Italia Oggi , Giovedì 22 Marzo 2001 ECONOMIA E POLITICA

La relazione della Corte dei conti sulla dirigenza pubblica

Troppo spoil system

Nella p.a. la politica prevale ancora

DI ALESSANDRA RICCIARDI

 

Eccesso di spoil system nella pubblica amministrazione italiana.

La nomina dei dirigenti a capo degli uffici pubblici risponde in troppi casi, più di quelli previsti dalla legge, a criteri di ordine politico e non tecnico.

L'accusa di aver tradito gli obiettivi e la ratio della riforma della dirigenza pubblica, piegandola a usi prevalentemente politici di accaparramento delle poltrone, proviene dalla Corte dei Conti, che ha inviato ieri alle Camere una relazione piuttosto critica sullo stato di attuazione della riorganizzazione della dirigenza.

La magistratura contabile, infatti, denuncia "omissioni e ritardi" nell’applicazione delle norme (contenute nel decreto legislativo n. 29/93) che disciplinano il conferimento di funzioni dirigenziali nell'ambito delle amministrazioni dello stato e una latente "inerzia degli organi di indirizzo politico-amministrativo".

La relazione dei magistrati di viale Mazzini prende in esame il periodo che va dal 1° gennaio '99 al 31 marzo 2000 e rileva che "sono stati confermati 184 incarichi dirigenziali generali a fronte di 398 posti di funzione e 963 incarichi di livello dirigenziale ordinario a fronte di 7592 posti di funzione". I giudici contabili sottolineano anche il ritardo con il quale si è proceduto alla costituzione dell'ufficio del ruolo unico e del comitato dei garanti "istituito solo il 10 novembre 2000".

Ma è sullo spoil system che la Corte dei conti accentra l’attenzione: l’attuazione di una previsione normativa, quella

- degli articoli 6 e 8 del dpr n. 150/99, che aveva il solo scopo di sollecitare l’amministrazione a confermare, entro 90 giorni dall'entrata in vigore del regolamento, gli incarichi previgenti, "ha portato, a un'illegittima configurazione delle posizioni dei dirigenti collocati a disposizione".

In sostanza, dicono i magistrati contabili, si è verificata una "sostanziale disapplicazione del meccanismo sollecitatorio introdotto dal regolamento e la tendenziale estensione del sistema dello spoil system, che la legge prevede solo per limitate ipotesi".

Le amministrazioni, infatti, hanno ritenuto che la norma comportasse la caducazione di tutti gli incarichi precedentemente attribuiti a tempo indeterminato e hanno proceduto a una serie di licenziamenti.

Ma Franco Bassanini, autore della riforma in questione e ministro della funzione pubblica, non ci sta e difende a spada tratta il comportamento dell'amministrazione.

"La Corte critica giustamente la lentezza con la quale molti ministeri hanno preceduto ad attribuire gli incarichi", puntualizza Bassanini, "ed è questa tuttavia", puntualizza Bassanini, "la prova migliore che non c'è stato affatto l'assalto alla dirigenza o la corsa all'occupazione delle poltrone denunciati da Berlusconi e dal Polo".

Secondo il responsabile di palazzo Vidoni, i timori di effetti di spoil system "nascono probabilmente da una carenza di informazioni. Nessun dirigente è stato licenziato per motivi politici, come avviene in altri paesi che praticano lo spoil system. La legge italiana, del resto, non lo consentirebbe".