ITALIA OGGI 3.1.01

In G. U. il nuovo ordinamento dello stato civile

Niente certificati per chi si sposa

DI GIANFRANCO DI RAGO

Non sarà più necessario presentare certificati per poter convolare a nozze.

Sarà infatti l'ufficiale di stato civile a doversi procurare presso le amministrazioni competenti tutti i documenti necessari allo scopo.

È questo uno degli effetti del dpr 396/2000, contenente il nuovo ordinamento dello stato civile, che ha ottenuto la registrazione della Corte dei conti ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2000.

Il nuovo ordinamento sostituisce interamente quello attualmente in vigore, risalente al 1939.

Le novità contenute nel dpr 396/2000 si sommano a quelle previste dal Testo unico sulla documentazione amministrativa, licenziato in via definitiva dal governo lo scorso 15 dicembre (si veda ItaliaOggi di sabato 16 dicembre).

Quest'ultimo, ha precisato in un comunicato il dipartimento della funzione pubblica, facendo riferimento alle notizie apparse ieri sui giornali, non ha ancora ottenuto la registrazione dalla Corte dei conti.

Il regolamento, adottato formalmente dal presidente della repubblica, con decreto del 28 dicembre 2000, si trova attualmente presso il ministero della giustizia, in attesa di essere inviato ai giudici contabili.

Il nuovo ordinamento dello stato civile supera l'ormai inadeguata gestione cartacea dei registri e prevede la creazione, presso ogni comune, di un unico archivio informatico contenente tutti gli atti riferiti alle persone residenti, anche se non formati direttamente dallo stesso ente (si pensi per esempio al caso di chi abiti in un comune diverso da quello in cui è nato o si è sposato, e che abbia bisogno di un certificato attestante uno di questi status).

L'informatizzazione degli archivi e il collegamento in rete dell'intera p.a. consentiranno a ogni ufficio di procurarsi direttamente i dati di cui abbisognano, senza doverli richiedere ai cittadini (l'eventuale negligenza dei pubblici funzionari sarà anzi punita con sanzioni disciplinari, con l'ulteriore possibilità di conseguenze penali).

Tutto ciò comporterà notevoli risparmi, in termini economici e di tempo, sia per i cittadini sia per le stesse pubbliche amministrazioni.

La vigilanza sullo stato civile, infine, passa dal ministero della giustizia a quello dell'interno, e verrà esercitata dai prefetti.

Sarà inoltre più semplice per i comuni istituire un ufficio di stato civile, in quanto sarà sufficiente una delibera di giunta, invece del decreto ministeriale fino a oggi necessario.