Italia Oggi Mercoledì 14 Febbraio 2001 NORME E PROGET TI

Intervista a Luigi De Pierris, coordinatore Unità tecnica di finanza del Cipe

Dubbi sul project financing

Bisogna spingere le p. a: a credere nella novità

DI LOREDANA DIGLIO

Luigi De Pierris, coordinatore dell'Unità tecnica finanza di progetto del Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, istituita a luglio presso l’omonimo comitato; porterà la sua esperienza e le sue riflessioni sull'istituto.

Per ItaliaOggi anticipa qualche punto e tocca temi quali quelli delle difficoltà di attuazione del project financing, dei punti di forza dell'istituto, di come affrontare i suoi rischi e delle prospettive della sua evoluzione.

Domanda. Il suo intervento a Napoli s'intitola: "Verso il partenariato pubblico-privato: alcuni elementi di criticità". A quali elementi si riferisce?

Risposta. La legge di riforma sui lavori pubblici (Merloni-ter), che contiene importanti novità legislative tese a facilitare l'introduzione della finanza di progetto in Italia è relativamente recente e solo nell'estate scorsa è stata corredata da un regolamento di attuazione. Tutto ciò implica che gli istituti introdotti dalla riforma abbiano trovato sinora applicazione solamente in un numero relativamente ridotto di casi e quindi molti sono i punti che non sono ancora stati testati dall'esperienza di mercato. Posso farle due esempi concreti: il contenuto della bozza di convenzione prevista dall'art.37bis, il principale documento che regola i diritti e doveri reciproci del concessionario e dell'autorità concedente non è stato definito dalla legge e il recente regolamento si è limitato a elencare alcuni principi di carattere generali. Le stazioni appaltanti continuano ad avere difficoltà a determinare la congruità della bozza presentata dai promotori. Altro esempio: il contenuto dell'asseverazione bancaria del piano economico-finanziario presentato dai promotori è stato oggetto di un atto di regolazione dell'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, ma il dettato di tale atto di regolazione non è stato ancora pienamente recepito dagli operatori e dal mercato.

D. Quali esperienze positive di project financing ritiene possano essere prese come esempio?

R. L'Unità da me coordinata è operativa da solo sei mesi e, in considerazione dei tempi medio lunghi che una operazione di finanza di progetto richiede per poter essere strutturata e della riservatezza che tali istruttorie impongono, non sono in condizione di citarle degli esempi puntuali. Se invece parliamo di settori industriali, è innegabile che il settore del recupero energetico degli impianti di trattamento rifiuti è già abbastanza maturo in Italia e ha già delle realizzazioni concrete che possono essere prese come parametro di riferimento.

D. Qual è il suo pensiero a proposito della gestione dei rischi?

R. L'allocazione dei rischi è la questione più spinosa di ogni operazione di finanza di progetto. II nostro ruolo di consulenti delle amministrazioni pubbliche dovrebbe spingerci a raccomandare modelli miranti a trasferire al settore privato il più possibile di rischi, ma nel fare questo dobbiamo mantenere una buona dose di realismo ed evitare di proporre soluzioni che creino poi problemi alla bancabilità del progetto o alla sua gestione economica.

D. Che cosa frena gli operatori ad adottare la formula della finanza di progetto?

R. Quello che potremmo definire la paura del nuovo, la resistenza a distaccarsi da modelli sperimentati. Inoltre, la consapevolezza che un'amministrazione deve possedere delle forti competenze professionali per poter portare a completamento un'operazione di finanza di progetto. È proprio a questo tipo di problemi che il legislatore ha voluto dare una risposta istituendo l’Unità tecnica finanza di progetto. Sta al nostro dinamismo e alla nostra iniziativa dare alle Amministrazioni risposte convincenti alle loro esitazioni. Resta tuttavia l'ostacolo delle normative settoriali, incongruenti con la Merloni-ter.

D. Quali le possibili evoluzioni dell'istituto dal punto di vista strettamente finanziario?

R. L'ingegneria finanziaria ha trovato un fertile campo di applicazione nella finanza di progetto. Non ci sono motivi per non prevedere che a breve strumenti quali la cartolarizzazione e l'emissione di garanzie finanziarie da parte di assicurazioni monoline saranno cosa frequente in operazioni di finanza di progetto.