Il Convivio
 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Rosaria Barone
Sboccia sboccia frutto
 
Indigeno gergo
farfuglio in mente,
si accentuano di fuoco
e soverchiano i miei occhi
 
incomprensibile linguaggio
ch’io cerco affannosamente
di origliare,
non capisco.
 
Chi sussurra?
Dove vuoi arrivare?
Chi mi cerca?
 
Se sapessi...
se questo velo si tagliasse...
offusca, confonde, nasconde.
M’è stato appiccicato sin dal dì
della luce.
Donna qual sono
racchiusa in candido fiore
dolce e profumato
bianco sfumato
tenero e flessibile, ma serrato.
Sboccia, sboccia
frutto.
Rugiada mi raggiunge
da una fessura e mi
rigenera.
 
Via, via petali intrecciati
date sfogo al vostro splendore
lasciatemi libera
di capire!
D’improvviso il fior m’ascolta
e spunto fuor, curiosa e
raggiante, ma tutto è già
scomparso.
 
Non comprendo
poiché nulla è più da comprendere
null’altro ha senso
 
...guardo attorno a me...
ma null’altro mi parla
null’altro mi cerca,
null’altro...
 
Dove sono tutti?
Cosa cogliere?
Morto. Tutto.

 Poesia Italiana