANZA Sabato 3 febbraio 2001

Pasticcio statalista all'ombra di Bassanini

di Luigi Tivelli

Il tramonto della legislatura vede emergere un grande imbuto normativo in cui si sono affastellate centinaia e centinaia di norme tra leggi, decreti, regolamenti e quanto altro. Stiamo parlando della sequenza che va sotto il nome di "Leggi Bassanini", avviata da quattro leggi originarie, che si compone già di ben 88 decreti legislativi e di decine e decine di normative secondarie.

Burocrazia

Una specie di corsa alla iperlegificazione, che ha inondato ministeri, burocrazie, regioni ed enti locali di migliaia di commi normativi, in gran parte di difficile applicazione.

Le Leggi Bassanini sono state portate spesso ad esempio - tra scarse opposizioni come grande iniziativa riformatrice nel campo della pubblica amministrazione.

Guardando invece quanto avvenuto nelle altre democrazie occidentali, si può individuare un primo vizio di fondo nell'approccio riformatore sin qui seguito.

Il modo migliore per cambiare le pubbliche amministrazioni non è, infatti, quello di inondarle di leggi e atti normativi vari, invitando perentoriamente dirigenti e dipendenti pubblici ad eseguirle, ma quello di coinvolgere gli addetti al settore pubblico.

Se poi si pensa che da noi una parte delle normative Bassanini è stata utilizzata per proporre agli incarichi nuovi direttori generali per una durata che di solito ammonta a sette anni (che come tali vengono quindi imposti al Governo che verrà) emerge che grazie a tali leggi si è introdotta una forma di spoil - system all'italiana che sta seminando frutti nocivi nelle pubbliche amministrazioni.

Un secondo vizio di fondo del processo normativo in esame consiste nella scarsa attenzione dedicata al principio di sussidiarietà.

E' mancata in toto l'applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale: quello secondo cui spettano ai pubblici poteri solo le funzioni che i privati, in forma singola o associata, non possono esercitare meglio.

Pretendere di riordinare il vastissimo settore pubblico italiano senza prima restituire alla società civile le funzioni ad essa più proprie, costituisce un errore madornale, oppure la pervicace attuazione di quella forma di statalismo impiccione che ha dominato gli ultimi trent'anni di vita italiana.

La sfida

Il risultato dell'iperattivismo normativo maturato con le leggi Bassanini è che il Governo che verrà si troverà di fronte ad una matassa intricata di norme di difficile attuazione, a dirigenti e funzionari pubblici in larga parte demotivati o impegnati in attività di interdizione rispetto alla pioggia normativa da essi subita, ad un sistema di trasferimento di funzioni agli enti locali complesso, intricato e farraginoso, a forme poco funzionali di riordino dei ministeri.

Una sfida non da poco per i nuovi governanti.