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Sboccia sboccia frutto
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Indigeno gergo
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farfuglio in mente,
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si accentuano di
fuoco
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e soverchiano i
miei occhi
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incomprensibile
linguaggio
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ch’io cerco
affannosamente
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di origliare,
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non capisco.
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Chi sussurra?
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Dove vuoi arrivare?
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Chi mi cerca?
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Se sapessi...
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se questo velo si
tagliasse...
- offusca,
confonde, nasconde.
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M’è stato
appiccicato sin dal dì
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della luce.
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Donna qual sono
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racchiusa in
candido fiore
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dolce e profumato
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bianco sfumato
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tenero e
flessibile, ma serrato.
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Sboccia, sboccia
- frutto.
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Rugiada mi
raggiunge
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da una fessura e mi
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rigenera.
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Via, via petali
intrecciati
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date sfogo al
vostro splendore
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lasciatemi libera
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di capire!
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D’improvviso il
fior m’ascolta
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e spunto fuor,
curiosa e
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raggiante, ma tutto
è già
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scomparso.
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Non comprendo
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poiché nulla è più
da comprendere
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null’altro ha senso
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...guardo attorno a
me...
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ma null’altro mi
parla
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null’altro mi
cerca,
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null’altro...
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Dove sono tutti?
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Cosa cogliere?
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Morto. Tutto.
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Poesia
Italiana |