ITALIA OGGI 31.1.01

Una direttiva della presidenza del consiglio dei ministri indica le priorità: riorganizzazione, semplificazione, controlli interni

L誕ttività delle PA nel 2001 fa rotta sul decentramento

DI GIUSEPPE RAMBAUDI

Gli obiettivi da porre ai singoli uffici pubblici debbono essere misurabili, significativi e relativi alla specifica responsabilità assegnata. Per fanno 2001 tutte le articolazioni della pubblica amministrazione centrale devono assumere la centralità del processo di decentramento amministrativo e la correlata necessità di riorganizzazione dell'organizzazione dei ministeri.

Sono queste le principali indicazioni contenute nella direttiva del presidente del consiglio dei ministri 12 dicembre, "Indirizzi per la formulazione delle direttive generali sull'attività amministrativa", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 21 di venerdì 26 gennaio.

La direttiva ha un grande rilievo in quanto fissa una serie di principi, soprattutto metodologici, di carattere generale per tutte le pubbliche amministrazioni; essa è rivolta in modo diretto ai ministeri, per il coordinamento delle direttive che ogni amministrazione deve impartire al proprio interno in tema di articolazione dei controlli interni sulla base di quanto dettato dal dlgs n. 286/99.

Il primo elemento a cui la direttiva dedica una specifica attenzione è l段ndicazione che per le amministrazioni centrali e periferiche dello stato la priorità generale per fanno 2001 è data dal trasferimento di funzioni dallo stato a regioni ed enti locali e dalla contemporanea ristrutturazione della macchina amministrativa statale.

Ciò si pone come un'indicazione di carattere generale che deve essere comune e che determina le seguenti conseguenze: ridefinizione delle missioni istituzionali, determinazione dei processi che devono essere attivati a seguito della legislazione di riforma dell'azione amministrativa.

In termini operativi, quindi, si richiede la definizione di uno specifico percorso applicativo delle norme, percorso applicativo che deve essere dimensionato in modo preciso nell'arco dell'anno e che deve essere analitico per ogni amministrazione.

A tal fine sollecita i singoli enti alle seguenti indicazioni: misure di trasformazione organizzativa; tempi e risultati attesi per l段ntroduzione del controllo di gestione; ruolo degli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici; obiettivi generali di riconversione e riqualificazione del personale, di riduzione dei costi generali, di economie derivanti dall'informatizzazione, di priorità per i programmi di e-government; priorità della semplificazione; definizione del sistema informativo interno.

La direttiva si occupa in modo preciso di controlli interni. Ci ricorda che essi servono alla verifica sulla capacità di utilizzazione delle risorse, di coerenza con le priorità definite a livello politico e di quantità di risorse.

Le direttive dei singoli ministeri devono servire, soprattutto, all'indicazione preventiva degli obiettivi e, a tal fine, non serve l段ndicazione di articoli, ma soprattutto la chiarezza e la leggibilità, anche dall'esterno.

Si devono precisarne le funzioni, il rapporto fiduciario con il vertice politico, le competenze specialistiche e la conoscenza delle problematiche specifiche. Da qui la sua composizione ideale che dovrebbe essere di tre membri: uno con competenze strategiche e di governo, uno con competenze organizzative e gestionali e uno con competenze in tema di gestione di risorse umane.

E ancora, definirne la struttura e le funzioni; chiarire il ruolo all'interno del processo di programmazione; il rapporto con il sistema informativo; decidere se esso deve occuparsi anche della valutazione dei dirigenti di diretta nomina dell'organo politico.

La direttiva passa poi all'indicazione di una serie di indicazioni relative all'individuazione degli obiettivi quantitativi misurabili riferiti alle dotazioni del bilancio.

Nell段ndicazione delle metodologie da utilizzare si suggerisce: la necessità di evitare di ripetere le indicazioni di carattere generale sulla missione dell'attività amministrativa; (opportunità di indirizzare le prescrizioni solo ai vertici di primo livello; l'esigenza di evidenziare le variazioni di bilancio che si rendono necessarie rispetto alle precedenti scelte; (opportunità di prevedere indicatori separati per i servizi resi alla collettività (efficacia), per l'adeguamento della macchina amministrativa (efficienza); per i miglioramenti qualitativi (qualità e soddisfazione del cliente).

Da sottolineare la precisa scelta di carattere generale sulla limitazione della formulazione degli obiettivi solo ai dirigenti di primo livello e la loro responsabilizzazione nella definizione di obiettivi per i dirigenti che essi coordinano: è evidente la preoccupazione di evitare ogni rischio di frammentazione delle responsabilità.

Un'altra importante indicazione metodologica è costituita dalla precisa indicazione di attivare il cosiddetto ciclo ascendente, cioè di fare in modo che l段ndicazione degli obiettivi parta dalle proposte avanzate direttamente dai dirigenti.

Siamo dinnanzi a un'indicazione che deve raccordarsi con le esigenze di tempo, ma che deve comunque essere assunta come assai importante. Le ultime parti della direttiva contengono una serie di indicazioni sulla descrizione degli obiettivi: essi devono essere determinati in modo selettivo, cioè senza nessun vincolo di completezza; devono essere formulati tenendo conto del vincolo di renderli comunicabili e devono essere sintetici.

Gli obiettivi devono sapere coniugare le esigenze di continuità dell'attività amministrativa e dell'indicazione delle priorità.

Nell'indicazione degli obiettivi si deve tenere conto della complessità (intervento di altri uffici o p.a.) e temporaneità (dimensione temporale).

Ci si deve concentrare su pochi progetti centrali per la politica governativa e devono essere definiti gli elementi minimi del sistema di project management: individuazione del responsabile e del suo ruolo; identificazione dei risultati e delle scadenze previste per l'anno 2001; definizione delle tecniche da utilizzare, delle modalità di presentazione e dell'accesso da parte dei servizi di controllo interno.

Gli obiettivi devono consentire di misurare i risultati, quindi: significatività, cioè caratterizzare l'attività dell'ufficio, prevedendo regole diverse per le attività orientate ai prodotti, distinguendo tra quelli in cui sono prevalenti le dimensioni quantitative ovvero quelle qualitative, rispetto a quelle orientate ai progetti; misurabilità, indicatori misurabili in ter ini fisici o monetari; responsabilità specifiche, quindi non prevedendo un ruolo centrale dei fattori esogeni.