Italia Oggi

Venerdì 10 Novembre 2000

L'Interno: la scelta con il regolamento

Consigli, possibili proposte

DI LUIGI OLIVERI

È’ demandata al regolamento sul funzionamento del consiglio la scelta di consentire, o meno, agli assessori di presentare proposte di deliberazione al consiglio comunale.

Lo sostiene la risoluzione del ministero dell'interno n. 15900 /376/lbis/1.142, in data 26/5/2000. La risoluzione (emanata sotto il regime della legge 265/99, comunque non modificata dal dlgs 267/2000) sottolinea che la questione della competenza dell'assessore a presentare le proposte al consiglio dovrebbe trovare soluzione nell'apposito regolamento, cui la legge demanda espressamente la disciplina riguardante la presentazione e la discussione delle proposte.

Tale previsione è oggi contenuta nell'art. 38,comma 2, del T.u.

In mancanza di una specifica norma regolamentare, secondo la risoluzione potrebbe comunque apparire congruo un indirizzo, espresso dal consiglio, che, in qualità di organo titolare del potere di decidere in merito alla questione, può autonomamente decidere se consentire o meno la presentazione delle proposte da parte dei componenti della giunta.

Ovviamente, la questione si pone per gli enti nei quali esista incompatibilità tra la carica di assessore e quella di consigliere (province e comuni con oltre 15 mila abitanti), nonché gli assessori nominati dal sindaco al di fuori della compagine consiliare nei comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti, in quanto lo statuto lo consenta.

Non vi può essere infatti dubbio circa la legittimazione dell'assessore che rivesta anche la carica di consigliere a presentare, come qualsiasi altro componente del consiglio, proposte all'organo assembleare.

Le previsioni regolamentari devono comunque essere coerenti con l'assetto complessivo dell'ordinamento locale.

Ai sensi dell'art. 48 del T.u. la giunta opera "attraverso deliberazioni collegiali". Il singolo assessore non viene dunque preso in considerazione come competente a porre in essere atti come singolo se non per rispondere agli atti ispettivi dei consiglieri, per riferire al consiglio nella fase di verifica dell'andamento del programma di governo e per impartire direttive alla dirigenza.