-
A Settembre
ogni anno si riapre la caccia che vede come vittime immolate volati
di ogni tipo. Questo scempio, nei tempi, si è limitato ma fa pur
sempre tanto male al cuore veder cadere questi piccoli esseri che
fiduciosi volano per il cielo senza difesa. Ero con Cecilia fuori
al balcone in attesa del papà che rientrava con la nave nel porto
di Taranto; c’era un po’ di nebbia ma da S. Vito era bello vedere
le navi rientrare, per questo c‘eravamo alzate presto. Ogni tanto
si sentiva qualche schioppettata ma non ci facevamo caso, eravamo
prese dall’arrivo del papà.
-
Nel frattempo
il sole si levava e la nebbia scompariva; nel cielo si levavano in
volo gli uccellini in cerca di cibo e, io, raccontavo a Cecilia che
nutrendosi d’insetti erano considerati gli spazzini dell’aria.
Guardavamo il mare e guardavamo il cielo a perdita d’occhio quando
in seguito ad una fucilata vedemmo cadere un passerotto al suolo.
-
Cecilia non si
dava pace e mi chiedeva: nonna Isa, perché?
-
Per
dare
una
motivazione
decente,
inventai che quel cacciatore
aveva una bimba malata che non mangiava più niente e il medico gli
aveva consigliato la carne tenera e leggera di un uccellino che
sarebbe stata digeribile e le avrebbe ridato forza. Così il papà si
era
alzato
prestissimo
al mattino ed era andato a
caccia col cane. Colpito che ebbe l‘uccellino lo raccolse e lo
portò a casa dove la moglie dopo averlo spiumato, pulito e lavato
lo mise in pentola.
-
Cecilia mi
guardava stupita del fatto che io potessi accettare un simile
misfatto. Le spiegai che le cose fatte a fin di bene non erano un
peccato ma una legge di natura e che l’uccellino aveva dato la sua
vita per una buona causa, per salvare una bambina.
-
Vedevo
che
faceva
difficoltà
ad accettare questa
versione; nella sua testolina era difficile accettare una morte per
una vita. Non nascondeva l’amarezza. Mi disse: «Io mangio tutto,
nonna Isa, così l’uccellino non muore e vola felice cinguettando».
-
Rientrammo per
consolarci con la colazione poi, ci riaffacciammo e vedemmo il
rientro della nave col papà che dissipò il triste episodio.
-
È triste
mentire a chi ha fede in te e mi domando: perché? Oggi non si
piange per niente ma si ride di tutto.
|
|