Italia0ggi 4.7.01

EC0NOMIA E POLITICA

L’introduzione di misure annunciata ieri dal ministro della funzione pubblica Franco Frattini

Manager p.a. più responsabilizzati

Dovranno rispondere degli scostamenti dalia Finanziaria

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Dirigenti pubblici sempre più responsabili dell'attuazione della legge finanziaria.

Il lavoro svolto per centrare gli obiettivi fissati nelle manovre di bilancio sarà infatti tenuto costantemente sotto controllo e la valutazione dei manager avverrà "in base a parametri non discrezionali".

Lo ha annunciato ieri il ministro della funzione pubblica, Franco Frattini, a margine dell'intervento al convegno organizzato dalla Corte dei conti e dall'Adige, l'associazione che raggruppa gli alti dirigenti dello stato e del parastato.

"La Finanziaria sarà accompagnata quest'anno, per la prima volta, da una direttiva della presidenza del consiglio contenente gli obiettivi per l'alta dirigenza con l’indicazione di parametri di misurazione non discrezionale del lavoro fatto", ha detto Frattini che ha rilanciato anche la necessità di rivedere la riforma Bassanini della pubblica dirigenza per assicurare maggiore efficienza all'azione amministrativa.

La direttiva sarà insomma una sorta di raccomandazione sugli obiettivi e i criteri di verifica e dovrà essere accolta "rapidamente dai ministeri, al massimo entro novembre".

Alla direttiva farà cenno già il prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria.

Ogni dicastero dovrà recepirla e adattarla per la propria struttura in modo da mettere sotto controllo il lavoro fatto dai manager pubblici.

Palazzo Vidoni conta così anche di responsabilizzare i dirigenti, che "devono imparare a lavorare svincolati dalle leggine interne e ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte".

Ma per farlo è necessaria una nuova riforma della dirigenza, che richiede uno sforzo anche culturale da parte dei sindacati, perché, sopratutto per l'alta dirigenza, c'è bisogno di maggiore flessibilità, anche nei contratti.

Il ministro fa sua la responsabilità di assumere i propri dirigenti e a questi spetterà il compito di organizzare gli uffici e di adottare le strategie necessarie per raggiungere gli obiettivi fissati.

Del lavoro fatto dovranno rispondere ai ministri", ha detto Frattini spiegando la sua ipotesi di riforma.

Più spazio alla contrattazione privata individuale, dunque, rispetto a quella pubblica e nazionale.

Sembra poi destinato a cambiare anche il Ruolo unico per la dirigenza. Concepito come uno "strumento flessibile per creare un mercato delle professionalità", ha osservato Frattini, "in questi anni si è trasformato in una gabbia per i dirigenti emarginati. Va fatta una riflessione perché l'organismo torni agli obiettivi dichiarati e mai realizzati".

La sua proposta è di costituire una sorta di Agenzia per la promozione delle professionalità per l'alta dirigenza.

Frattini ha anche invocato una maggiore flessibilità e professionalità nella formazione dei dirigenti e ha annunciato che favorirà l'interscambio di professionalità tra il settore pubblico e quello privato e tra le istituzioni nazionali e internazionali.

L'ipotesi di riforma proposta da Palazzo Vidoni non dispiace all'Adige che ha accolto con favore in particolare la rivalutazione del ruolo del contratto individuale e privato.

"È ovvio che quanto più nel contratto nazionale saranno specificati gli obiettivi e i risultati del contratto individuale"; ha detto Frattini, "quest'ultimo avrà uno spazio maggiore rispetto al passato".

Ma, puntualizza il numero uno di Palazzo Vidoni, "è necessario non sottovalutare che lo strumento giuridico di regolazione del rapporto di lavoro, di stampo privatistico, è cosa ben diversa dalla funzione e dallo status del dirigente che restano esclusivamente pubblici".

"L'incertezza degli obiettivi incide in maniera spesso determinante sulla verifica dei risultati, che altro non sono che gli obiettivi considerati dal punto di vista dell'attuazione", ha ribadito Italo Guarente, presidente delfAssociazione.

Secondo Frattini, andrà poi potenziato il controllo della Corte dei conti sulla gestione pubblica, specie nel referto al parlamento e nei rapporti settoriali da cui il governo, a suo parere, può trarre incoraggiamento.

"Dal triangolo Corte-governo-parlamento si potranno individuare gli interventi necessari per migliorare la gestione pubblica".