IL "MOBBING" DEFINIZIONE, TIPOLOGIE E COMPORTAMENTI MOBBIZZANTI IN SENO ALLE AUTONOMIE LOCALI.RIFLESSIONI SUL TEMA ALLA LUCE DELLE FUNZIONI E DEL RUOLO DEL SEGRETARIO COMUNALE A SEGUITO DELLE LEGGI DI RIFORMA DELLA CATEGORIA

Con questo titolo pubblicammo, nel fascicolo n.17 del 2000 (pag. 1786 e segg.), l’articolo di Stefano Glinianski che tanto interesse ha suscitato, come dimostrano i commenti di seguito riportati, che vanno ad inserirsi in un più ampio dibattito dallo stesso articolo sicuramente alimentato.

MASSIMO SALVEMINI

Segretario e Direttore generale del Comune di Serra Riccò (Genova)

 

Il preciso e rigoroso inquadramento della problematica del mobbing da parte dell’Autore, sia sotto il profilo giuridico, che sociale e relazionale, può indurre ad una singolare riflessione ispirata dalla riscontrata "anomalia" del rapporto tra un istituto normativo, rappresentato dalle recenti leggi di riforma della categoria dei segretari comunali, ed un fenomeno patologico, quale il mobbing, "rappresentativo della disfunzione del sistema" normativo in cui l’istituto stesso opera.

L’Autore ha compiutamente analizzato ed affrontato il profilo del mobbing quale attività persecutoria, posta in essere da uno o più soggetti e mirante ad indurre la vittima a rinunciare volontariamente all’incarico, ovvero a precostituire i presupposti per una sua revoca. Paradossalmente, può ipotizzarsi che una pratica di mobbing possa essere indotta dalla legge stessa quando, in seguito a cosiddette "interpretazioni autentiche", dispone l’automatica cessazione del mandato del Segretario contestualmente alla scadenza del mandato politico dell’Amministrazione presso cui presta servizio, con l’attivazione dell’istituto della "messa in disponibilità".

A ben guardare tale istituto, a dire il vero singolare, se non unico, nel settore pubblico, non trae origine da comportamenti contrari ai doveri professionali e non si pone, pertanto, almeno in apparenza, come reazione di tipo sanzionatorio rispetto alla violazione di un obbligo normativo o contrattuale da parte del Segretario "non confermato"; esso rappresenta un effetto normale della legge, una mera opzione a disposizione del Sindaco subentrante che, salvo recenti temperamenti da parte di una sensibile giurisprudenza di merito, non soggiace ad alcun limite, trovando la sua unica e sufficiente ragione nella mancanza di un rapporto fiduciario con il Segretario in servizio.

In realtà, le conseguenze dell’esercizio di tale opzione presentano pressoché tutte le caratteristiche tipiche del mobbing:

1) dequalificazione lavorativa, con compressione della capacità lavorativa in mansioni non afferenti al ruolo in cui il Segretario è abituato ad operare;

2) estromissione del Segretario dal contesto e dall’ambiente lavorativo in cui opera e rispetto al quale costituisce un corpo estraneo;

3) danni quasi irreparabili alla sua immagine sociale e professionale;

4) rilevante danno psico-fisico, in quanto la disponibilità ingenera in chi la subisce uno "svilimento della propria personalità" di cui si è vittime senza colpa.

La peculiarità della situazione evidenziata sta nel fatto che, nelle ipotesi del classico mobbing, è facilmente individuabile il soggetto autore e responsabile e, comunque, è attribuita al datore di lavoro ai sensi dell’art. 2087 del c.c. la tutela della integrità psico-fisica dei propri dipendenti; nel mobbing legislativo, invece, non è facile individuare un soggetto autore della pratica discriminatoria, in quanto, invero, nulla può rimproverarsi al Capo dell’Amministrazione che, nel legittimo esercizio dei poteri conferitigli dalla legge, decida di avvalersi della facoltà di non confermare il Segretario in servizio. Forse, e qui si ritorna al tema dell’anomalia del rapporto tra un istituto legislativo ed un fenomeno patologico cui si alludeva all’inizio, tale situazione è causata da una legge di riforma che, pur lodevole nelle intenzioni, se volta a consentire un restyling ed un completamento professionale dei segretari, non lo è stata altrettanto nelle sue concrete esplicazioni, causando situazioni di forte disagio e disorientamento nell’intera categoria.

MASSIMO SALVEMINI