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Angela Aragona | |
Prisma[1]
Ricuci gli orli delle creste dei monti sul cielo, da sempre. Ghermisci con tenero piglio il peplo dei molti simulacri, poi accarezza gli zigomi lividi, corrosi da stille di pioggia venerea. Di terra ti sollevi ed è Grido ciò che tu senti, da gole contratte in anguste salmodie, varie moltitudini. Aggrappato, t’appropinqui, agli scogli dilaniato ed esangue t’affrangi con cuore... In fisso nel cristallo delle Moire, divenire incessante e vuoto, con manto ferale e labbra dl fuoco sottrai ai dardi l’essenza.
[1] La poesia fa riferimento all’amore, sfaccettato come un prisma, che discerne i colori della vita. In effetti la somma dei vari colori è il bianco che simboleggia il vuoto e la semplicità dell’essere uomini alla ricerca di un valore che si conserva nell’amore e che si diparte da noi stessi. |
Poesia Italiana |