Italia Oggi - Venerdì 13 Aprile 2001

REVISORI ENTI

Gli enti locali devono puntare sulla funzione segnaletica del conto economico e patrimoniale

COMUNI, rendiconti più precisi

I revisori non possono limitarsi a una mera funzione notarile

DI PIERO CRISO

Il preventivo 2001 si è appena chiuso ed è già tempo di pensare al consuntivo 2000.

Il preventivo mostra i suoi punti di forza e di debolezza nella relazione previsionale e programmatica.

In essa devono essere evidenziate con chiarezza e semplicità le scelte e i fini che l'amministrazione in carica vuole perseguire.

Il revisore deve essere particolarmente attento: alla attendibilità delle entrate, evidenziate nella sezione seconda della relazione, alla congruità della spesa e alla coerenza dei programmi ed eventuali progetti con il programma politico amministrativo, agli altri strumenti della programmazione quali Prg, piani regionali ecc.

L'attività del revisore su questi temi, che è espressa nel parere al preventivo, è indubbiamente qualificante, ma difficilmente può sfociare in un parere contrario poiché si parla pur sempre di stime preventive. Su questi temi il revisore di solito esprime perplessità, esterna dubbi, raccomanda cautele, ma salvo che le previsioni non siano palesemente sballate difficilmente esprime pareri negativi, contrari all'approvazione del bilancio.

Per il consuntivo le cose non stanno in questa maniera perché o il consuntivo è esatto, preciso oppure non può essere approvato dai revisori.

Non è una questione di tolleranza o meno. Il revisore non può approvare un consuntivo con il risultato del conto economico diverso dalla differenza del patrimonio netto.

L'anno scorso riferito al consuntivo'99 alcuni revisori, alcuni consigli comunali e alcuni Coreco hanno approvato consuntivi di importanti comuni sbagliati, contenenti l'errore poc'anzi enunciato, e questo, anche se animati da buona volontà, dalla massima tolleranza, non è possibile se non a rischio di far diventare il sistema dei controlli una burletta.

Ho letto l'anno scorso l'interlocutoria di un Coreco al consuntivo '99 che chiedeva una dimostrazione, una specie di conciliazione della differenza tra il risultato del conto economico (utile o perdita che sia) con la differenza positiva o negativa del patrimonio netto nel conto del patrimonio.

Non si può porre una simile domanda perché se manca tale coincidenza il consuntivo è sbagliato e non può essere approvato.

Personalmente non credo che quello che è successo l'anno scorso sia casuale o semplicemente il frutto di incompetenza.

Penso invece che sia l'inizio di una strategia volta a dimostrare l'inutilità di una consuntivazione sia economica sia patrimoniale come attualmente prevista dalla legge.

Lo sforzo necessario per predisporre un consuntivo completo e corretto non vale la candela.

Non sono molti nei comuni coloro che sanno apprezzare l'importanza di una corretta rendicontazione.

La funzione segnaletica del conto economico e del conto del patrimonio non è conosciuta e apprezzata dai consiglieri comunali.

Nei consigli comunali non c'è storicamente la cultura del consuntivo.

Nel preventivo si effettuano le scelte e il dibattito è vivace, il consuntivo riguarda l'anno passato e secondo la convinzione di alcuni ormai non interessa più.

Del resto l'avanzo o il disavanzo di amministrazione derivanti dal consuntivo della contabilità finanziaria mal si prestano per la ricerca dei punti critici della gestione che è invece prerogativa del conto economico e del conto del patrimonio.

Il revisore, infine, avendo a disposizione una rendicontazione sia economica sia patrimoniale oltre che finanziaria, non può esimersi nella sua relazione di esprimere rilievi, considerazioni e proposte tendenti a conseguire efficienza, produttività ed economicità della gestione come previsto dall'art. 239 del dlgs 267 (Testo unico enti locali).

È’ necessario quindi che tutti facciano un salto di qualità. Gli uffici devono predisporre rendicontazioni complete e corrette.

I revisori non possono limitarsi a una funzione notarile di attestazione della veridicità o meno dei dati di bilancio pur sempre importante, ma considerati i nuovi strumenti contabili a loro disposizione devono implementare la propria relazione con considerazioni e proposte sul miglioramento dell'efficienza, produttività ed economicità della gestione.

I consigli comunali infine non tarderanno ad apprezzare una rendicontazione corretta e completa, sviluppando il dibattito sui punti critici della gestione passata, indubbiamente utili per migliorare il futuro valorizzando la funzione di indirizzo e controllo di tale organo.

I revisori del comune di Napoli hanno chiuso la propria relazione ritenendo che il rendiconto '98 predisposto dalla giunta non corrisponde alle risultanze della gestione.

Tutto ciò a seguito di quanto esposto, eccepito e rilevato nel corpo della relazione.

Tra le altre cose, nel merito i revisori hanno costatato che non esisteva un inventario dei beni immobili aggiornato al 31/12/98.

Concludo affermando che l'Ancrel non può che essere dalla parte dei revisori del comune di Napoli poiché l'obiettivo della nostra associazione è volto a favorire l'affermarsi di una pubblica amministrazione efficiente, efficace ed economica, pertanto saremo sempre sul fronte opposto di chi afferma che il conto economico e il conto del patrimonio negli enti locali sono degli inutili e faticosi adempimenti previsti dalla legge.

Pagina a cura DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE CERTIFICATORI E REVISORI ENTI LOCALI