IL SOLE 24 ORE –

Pubblico Impiego – Dopo il rinvio della riforma alla Corte Costituzionale da parte del TAR Lazio

DIRIGENTI "PA" ALL’ATTACCO

Scontro aperto con Bassanini che non replica – L’Adige: possibile recuperare fiducia nel riordino

(NOSTRO SERVIZIO)

ROMA –

"L'affermazione del ministro Bassanini, secondo cui la riforma della dirigenza generale andrà comunque avanti, avrebbe dovuto seguire e non precedere la sentenza del la Corte costituzionale". Non si placa la polemica tra il ministro della Funzione pubblica, Franco Bassanini, e l'Adige.

Dopo lo scambio di battute di giovedì, infatti, ieri Italo Guarente, il segretario dell'associazione dei dirigenti generali dello Stato e degli enti pubblici non economici ha lanciato, secca, la controreplica.

Il nodo da sciogliere riguarda sempre la riforma dei contratti dei dirigenti pubblici approdata, su richiesta del Tar del Lazio, alla Consulta, che dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità della riforma Bassanini, nella parte in cui privatizza anche il rapporto di lavoro dei dirigenti generali dello Stato. Una situazione, questa, cavalcata immediatamente dall’associazione di categoria che ha definito la decisione del Tar "una possibilità per i dirigenti, di recuperare fiducia nel processo di riforma della Pa". A fronte della risposta del ministro, secondo cui "una parte minoritaria degli alti burocrati si ostina a difendere i vecchi privilegi", ieri Guarente hai invocato la disciplina della dirigenza generale che, pur istituendo " un rapporto fiduciario e revocabile fra ministro e dirigenti generali, si pone in insanabile contrasto con le disposizioni costituzionali, secondo cui i dirigenti sono al servizio esclusivo del Paese". Il segretario dell'Adige ha poi ribadito che "la posizione dei dirigenti sulla riforma non è come afferma il ministro, di una parte minoritaria della dirigenza, ma dell'intera categoria, costituita da fedeli servitori dello Stato, favorevoli a una riforma funzionale dell'amministrazione".

Da Budapest, dove ha incontrato il ministro alla presidenza ungherese, Istvan Stumpf Bassanini non ha replicato.

D'accordo con l'Adige, invece si è detto Arcangelo D'Ambrosio, segretario generale del sindacato dei dirigenti dei direttivi e delle elevate professionalità della pubblica amrnlnistrazione, che in Italia copre una categoria di 4.700 persone in servizio (di cui 4.300 di seconda fascia e 400 di prima), "Speriamo che la Corte costituzionale faccia il suo dovere", ha affermato il leader della Dirstat. "Quando si fanno dei provvedimenti immotivati è normale che si verifichino simili ricorsi". D'Ambrosio ha poi ribadito il proprio no a un atteggiamento statale "che invoca una "dirigenza" preparata, ma nomina persone impreparate" e ha espresso la speranza che "lo stesso possa accadere alla nostra categoria".

Secondo i dati forniti dal ministero della Funzione pubblica sono 7.149 i cosiddetti Rud (dirigenti di ruolo unico). Di questi 396 sono di prima fascia e 6.753 di seconda.

"Le amministrazioni -- aveva lamentato già giovedì Guarente - hanno dato corso a contratti individuali dei dirigenti generali e alla fissazione del trattamento economico, senza tener conto dei criteri da individuare dopo la conclusione del contratto nazionale per l'area della dirigenza di Prima fascia".

Lunedì a Roma si terrà una riunione del consiglio direttivo, dell'Adige. L'associazione ha invitato il Ministro a intervenire per "favorire una comune riflessione sulle riforme della dirigenza". Dibattito rinviato a dopo il week-end.

SILVIA MARZIALETTI