Il Sole 24 ore – 6.4.00

La Funzione Pubblica non convince ANCI e sindacati di categoria

PER I SEGRETARI COMUNALI CONTRASTI SULLE REVOCHE

 

 

Le procedure per la revoca dei segretari alimentano il contraddittorio tra il Governo e la categoria.

Dopo aver firmato e inviato una direttiva all’ARAN in cui, rispetto alla precedente versione spedita all’Anci e all'Upi, è sparito il riferimento alla revoca come istituto espressamente escluso dalla competenza contrattuale, la Funzione pubblica è intervenuta su questo delicatissimo punto per fornire la (propria) interpretazione autentica.

"Il mancato richiamo nella direttiva alla revoca - ha specificato ieri il Sottosegretario Adriana Vigneri - va inteso nel senso di escludere dalla competenza dei tavolo contrattuale la possibilità di disciplinare l'istituto, che peraltro risulta già regolamentato nel Dpr 465/98 nelle fattispecie concrete cui è riferibile e nelle procedure da seguire. Ogni eventuale modifica alla disciplina andrà inserita nell'ambito delle modifiche regolamentari alle quali sta lavorando il ministero dell'Interno, con il confronto dei sindacati e delle associazioni delle autonomie locali. Pertanto, nella direttiva recentemente emanata, il Governo non ha fatto altro che confermare linea già scelta nella riforma dei segretari comunali, ribadendo che la disciplina della nomina e della revoca è affidata, per espressa volontà legislativa alla legge 127/97 e al regolamento delegato, lasciando così immutato il rapporto con il vertice politico. Si è solo specificato che il contratto può prevedere adeguate forme di pubblicità della professionalità acquisita dai segretari, come strumento di ausilio per la scelta dei sindaci".

Come la Funzione pubblica, però, non la pensano esattamente nè i sindacati, nè l'Anci. Secondo Giancarlo Susta - che oltre ad essere presidente dell'Agenzia autonoma dei segretari è anche vicepresidente dell'Anci - le cose sono interpretabili diversamente. "La revoca, nelle procedure - afferma infatti Susta - è materia contrattuale. Come vicepresidente dell'Anci avevo già accolto questa tesi, anche perchè non esiste nessun contratto del pubblico impiego nel quale non si preveda una disciplina a tale riguardo. Il merito delle scelte viene, ovviamente, lasciato al sindaco, che le motiva, ma le regole per giungere alla revoca vanno disciplinate ancor prima che possa scaturire un contenzioso davanti al giudice dei lavoro. La direttiva della Funzione pubblica lascia intendere tutto questo".

La categoria dei segretari si era già mossa sulla stessa falsariga e sarà difficile, ora capire fino in fondo l'interpretazione della funzione pubblica. "Siamo soddisfatti del fatto che la direttiva, per quanto riguarda la revoca - scrive in una nota a commento della direttiva Carmelo Carlino, segretario organizzativo dell'Unscp - lascia intendere la possibilità di prevedere una regolamentazione a livello contrattuale, alla stregua di quanto risulta previsto per gli altri pubblici dipendenti, e quindi sarà possibile, per esempio, prevedere nel contratto che la revoca venga sottoposta ad un Comitato di garanti".

Edoardo Sortino, consigliere dell'Agenzia dei segretari, ricorda che già nella delibera n.28 del 3 febbraio 2000, la stessa Agenzia aveva reclamato un ruolo, in sede contrattuale, per precisare i meccanismi procedurali non solo delle revoche ma anche delle nomine.

Carlo Paolini, leader dell'Unione, si riserva il commento finale. "C'è uno spazio - dichiara - nell'ambito della disciplina, per la regolamentazione contrattuale dell'istituto della revoca, senza toccare quelle che sono le regole fondamentali dell'istituto".