ITALIA OGGI, 15 aprile 2000

Mininterno

PER LE MULTE I VIGILI IN GIUDIZIO

DI Gianfranco di Rago

Nel caso di infrazione al codice della strada e di relativa impugnazione del verbale di accertamento, legittimato passivo è il comando di polizia municipale da cui lo stesso è stato redatto.

E’ quanto emerge dalla circolare n. 8/00 della direzione generale per l'amministrazione generale e gli affari del personale, sollecitata ad affrontare la questione da numerose prefetture. Queste sono infatti state chiamate in causa da una decisione della cassazione, che le ha individuate quali soggetti legittimati a resistere in giudizio in casi del genere. Per la Suprema corte, nel caso di impugnazione davanti al pretore del verbale di accertamento dell'infrazione, legittimato passivo è il prefetto al quale l'interessato avrebbe dovuto proporre il ricorso amministrativo. In base a questo principio i giudici, nel caso specifico risolto dalla sentenza n. 4711del 1998, hanno ritenuto inammissibile un ricorso in cassazione intentato contro il provvedimento del pretore e rivolto al comandante dei vigili urbani. La Direzione per l'amministrazione generale prende le distanze da questa decisione e sostiene invece il principio opposto. La circolare dunque invita i prefetti che in casi del genere siano invitati a comparire in giudizio dall'autorità giudiziaria ad opporre la propria carenza di legittimazione passiva. Nel sostenere questa tesi la direzione generale si richiama ad un parere rilasciato dall'avvocatura dello Stato in occasione delle pronunce della Corte costituzionale volte ad ammettere la diretta impugnabilità davanti al giudice ordinario degli atti di accertamento delle infrazioni al codice della strada.

L'avvocatura aveva messo in evidenza come, al fine di individuare l'amministrazione competente, si dovesse fare riferimento al rapporto organico intercorrente fra il soggetto verbalizzante e l'amministrazione di appartenenza.

Sulla base di questa impostazione, secondo la direzione generale diventa agevole identificare il soggetto legittimato a resistere in giudizio nel caso di impugnazione diretta dell'atto di accertamento. Basterà fare riferimento all’organo che ha emanato l'atto di specie. Soltanto nei casi in cui risulti incardinato nel mistero dell'interno legittimato sarà la prefettura. In tutti gli altri casi invece si dovrà fare riferimento all'amministrazione di appartenenza del soggetto emanante. Nell'esempio classico della contravvenzione stilata da un vigile urbano, legittimato passivo sarà dunque il comando di polizia municipale cui lo stesso appartiene.