IL SOLE 24 ORE 22.1.01

Pubblica Amministrazione: Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un tema chiave del decentramento

La prefettura fa finta di scomparire

Dall’estate gli uffici territoriali aggiungeranno alle precedenti funzioni quelle in materia di sanità, trasporti e lavoro.

 

Prenderanno il posto delle attuali prefetture, decolleranno nella prossima estate, avranno compiti burocratici rafforzati, assorbiranno gli uffici e oltre 11mila dipendenti delle amministrazioni periferiche.

E, soprattutto, saranno i bracci operativi del Governo "sul campo".

Nelle intenzioni dell'Esecutivo, i nuovi 103 uffici territoriali del Governo, scaturiti da una delle tante costole delle riforme Bassanini, dovranno avere non solo una funzione strategica per la diffusione del processo di semplificazione e, in generale, per il funzionamento della macchina burocratica ma, di fatto, anche una "missione politica", diventando i punti di riferimento governativi sul territorio di Regioni ed enti locali.

Gli "Utg", infatti, dovranno instaurare un rapporto preferenziale con le amministrazioni locali.

Ma, secondo diversi "addetti ai lavori", questa trasformazione rischia di rivelarsi difficilmente digeribile per Regioni e Comuni soprattutto dopo l'avvento della nuova era del "federalismo amministrativo".

A chiarire il mandato delle nuove strutture è lo stesso ministro Franco Bassanini: "I nuovi uffici territoriali del Governo, pur facendo parte dell'organizzazione periferica del ministero dell'Interno, saranno strumenti dell'intera politica del Governo e daranno attuazione alle direttive del presidente del Consiglio di volta in volta competenti. Analoga riforma è stata realizzata qualche anno fa, con buoni risultati, in Francia".

Ma il titolare della Funzione nell'illustrare il regolamento messo a punto d'intesa con il Viminale e varato dall'Esecutivo all'inizio di gennaio, tiene soprattutto a sottolineare che con questa riforma " si semplifica la struttura dell'amministrazione dello Stato, si realizzanonuove sinergie e risparmi di costi, si potenzia il coordinamento delle amministrazioni statali sul territorio e si identifica nel prefetto e nella Conferenza permanente delle amministrazioni periferiche il motore delle attività d'innovazione e sburocratizzazione della macchina pubblica sul territorio".

In altre parole secondo Bassanini, gli Utg dovrebbero diventare uno degli snodi chiave della riforma amministrativa andandosi ad amalgamare con il decentramento.

Quello che è certo è che i superprefetti diventeranno veri rappresentanti del Governo sul territorio assicurando, in particolare, l'esercizio di ogni compito affidato loro dal Presidente del consiglio e dai singoli ministri previa intesa con il Viminale.

Secondo il prefetto Carlo Mosca, segretario generale dell'Anfaci, l'Associazione nazionale funzionari dell'amministrazione civile dell'Interno, l'operazione comporterà indubbi vantaggi: " Il nuovo sistema degli Utg fondato su una forte sinergia tra le diverse amministrazioni va nel senso di una razionalizzazione e semplificazione delle strutture statali collocate sul territorio. Questo rappresenta per un verso un vantaggio economico per le casse dello Stato, ma soprattutto un significativo passo avanti in termini di efficienza nei servizi al cittadino".

Gli "Utg" oltre a garantire lo svolgimento delle funzioni delle attuali prefetture e di quelle attribuite dal ministero dell'Intemo, dovranno farsi carico dei compiti, non affidati ad "agenzie ministeriali", dei futuri super-dicasteri delle Attività produttive, delle Infrastrutture e trasporti, e del Welfare.

Non solo. Negli "Utg" confluiranno i Commissariati di Governo, attualmente dipendenti da Palazzo Chigi, e gli uffici periferici di quattro dicasteri: Sanità, Comunicazioni, Trasporti e Lavoro. Questo trasferimento produrrà per 11.500 "statali" anche il cambio del datore di lavoro facendo così salire il personale a disposizione dei prefetti a quota 21.600.

Le super-prefetture, che avranno anche il compito di curare le procedure per i concorsi pubblici, saranno coadiuvate dalla Conferenza permanente delle amministrazioni territoriali che assorbirà gli attuali comitati provinciali della pubblica amministrazione e i comitati metropolitani di Roma e Milano.

MARCO ROGARI