COMMENTO ALLO STATUTO

 

Sant’Antioco, Agosto 1991

 

 

PREMESSA

 

1. Nell’Anno Santo 1975 fu avviata la Comunità Giovanile Impegno Evangelico, dopo un’esperienza interparrocchiale dei gruppi giovanili di Sant’Antioco, andata avanti per circa un anno e mezzo. Nello spirito dell’Anno Santo “Rinnovamento e Riconciliazione”, la Comunità si proponeva di risvegliare nei giovani una vita cristiana più autentica. I suoi obiettivi erano:

     - la formazione cristiana dei giovani a partire dai sedici anni

     - l’orientamento dei giovani al servizio nelle comunità parrocchiali e alla

       presenza cristiana negli altri ambienti

 

Nel 1977 la Comunità apriva il Centro Giovanile per una presenza più incisiva nella realtà locale giovanile.

L’esperienza successiva e la disponibilità del Centro, donato alla Parrocchia di Santa Maria Goretti e reso funzionale dalla ristrutturazione del 1985, Anno Internazionale dei giovani per decisione dell’ ONU, portò la Comunità ad assumere come impegno specifico l’animazione del Centro.

 

2. Per significare questa nuova configurazione fu cambiato il nome in “Comunità Centro Giovanile Papa Giovanni XXIII°”.

Mentre la precedente Comunità privilegiava l’aspetto della testimonianza e della presenza cristiana, la Comunità del Centro privilegiava la formazione dei giovani, articolata in quattro fasce d’età, incominciando dal dopo-Cresima, ciascuna con un cammino proprio:

     - 14-15 anni: scoperta di sé stessi

     - 16-17 anni: scoperta di Cristo

     - 18-20 anni: orientamento vocazionale

     - 21 anni in su: inserimento sociale

 

3. Il presente statuto, agosto 1991, tenendo conto dell’esperienza maturata in questi anni, arricchita anche dai campi-scuola, precisa ulteriormente la natura e la finalità della Comunità.

Innanzitutto viene precisato il nome, aggiungendo “del” dopo “Comunità”, per cui diventa “Comunità del Centro…”. Questo indica che la Comunità non si identifica con il Centro, perché la Comunità è prima di tutto un’espressione della comunità ecclesiale, in secondo luogo perché l’attività del Centro non si esaurisce nella Comunità, ma resta aperta a tutta la realtà giovanile.

 

 

I. NATURA E FINALITÀ

 

Art. 1 – La Comunità del Centro è un’espressione giovanile della comunità ecclesiale. Non è un ghetto per adepti, non è un campanile che vuole svettare più in alto degli altri, non è un contraltare ad altre associazioni o movimenti giovanili. È semplicemente una delle espressioni giovanili della comunità ecclesiale. L’esperienza fatta e i frutti prodotti in questi sedici anni confortano la sua validità e quindi si vuole proseguire con convinzione e con generosa dedizione.

In quanto espressione della comunità ecclesiale, la Comunità del Centro si sente e resta vitalmente e operosamente unita ad essa.

Essere espressione giovanile significa anche che la Comunità del Centro non è esaustiva della vita cristiana, ma segna solo la stagione giovanile di essa, che dovrà avere l’ulteriore sviluppo nella Comunità ecclesiale.

 

Art. 2 – La finalità della Comunità è la formazione cristiana dei giovani nello spirito del Vangelo e della Chiesa.

La Comunità non è un parcheggio di giovani che non sanno dove andare e che cosa fare e quindi si aggregano al Centro per stare insieme. La Comunità è un’esperienza impegnativa di formazione cristiana, che si fonda sul Vangelo e sulla dottrina della Chiesa.

Chi non intende percorrere questo cammino si trova fuori posto nella Comunità del Centro.

 

Art. 3 – Questa formazione cristiana si raggiunge con:

           - l’istruzione religiosa (incontri di formazione, ritiro mensile, campi-scuola)

           - la vita liturgica e sacramentale (preghiera, Eucarestia, Penitenza)

           - l’orientamento vocazionale (temi specifici dell’istruzione religiosa)

           - il servizio nella comunità (nella Comunità del Centro, collaborando alle

             varie attività e adempiendo agli impegni presi;

             nelle comunità parrocchiali, prestando i servizi utili al bene comune,

             come la catechesi, l’animazione liturgica, testimonianza della carità)

Questo servizio è la presenza e la testimonianza cristiana giovanile nella comunità locale.

 

 

L’  ORGANIZZAZIONE

 

Art. 4 – Il cammino della formazione cristiana, iniziato in parrocchia con il corso pluriennale di catechismo, prosegue al Centro subito dopo la Cresima e si sviluppa attraverso tre fasi di maturazione:

 

- Adolescenti: 14-15 anni   -   l’adolescenza caratterizzata dai mutamenti in atto nella corporeità e nei sentimenti va guidata 1) a conoscere il proprio mondo fisico e spirituale; 2) a sviluppare l’impegno cristiano della Cresima.

 

- Giovanissimi: 16-17 anni   -   è l’età aperta a tutti i messaggi e a tutte le proposte. È perciò il momento adatto 1) per proporre in modo più completo e responsabilizzante il progetto cristiano della vita; 2) per l’orientamento vocazionale.

 

- Giovani: 18-21 anni   -   è l’età delle decisioni che segneranno la vita e quindi è il momento 1) di aiutare la scelta vocazionale dei giovani; 2) di accompagnare il loro inserimento nel proprio ambito vitale.

 

Questo schema di maturazione non va seguito tassativamente negli anni indicati, perché ogni personalità ha caratteristiche proprie: c’è chi matura prima e chi dopo. Ma, orientativamente, è uno schema convalidato dall’esperienza. Pertanto il cammino del Centro deve rispettare queste fasi per formare personalità significative e non donnicciole e pupazzetti.

L’esperienza del Centro segna la stagione giovanile della vita, e quindi compiuto il cammino di maturazione, all’incirca sui 21 anni, i giovani o presteranno un servizio nella Comunità del Centro, o proseguiranno il cammino cristiano nell’ambiente della comunità parrocchiale. Restare nel Centro Giovanile senza un impegno di servizio equivarrebbe a parcheggiarsi bloccando l’ulteriore e doverosa crescita.

 

Art. 5 – Il gruppo animatore del Centro è formato da giovani che abbiano compiuto diciotto anni  e che abbiano dato prova, durante l’esperienza comunitaria 1) di coerenza cristiana ( non si può formare gli altri se prima non si è formati sé stessi ); 2) di spirito di servizio ( non cercando i propri vantaggi ma il bene degli altri ); 3) di disponibilità ( cioè un impegno continuato o permanente).

Circa l’età dei diciotto anni, la situazione locale porta fuori paese i giovani per motivi di studio o di lavoro a circa 18/20 anni, per cui si è nella necessità di coinvolgere nel gruppo animatore i giovani che restano di quell’età. Sarebbe preferibile poter contare sui giovani che hanno percorso tutto il cammino del Centro, cioè sui giovani di 21 anni. Speriamo che la situazione in futuro si evolva in questo senso.

 

Art. 6-7 – Le competenze sono chiare.

 

Art. 8-9 – Altrettanto chiari sono gli adempimenti della riunione mensile del gruppo animatore e del Cenacolo estivo.

 

 

 

 

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