ITALIA OGGI 18 9 2000

Corte dei conti: il mancato rispetto degli obiettivi non sospende i bilanci

DI GIANFRANCO DI RAGO

 

Il mancato rispetto delle condizioni poste dal patto di stabilità non costituisce criterio di legittimità in base al quale i Coreco possano sospendere l'efficacia dei bilanci degli enti in sede di controllo. È questo il parere espresso dalla sezione enti locali della Corte dei conti nella relazione al parlamento sui risultati dell'esame della gestione finanziaria e dell'attività degli ordinamenti territoriali per l'esercizio 1998, nella parte dedicata alle novità introdotte in relazione al patto di stabilità interno.

I giudici contabili sottolineano come questo strumento richieda una maggiore responsabilità da parte degli amministratori locali.

Infatti la verifica del perseguimento degli obiettivi non può essere effettuata sulla base dei documenti di programmazione ma va condotta in corso di gestione, e richiede aggiustamenti successivi rispetto alle previsioni iniziali.

Il patto di stabilità interno, introdotto dal provvedimento collegato alla finanziaria 1999, in ottemperanza a obblighi di natura comunitaria, riflette la propria disciplina sull'attività degli enti fin dalla fase dell'impostazione del bilancio e della formulazione delle previsioni di competenza.

La necessità di tenere comportamenti coerenti con gli impegni assunti con tale strumento, investe in primo luogo i responsabili dei servizi finanziari, sui quali incombe l'onere di procedere al monitoraggio dei flussi di entrata e di spesa, nonché quello di segnalare il mancato raggiungimento degli obiettivi, in modo da poter predisporre per tempo le opportune misure correttive.

La Corte mostra di apprezzare la procedura seguita per la verifica del perseguimento degli obiettivi programmati, la quale prevede che le giunte degli enti riferiscano ogni tre mesi ai rispettivi consigli proponendo, ove necessario, le variazioni di bilancio ritenute opportune. Tale procedimento, infatti, permette di determinare meglio la ripartizione delle competenze, e di individuare più facilmente le responsabilità degli organi esecutivi, rispetto a quelle degli organi deliberanti. Questo perché, a parere dei giudici contabili, vengono stabiliti dei momenti di interscambio di informazioni a carattere periodico, dai quali possono derivare opportuni interventi di correzione.