ITALIA OGGI – MARTEDì 25 LUGLIO 2000

La richiesta all'Aran dei manager statali (Adige)

Dirigenti generali con Ccnl separato

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Contrattazione separata per dirigenti generali dello stato. È necessario riconoscere la peculiarità del servizio svolto dalla categoria dei dirigenti statali di primo livello attraverso una regolamentazione ad hoc del rapporto di lavoro. È la richiesta che sarà avanzata oggi all'Aran dall'Adige, l'associazione dei dirigenti generali dello stato e degli enti pubblici non economici, che non ci sta a sottoscrivere un contratto valido per la dirigenza di tutti i comparti e di tutti i livelli.

"Servono maggiori garanzie contro le ingerenze dei politici", spiega il segretario generale dell'associazione, Italo Guarente, "per i vertici dell'amministrazione che hanno responsabilità e compiti che ne fanno la controparte dei ministri, da un lato, e degli altri dirigenti, dall'altra". Sono circa 600 i primi dirigenti della pubblica amministrazione interessati alla riforma, che rivendicano una disciplina pubblicistica specifica e forte, che ponga paletti all'ingerenza politica al momento dell'affidamento dell'incarico e della sottoscrizione del contratto individuale.

"L'ordinanza del tribunale amministrativo del Lazio che ha rimesso alla.Corte costituzionale la riforma Bassanini, dichiarandone il sospetto di illegittimità incostituzionale per quanto riguarda la dirigenza, coglie nel segno le obiezioni che da tempo abbiamo evidenziato al tavolo della trattativa", spiega Guarente.

I giudici amministrativi nell'ordinanza n. 6060/2000 hanno sottolineato che il sistema amministrativo, per funzionare, "postula che il dirigente generale sia messo nelle condizioni di operare scelte gestionali realmente proprie, e come tali tecniche, esclusivamente finalizzate ad assicurare efficienza ed efficacia all'apparato amministrativo".

Lo schema di regolamentazione contestato, argomenta il Tar, pone invece i presupposti per "una gestione largamente influenzabile da preoccupazioni politiche". Il presidente della Cida, la confederazione dei dirigenti d'azienda, Giorgio Rembado, sottolinea intanto la necessità di arrivare "a un contratto snello perla categoria, dopo due anni e mezzo di blocco, per consentire la regolarizzazione delle singole posizioni e per fissare un trattamento economico adeguato, che tenga conto di quanto già previsto nella direttiva D'Alema del '99".