Italia Oggi, 13.4.01

DIPENDENTI

Il codice necessita di recepimento

DI SYLVIA KRANZ

Il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici entrerà in vigore solo con il recepimento nel Ccnl, in caso contrario solo le singole amministrazioni potranno decidere discrezionalmente di applicarlo nei confronti dei loro dipendenti.

Il provvedimento che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 84 del 10 aprile scorso, all'art. 14 dispone l'abrogazione del precedente decreto del 94 e, di fatto, è stato emanato per aggiornare le precedenti disposizioni alle nuove realtà, e sensibilità, delle amministrazioni pubbliche e dell'utenza.

D'altronde la previsione dell'aggiornamento quadriennale di tali disposizioni, era contenuta nell'art. 14 del codice del 1994.

Per individuare e specificare gli obblighi e i doveri dei dipendenti, le norme del codice di comportamento affiancano quelle del codice disciplinare, contenuto nell'articolo 23 del Ccnl 94/97 del personale dipendente degli enti locali, in ossequio all'articolo 58 bis del dlgs n. 29/93 come da ultimo modificato dal dlgs n. 80/98.

Proprio per tale disposizione normativa anche il nuovo codice di comportamento, dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, deve però essere recepito nel contratto collettivo di lavoro, per esplicare la sua piena efficacia, a maggior ragione oggi, ad avvenuta integrale "contrattualizzazione" del rapporto di lavoro alle dipendenze di enti pubblici.

Deve pertanto ritenersi che il nuovo decreto contenente le regole di comportamento non potrà effettivamente sostituire le disposizioni recepite dal Ccnl 94, in quanto ormai parte integrante dello stesso, finché un nuovo contratto collettivo nazionale, a sua volta, non avrà recepito questo nuovo norme.

L'unica alternativa che, allo stato attuale, si potrebbe utilizzare per attribuire efficacia fin da subito al nuovo codice di comportamento, in attesa del recepimento del Ccnl prossimo venturo, potrebbe derivare dall'applicazione del comma 5 dell'articolo 58 bis del dlgs 29/93 a mente del quale le singole amministrazioni potrebbero adottarlo, quale specifico codice di comportamento, ovviamente previa attivazione della procedura di contrattazione a livello di ente.

In mancanza dovranno continuare a considerarsi efficaci le disposizioni contenute nell'abrogato decreto ministeriale 31 marzo 1994, che dovrà pertanto continuare a essere consegnato ai pubblici dipendenti all'atto della firma del contratto individuale di lavoro.