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Shoah
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Strappate alla
terra
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le radici di
Davide.
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Vagoni di cenere
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attraversano il
tempo
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e la memoria ricuce
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i lembi dal passato
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per non
dimenticare.
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Tessevano i silenzi
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il ragno con lo
scorpione,
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assetate zolle
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bevevano veleno
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e sgolavano sangue i
solchi
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nei campi di
sterminio.
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Sul filo spinato
cresceva
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l’ortica con l’erba
amara,
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colline di passi
accatastati.
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Si alzavano
nell’alba
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e giochi di bambini
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si frantumavano nel
gelo.
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Fiocco azzurro il
cielo
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si adagiava su
bambole spezzate
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aspettando invano
il crescere
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di un fiore tra le
spine.
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Mani di fango
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spartivano le vesti
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e spettri di morte
si specchiavano
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dentro ciotole di
pietra.
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Ascoltò Dio
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il dolore
d’Israele,
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soffiarono i venti
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dai quattro angoli
della terra
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e scheletri vestiti
di sacco
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s’incamminarono su
deserti di cenere.
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Uomini senza volto
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risorgono dai
silenzi
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e sogni calpestati
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tornano a vivere.
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Negli occhi
fioriscono
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nuove stagioni
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che trovano nella
luce
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il respiro dei
giorni.
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Lampare di luna
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accendono le pietre
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nei vicoli di
Betlemme
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e il cuore cerca
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un’altra cometa
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dentro la notte.
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Poesie del "Publio Virgilio
Marone"
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